Lo sviluppo della manipolazione è un processo raffinato e complesso che ha un’importanza fondamentale nello sviluppo neuromotorio e neuropsicologico del bambino durante i primi anni di vita.

Le mani infatti sono uno strumento prezioso non solo per toccare, esplorare, aggrapparsi, giocare, battere ma anche per accarezzare, consolarsi, comunicare, svolgere autonomie e attività quotidiane (lavarsi, vestirsi, mangiare, disegnare, scrivere..). Nell’articolo Lo sviluppo sensoriale del feto - I parte abbiamo visto come il tatto sia il primo senso a svilupparsi nell’essere umano fin dalle prime settimane di gravidanza costituendo, insieme ai primi movimenti fetali, uno speciale canale di conoscenza dell’ambiente intrauterino.

Nella vita fetale sono presenti movimenti sia globali che fini degli arti superiori simili a quelli di un neonato ed esiste già una sorta di protomanipolazione esercitata attraverso attività come mettersi la manina in bocca, succhiarsi il pollice, toccare la parete uterina, giocare col cordone ombelicale. Questo repertorio di movimenti presente nella vita intrauterina verrà poi rielaborato dopo la nascita attraverso schemi di movimento più organizzati grazie alla maturazione, nei primissimi anni di vita, di elementi che interagiscono e si influenzano reciprocamente: la crescita nervosa e muscoloscheletrica, l’affinamento della sensibilità e della percezione (capacità di selezionare ed elaborare le informazioni provenienti sia dall’esterno che dall’interno del corpo), gli aspetti cognitivi, le esperienze sociali e di movimento.

È nel primo anno di vita in particolare, che il bambino va incontro a continue conquiste come la coordinazione occhio-mano-bocca, il raggiungimento (reaching), l’afferramento e il rilasciamento dell’oggetto, la manipolazione bimanuale, maturando progressivamente l’uso funzionale dell’oggetto. Sebbene vi siano tempi individuali nell’acquisizione di queste competenze funzionali (influenzati dallo stile personale del bambino e dalle esperienze ludiche offerte dall’adulto e dall’ambiente - come per altri aspetti dello sviluppo neuro evolutivo – possono essere considerate delle fasi di sviluppo trimestrali:

Fase  0-3 mesi: in questo primo trimestre di adattamento all’ambiente extrauterino gli arti superiori sono prevalentemente mantenuti raccolti in flessione vicino al corpo, spesso con le manine chiuse a pugno, nel tentativo di stabilizzarsi nella gravità. I movimenti, globali e talvolta influenzati da alcuni riflessi neonatali, sono body-oriented, diretti soprattutto a scoprire il proprio corpo e allo scambio interumano col genitore: le manine vengono raccolte al centro del corpo (sulla linea mediana), portate alla bocca ed esplorate con la lingua, avvicinate ed aperte sul viso dell’adulto. Le mani sono oggetto di studio del bambino: cadono casualmente nel suo campo visivo ed vengono osservate sempre più a lungo mentre si aprono e si chiudono o mentre gioca con le proprie dita (movimenti di fingering) avviando così la coordinazione occhio-mano-bocca. Verso il 3° mese emerge l’interesse anche verso il gioco proposto e tenterà di toccarlo con movimenti di reaching globali dell’arto superiore e di afferrarlo con una presa condizionata ancora dal grasping (riflesso di chiusura della mano in seguito ad uno stimolo palmare) e poco modulata. Il rilasciamento dell’oggetto è involontario. Quando il bambino viene messo “a pancia sotto” al cambio del pannolino o per giocare, gli arti superiori restano vicino al corpo sostenendo il carico sulle avambraccia con le manine chiuse.

Fase 3 -6 mesi dopo il 3°mese l’interesse del bambino si sposta verso l’ambiente ed anche i movimenti degli arti superiori iniziano ad orientarsi verso lo spazio circostante. Vengono effettuati i primi tentativi di afferramento usando entrambe le manine con un reaching bilaterale - simmetrico e preciso - grazie alla maturazione del controllo dei movimenti della spalla nello spazio, della coordinazione occhio-mano-bocca e della comparsa di alcuni movimenti del gomito che consentono di aggiustare la distanza tra mano ed oggetto. Anche il tipo di presa cambia: il grasp della mano si riduce, è possibile una presa palmare col pollice addotto adeguando la mano alle caratteristiche dell’oggetto il cui rilasciamento è sempre involontario. In questa fase sarà importante offrire al bambino giochi adatti alle dimensioni delle sue mani, leggeri, “bimanuali”(che possono essere tenuti con le due manine), sicuri da portare alla bocca (per consentirne anche l’esplorazione orale).Verso il 4°-5° mese in posizione prona il carico è sostenuto ancora sui gomiti ma le manine sono aperte e per il bambino è possibile portarne avanti una per afferrare il gioco davanti a lui; sperimenta così il sostegno e l’equilibrio su un arto superiore solo arrivando a sostenersi, intorno alla fine del 6° mese, sulle mani aperte e con gomiti estesi.   

Fase 6-9 mesi: la prensione e la manipolazione diventano sempre più fini e variabili: emerge la funzione anticipatoria della mano con cui il bambino “prepara” la presa in base alle caratteristiche dell’oggetto e riesce a fare piccoli aggiustamenti delle dita con l’oggetto in mano. La possibilità di afferrare anche oggetti piccoli come le briciole di pane tra indice e pollice (pinza inferiore) o di tenere il cucchiaino consente al bambino di acquisire piccole autonomie. Intorno al 7° mese il rilasciamento dell’oggetto diventa finalmente volontario e il bambino matura la capacità di passare un oggetto da una mano all’altra. Il reaching avviene non più solo nello spazio anteriore ma anche lateralmente; inoltre, la conquista della posizione seduta permette al bambino di avere entrambe le mani libere per battere gli oggetti fra loro, lanciarli, tirarli fuori da un contenitore..In linea con il suo sviluppo cognitivo anche l’offerta dei giochi dovrà essere variata: solitamente in questa fase vengono apprezzati gli oggetti (sicuri!) di casa e della sua vita quotidiana (per es. il mestolo di legno, il bicchierino di plastica..), giocattoli che si muovono, giocattoli “dentro/fuori”, “causa-effetto”, “inizio e fine”*. Gli arti superiori vengono coinvolti maggiormente negli spostamenti orizzontali e nei passaggi di posizione a terra con funzioni di carico, appoggio e spinta.

Fase 9-12 mesi in questa fase la curiosità e l’indipendenza motoria portano il bambino ad esplorare l’ambiente attraverso un reaching che avviene in tutti i piani dello spazio. Viene maturata la manipolazione bimanuale con coinvolgimento asimmetrico degli arti superiori consentendo al bambino di fare due cose contemporaneamente. La presa continua ad affinarsi con possibilità di prendere piccole cose tra le parti terminali delle dita  (pinza laterale, sub-terminali/terminali, presa tripodale) e accrescendo l’autostima nel far da solo (bere, mangiare..) Inizia l’uso singolare dell’indice per premere un tasto, sfogliare una pagina, indicare qualcosa e l’uso relazionale-sociale della mano con i primi gesti imitativi (“ciao-ciao”, “viva-viva”, carezze..). In questa fase il bambino apprezzerà giochi più evolutivi e creativi, causa-effetto, librini da leggere, i suoi oggetti personali e quelli familiari di casa. Gli arti superiori sono coinvolti anche come appoggio, spinta e per aggrapparsi nei passaggi di posizioni verticali da terra (mettersi in ginocchio, alzarsi in piedi con appoggio delle mani..).

Intorno all’anno di età potrebbe iniziare ad evidenziarsi una preferenza nell’uso di una mano rispetto all’altra ma spesso la scelta della mano “dominante” avviene dopo i due anni con una tempistica molto variabile. Sebbene le conquiste funzionali della mano siano già molte in questo primo anno, la maturazione dell’uso della mano in abilità sempre più raffinate come la manipolazione intrinseca della mano (movimenti selettivi delle dita), la coordinazione bimanuale, la modulazione della forza e della velocità del gesto, proseguirà infatti fino a circa i 5 anni conquistando gesti motori sempre più fluidi, economici e precisi.  

A presto!

Cristina Taddei dr.ssa in Fisioterapia – Specialista in Area Pediatrica

WEB: cristinataddei.wordpress.com

 

* Un’idea per questa fase 6-9 mesi potrebbe essere costruire un personale “cestino dei tesori”... Per approfondimenti potete leggere l’articolo nel blog di Psicomotricità Quale gioco per il mio bambino di 6 mesi?”.

Bibliografia :

- Linee generali di intervento abilitativo negli arti superiori in Fuori Schema - Manuale per il trattamento delle paralisi cerebrali infantili – P.Giannoni, L.Zerbino. Springer, 2009.
- La valutazione dello sviluppo psicomotorio nel primo anno di vita. G. Rapisardi, Medico e Bambino 1/1999.
- Il bambino impara a muoversi”, A. Cioni , A.M. Castellacci, F., Duchini, P.B. Paolicelli, E. Sicola, E. Sordi.  Pacini Editore, 1991.
- Physical Therapy for Children. S. Campbell, R.J. Palisano, M.N. Orlin., Elsiever, 2012.
- Il gioco e il giocattolo per il lattante: una cosa seria. Dispensa per genitori. A. Davidson, D. Lenzini.

 

Ritratto di Cristina Taddei

Posted by Cristina Taddei