Zurigo è una bellissima città, il cui fascino è sicuramente apprezzabile in qualsiasi momento dell’anno (salvo magari gli inverni con -15 °C che però, ad onor del vero, sembrano ormai abbastanza rari), ma il momento migliore per visitarla è, a mio parere, certamente l’estate. Nella bella stagione il blu intenso del cielo e il verde abbagliante della ricca vegetazione che la circonda si specchiano nel lago e nei fiumi, rendendo onore, anche in città, alla natura sovrana nel suo massimo splendore.
Zurigo è una città ricca di storia (che proprio in questi giorni ha festeggiato i 125 anni da “grande città”), con uno sfavillante centro storico, musei per tutti i gusti, bagni all’aperto, locali e ristoranti di fama internazionale ed è sicuramente un peccato che il turismo italiano sia un po’ penalizzato dal livello di prezzi estremamente elevato, al punto da risultare a volte disincentivante per chi vorrebbe trascorrervi qualche giorno di vacanza.
Zurigo, però, non è soltanto meritevole per gli itinerari più classici e noti, dove la sua austera grandiosità, tipicamente svizzera, si manifesta anche nei clichés più tipici di pulizia, rigore, sicurezza, puntualità e via discorrendo. Credo che una parte della “vera” natura di Zurigo sia rappresentata oggi anche da alcuni suoi aspetti più nascosti, dai quartieri meno modaioli e più underground in cui emerge il vero volto di una città sicuramente multiculturale e multietnica (circa 1/3 degli abitanti è straniero), spesso offuscato dalla patina chic delle boutique del centro e dal lusso del suo parco auto ;-)
Aree della città in cui si potrebbe pensare di essere ovunque nel mondo, dalla periferia di una grande città europea a quella di un paese del vicino oriente, in cui magari la lingua parlata prevalentemente per strada non corrisponde esattamente al tedesco.
Quartieri che qualcuno, svizzero doc e con le caratteristiche da clichés di cui sopra, potrebbe definire “malfamati” o “degradati” e che sicuramente mostrano esempi di varia umanità non proprio tipica di un hotel 5 stelle lusso, ma sicuramente più vera e autentica, sotto diversi punti di vista, rispetto a quella delle riviste patinate.
Zurigo è una città molto sicura, in cui anche modi di vita che potemmo definire “alternativi” sono mediamente tollerati con una pacifica accettazione se non arrivano a pregiudicare – come è sacrosanto che sia – i diritti del prossimo.
Con la dovuta ragionevolezza e il solito grammo di buon senso non è un problema camminare e osservare le particolarità e le stranezze di quelle strade dove sicuramente, in un corrispondente quartiere di un altro paese, potremmo avere qualche fondata perplessità ad avventurarci.
Si respira spesso un’atmosfera difficilmente descrivibile, che ogni tanto anche i giornali del posto provano a catturare con qualche reportage dedicato, a metà tra il surreale dei film di Tim Burton e “La donna cannone” di De Gregori. Ne vale la pena, provare per credere.
E buone vacanze!
(Foto per gentile concessione del Marito di Carlotta G. ;-))