Quando il bambino è alle prese con le prime pappe è sempre un momento di esplorazione e di scoperta. Lo svezzamento è una fase importante di cambiamento, durante la quale, il ruolo del genitore è principalmente quello di cercare di stabilire delle regole per una corretta e sana alimentazione, cercando di invogliare il figlio a mangiare tutto ciò che è necessario per favorire la sua crescita.
Il bambino d’altro canto, in questo periodo della sua vita, inizia ad affermare se stesso e la propria autonomia ed è fondamentale che il genitore lo assecondi in questo, cercando di andare incontro alle sue esigenze e di rispettare i suoi gusti.
Quello della pappa dovrebbe diventare un momento piacevole da trascorrere in contatto con i genitori, ecco perché è importante che i pasti vengano consumati dal bambino in un luogo tranquillo e senza troppe distrazioni, definito in maniera regolare e ripetitiva nei modi e tempi, in modo tale che il bambino lo possa imparare a riconoscere.
I genitori dovrebbero quindi, cercare di stabilire e di mantenere alcune regole, affinché la pappa diventi per il bambino una sorta di rituale con caratteristiche e particolarità ben definite che la distinguano da altri momenti della giornata. Ecco allora, di seguito, alcuni elementi essenziali che il bambino dovrà assimilare per associarli automaticamente al momento del pasto.
Il seggiolone
Quando inizia la fase dello svezzamento e il bimbo introduce la prima pappa, non bisognerà più tenerlo in braccio, ma seduto nel seggiolone, in modo tale che capisca che il cambiamento riguarda anche la posizione, oltre che l’alimentazione.
Il seggiolone è un ambito riservato solo alla consumazione del cibo e non dovrebbe diventare un luogo di svago o di ricreazione. È importante pertanto, che il bambino non abbia, mentre mangia, la possibilità di distrarsi e, anche quei genitori che pensano che dare al bambino l’opportunità di giocare a tavola possa rendere il momento del pasto più piacevole e divertente, dovrebbero iniziare a ricredersi, poiché in questo modo rischiano di favorire un’associazione mentale scorretta da parte del figlio, oltre che un’abitudine alimentare disfunzionale e difficile da estinguere nel futuro.
Il cucchiaino
Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a sei mesi il bambino è ormai sicuramente pronto da ogni punto di vista (psicologico, motorio, digestivo) ad altro tipo di nutrimento diverso dal latte materno e potrà quindi accettare il cucchiaino iniziando a gestire la deglutizione di cibi densi.
Lo svezzamento tuttavia, non rappresenta solo un momento di passaggio dal punto di vista psicologico. Con l’introduzione del cucchiaino infatti, il bambino, che fino a quel momento ha solamente succhiato e bevuto, dovrà, improvvisamente, imparare a deglutire e diventa dunque fondamentale, le prime volte, porgergli il cucchiaino con estrema calma e delicatezza.
Intorno ai quindici, diciotto mesi poi, quasi tutti i bambini riescono a maneggiare il cucchiaino con abilità e disinvoltura, ed è quindi importante lasciare che provino fin dall’inizio a sperimentarsi per arrivare a mangiare in completa autonomia.
Il cucchiaino dovrebbe avere delle dimensioni proporzionate alla bocca del bambino, inoltre, non andrebbe offerto troppo colmo di cibo e solamente quando la bocca del bambino è completamente vuota.
Il piattino
Per contenere le prime pappe, il piattino dovrebbe essere piccolo e possibilmente infrangibile; se poi è colorato, riuscirà anche ad invogliare maggiormente il bambino a mangiare ed a catturare più facilmente la sua attenzione. Ad oggi, esistono in commercio anche alcuni piatti termici che permettono di mantenere gli alimenti alla loro giusta temperatura.
Articolo della Dott.ssa Chiara Ratto, psicologa e psicoterapeuta
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