E’ un tema di cui volevo parlare da un po’ e ho colto l’occasione dopo aver letto questo post di Genitoricrescono. La realtà della Svezia non è sicuramente l’unica dove è consuetudine che i bambini vadano a scuola da soli. Ricordo di aver letto, tempo fa, alcuni articoli relativi alla condizione in Italia e di come la situazione normativa, unitamente a problemi pratici e a consuetudini culturali ormai radicate, rendano estremamente difficile qualsiasi esperimento in proposito, per lo meno fino all’età della scuola media.

Da quando vivo a Zurigo ho scoperto che anche in Svizzera (per lo meno in queste zone della Svizzera tedesca) le cose vadano in modo sensibilmente diverso. Qui per tradizione i bambini che frequentano il Kindergarten (indicativamente di età compresa tra i 4/5 e 6/7) vanno normalmente a scuola da soli e la capacità di gestire in autonomia il percorso casa-scuola è considerata specifica competenza prevista dal curriculum scolastico.

Chiariamo che si tratta di solito di percorsi a piedi, normalmente molto brevi, non più di qualche centinaio di metri tra il portone di casa e la scuola di quartiere. Tutti I bimbi  sono dotati di una pettorina catarinfrangente, gialla o arancione, che permette di individuarli immediatamente e di intervenire in caso di necessità.

I bambini vengono istruiti sin dai primi giorni di scuola dalla Polizia sulle regole di comportamento da adottare per strada, così come gli automobilisti sono, di solito, scrupolosamente attenti ai passaggi pedonali e non solo. 
E’ tassativo per le auto fermarsi in prossimità degli attraversamenti, anche solo se si vede qualcuno che si accinge ad avvicinarsi al ciglio della strada.

Negli ultimi tempi qualcuno dice che, anche a Zurigo, questo tipo di situazione “idilliaca” stia, purtroppo, pian piano cambiando; che non è più sicuro come un tempo mandare in giro i bambini da soli, anche se per brevi percorsi nel proprio quartiere e non solo per problemi legati al traffico. Di conseguenza anche qui l’accompagnamento da parte dei genitori potrebbe, nell’arco di qualche anno, diventare la regola, forse non tassativa come è in Italia, ma certamente quella più “normale”.

Da straniera e proveniente da una cultura completamente differente, io mi dico che sarebbe un grande peccato. E’ chiaro che ogni caso è a sé, in città possono esserci zone più o meno sicure, così come bimbi che non si sentono tranquilli ad affrontare il piccolo viaggio da soli, e che è anche fondamentale che i genitori siano sereni in questo genere di situazione.

Nel nostro specifico caso mio figlio non potrebbe sicuramente, per qualche altro anno, andare a scuola da solo, avendo un tram da prendere e un percorso a piedi di circa un chilometro, ma io credo che una società in cui i piccoli (anche piccolissimi, dal mio punto di vista) possono godere di così tanta libertà di movimento, al punto di girare da soli per strada (di solito col cane, il fratellino più piccolo per mano e la bici), anche se solo nelle vicinanze di casa, dimostri un elevatissimo grado di civiltà. Civiltà che, ahimè, entro i confini del Bel Paese è ormai un ricordo lontano, indipendetemente da leggi, regole, autorizzazioni o divieti.

 

Ritratto di Carlotta G

Posted by Carlotta G

Da sempre curiosa di altre culture e abitudini, mamma espatriata con famiglia a Zurigo dal (quasi) lontano 2013. Blogger a tempo perso, studentessa suo malgrado di lingua teutonica e insegnante di Yoga, dove finalmente è solo se stessa e prova ogni tanto a indicare anche agli altri la possibilità di essere solo se stessi.
Da secoli si ripromette di scrivere un libro, forse, prima o poi. Non sullo yoga, ma sulla capacità di "vivere altrove". Intanto scrivo della mia vita a nord delle Alpi anche sul mio blog personale La vita a modo mio