Molte mamme mi chiedono spesso cos’è per me l’apprendimento? Prima di esporre la mia risposta penso sia corretto trasmettere la definizione tratta da Wikipedia per capire un primo punto di vista:
“L’apprendimento è un cambiamento relativamente permanente che risulta prodotto dall’esperienza, ovvero una modificazione del comportamento derivante dalle esperienze di vita e che dura stabilmente nel tempo. Esso è dunque un processo “esperienza-dipendente”: le nostre esperienze possono infatti influenzare significativamente le nostre connessioni neuronali e le nostre strutture cerebrali”.
Nel leggere la spiegazione del significato si capisce perché a scuola non apprendiamo. Si adotta un approccio a livello pratico inefficace, ma viene dato per scontato che quello adottato sia l’unico sistema. Per questo motivo quindi non si cambia comportamento di fronte ai “non risultati”.
Voglio essere più chiaro: il bambino tocca la stufa accesa e si brucia (esperienza).
Qualcuno gli chiede di ritoccarla. Lui però ha imparato dall’esperienza che se non vuole provare dolore non deve più toccare la stufa accesa quindi avrà cambiato comportamento.
La stessa cosa dovrebbe succedere a scuola quando un bambino inizia a studiare con il classico metodo “leggo, sottolineo e ripeto”. A fronte di molte energie dedicate a questa pratica, non vedendo alcun risultato che sia proporzionato allo sforzo e al tempo impiegato la cosa più ovvia sarebbe cambiare strategia.
Invece no: perché la scuola ci propone questo metodo come l’unico sistema per acquisire le informazioni.
Purtroppo questa convinzione resta anche nell’adulto, ma dal momento che la scuola dell’obbligo è finita preferiamo non affrontare lo studio di un qualsiasi argomento piuttosto che trovarci a rivivere quelle emozioni provate a scuola dalla maggior parte di noi.
Eppure apprendere è meraviglioso. È bello quando avvertiamo che stiamo imparando qualcosa di nuovo, ci si sente vivi, sentiamo che stiamo diventando persone migliori e la sensazione che si prova è di entusiasmo e gioia.
gni giorno invece ricevo decine di mail di mamme che mi dicono che i loro figli non riescono a imparare, che hanno difficoltà a scuola e che non hanno metodo. La colpa però non è dei loro figli: chi si è preso cura di fornire loro un metodo efficace?
La scuola sembra essere l’unico settore dove ciascuno di noi cresce da autodidatta.
Ci dicono che dobbiamo sapere per esempio la Seconda guerra mondiale, ma non sappiamo minimamente come fare per interiorizzare quelle informazioni.
Per trasferirti meglio cosa intendo ti voglio raccontare un aneddoto. Un mio ex allievo in seguito diventato uno dei miei migliori amici si chiama Federico Ercules e all’età di 31 anni è già comandante di linea aerea con oltre 7.000 ore di volo.
Ogni volta che salgo su un aereo mi sento fiero e orgoglioso di avere un amico in grado di pilotare un mezzo del genere, che ha sulle spalle la responsabilità della vita di così tante persone.
Ho avuto il privilegio di fare un volo in cabina e vedendo la strumentazione e i comandi il primo pensiero è stato che non avrei davvero saputo da quale parte cominciare. Se mi avessero detto di sedermi e farlo decollare sarebbe stata strage sicura.
Per lui invece è tutto così facile. Sembra che gli venga spontaneo, come lo è per me andare in bici o memorizzare numeri lunghi centinaia di cifre. Poi rifletto e mi rendo conto che dietro tutto questo c’è solo un metodo. Lui ha frequentato una scuola di volo e adesso pilota un aereo con la stessa disinvoltura con la quale ciascuno di noi guida l’automobile.
Il metodo e l’allenamento sono alla base del successo in qualsiasi attività. Ogni volta che vediamo qualcuno che fa qualcosa di sorprendente rimaniamo a bocca aperta. Non so se ti sia mai capitato di vedere:
- un ginnasta volteggiare al trapezio;
- un ginnasta stare in squadra agli anelli;
- un pilota di motocross fare il giro della morte in aria;
- un pattinatore su ghiaccio roteare su se stesso.
Tutte le volte che ci capita di vedere una cosa del genere però non pensiamo che la persona in questione sia nata così, con il dono innato di saper fare così bene quello che fa. Sorge piuttosto spontaneo chiedersi quanto allenamento ci sarà voluto per ottenere quel risultato straordinario.
Questa domanda ci porta a provare una grande ammirazione perché immaginiamo quanto tempo e quanta determinazione abbia messo la persona in questione per arrivare dove è arrivata. In ogni campo, per eccellere sono necessari metodo, impegno e costanza.
Come si suol dire “Roma non è stata costruita in un giorno”.
arlando di capacità di apprendimento e di memorizzazione in Italia sono il primo e unico Grand Master of Memory. È un titolo molto ambito nel mio campo e lo ricevono solo coloro che durante il Campionato di Memoria sono riusciti a memorizzare:
- un numero lungo almeno 1.000 cifre in 60 minuti di tempo;
- almeno 10 mazzi di carte in 60 minuti di tempo;
- un mazzo di carte sotto i 2 minuti di tempo.
Quando mi chiedono come diamine sia possibile fare una cosa del genere la mia risposta è molto semplice: metodo e allenamento! Questo è il mio segreto, se di segreto si può parlare.
Non ho mai avuto una buona memoria, ma proprio per questo sono andato alla ricerca di buone tecniche. Nessun partecipante ai campionati mondiali di memoria pensa di avere una buona memoria, ma tutti sappiamo di avere buone tecniche.
Senza buone tecniche a scuola lo sforzo degli insegnanti non basta a farci innamorare dell’apprendimento. Molte volte ho avuto la sensazione che quando il bambino inizia ad affrontare la scuola sia un po’ come un adulto che si trova su un aereo e gli dicono: “Adesso fallo volare”.
In una situazione del genere la maggior parte di noi cadrebbe nel panico. Allo stesso modo il bambino si trova spiazzato e non sa come procedere. Chiede naturalmente ai suoi genitori, da cui si aspetta soluzioni pratiche. Fino a quel momento i genitori hanno risolto ogni suo problema, dal fargli trovare la tavola pronta quando ha fame al procuragli i vestiti, un luogo confortevole ecc…
Basta pensare a tutto quello che fa normalmente un genitore per dare ai propri figli il meglio, per non avere dubbi che anche in questa situazione vorrebbe essergli di aiuto. Ma in questo caso anche il genitore non sa come fare in quanto non conosce un buon metodo che lo possa aiutare. Cerca di compensare con il suo amore e dando suggerimenti del tipo “non ti agitare”. Alla fine dei conti sembra che il bambino riceva amore dai genitori, competenza dall’insegnante, ma che un metodo per studiare non lo riceva da nessuno. Il metodo è alla base e né l’amore dei genitori né la competenza degli insegnanti su un determinato argomento possono sostituirlo.
Però ho una bella notizia! A questo ci posso pensare io, ti aspetto a Torino il 12 aprile sull’evento Genitori in Azione.
Matteo Salvo, Grand Master of Memory