Il Carnevale è una festa che tutti i bimbi aspettano con gioia, forse perché allunga un poco lo strascico gioioso del Natale ma molto più perché permette di essere quello che non si è, quello che si vorrebbe essere o quello che spaventa e, al contempo, attrae.
E' terapeutico travestirsi, non solo per i piccini.
Anche per noi adulti può rappresentare un modo per essere autorizzati ad evadere dalla realtà, per esagerare il proprio modo di essere e comportarsi, per mimare una quotidianità che non c'è.
E allora ecco che travestirsi in famiglia, ciascuno con un ruolo ben definito, può diventare un gioco divertentissimo.
La famiglia Addams ma anche Minnie e Topolino o, ancora, l'abusata famiglia di Peppa Pig... Le combinazioni sono infinite e partecipare ad una festa di Carnevale con i propri bimbi è un'esperienza che non solo fa sorridere ma anche fa bene allo spirito.
In quasi tutte le scuole materne esiste "l'angolo dei travestimenti", quello spazio preziosissimo dove il bimbo può reinventarsi.
Voglio provocare: anche nelle nostre aziende dovrebbe esistere una giornata all'anno nella quale ciascuno possa giocare le parti di un altro.
Una giornata paradossale che riempia di senso le giornate vere che seguiranno.
Perché è solo riscoprendo la voglia di prendersi un po' in giro che si può scoprire meglio chi si è, che si sia grandi o piccini.