La spesa a Zurigo

Siamo tornati, dopo due settimane di mare un po' freschino, parecchie nuvole e una temperatura spesso più autunnale che da piena estate. Ma almeno mare è stato.

Abbiamo invertito la rotta, puntando a nord questa volta. Con la macchina carica all'inverosimile, che chissà mai se in questa vita riuscirò prima o poi nell'intento di viaggiare "leggera", grande dote che, purtroppo, proprio non ho. C'è da dire che in questi ultimi tempi ho un'ottima scusa aggiuntiva: l'importazione di prodotti tipici in territorio straniero. Dovrò anche darmi una regolata, altrimenti alla prima occasione di controllo alla frontiera dovrò divertirmi nel dimostrare di avere merce entro i limiti ammessi dalle normative doganali!

Diciamocelo sinceramente: per l'italiano all'estero la tentazione di portare con sé tutto il possibile da casa sua è quasi irresistibile, soprattutto quando i prodotti a cui sei abituato non sono facilmente reperibili in terra straniera, o quando hanno prezzi improbabili.

Recentemente un'amica mi chiedeva com'è fare la spesa in Svizzera. Parto col dire che, tutto sommato, non si tratta di un'esperienza così traumatizzante: siamo in Europa, a due passi dall'Italia e, anche nei Cantoni di lingua tedesca, l'influenza italiana a livello di cibo è sensibilmente presente. I prodotti principali a cui siamo abituati (tipo pasta, riso, olio, pomodori) sono reperibili ovunque, anche se le possibilità di scelta sono ovviamente più limitate, ma questo un po' per tutto, come ho avuto modo di notare. I supermercati sono mediamente più piccoli di quelli italiani e se da noi è possibile sbizzarrirsi tra decine di marche di qualsiasi articolo qui ce ne sono di media due o tre.

Non ci sono grandissime difficoltà linguistiche in occasione della spesa. Visto che l'Italiano è una delle lingue ufficiali della Confederazione, quasi tutte le etichette dei prodotti riportano informazioni anche nella lingua del bel Paese, con qualche eccezione in cui compaiono solo tedesco e francese. Sono esclusi, invece, i prodotti freschi e quelli confezionati direttamente dal punto vendita: in questi casi occorre arrangiarsi, armati di traduttore o dizionario, santa pazienza e una buona dose di intuito.

Prima di partire e toccare con mano la nuova realtà, mi aspettavo, con una certa preoccupazione, di trovare sugli scaffali locali stranezze raccapriccianti da un punto di vista alimentare, come spesso accade quando si viaggia per il mondo (e anche solo in Europa, a volte), quelle cose che piuttosto moriresti di fame. Io non sono particolarmente schizzinosa, anzi, in tema di cibo sono estremamente curiosa e amo assassaggiare cose che non conosco, ma ho alcuni ricordi di vacanze giovanili nei Paesi anglosassoni dove, davvero, in alcune occasioni sarebbe stato meglio saltare il pasto! Qui in Svizzera, in realtà, non mi pare affatto sia così: al di là degli onnipresenti wurstel, di decine di tipi differenti (e devo ancora capire esattamente in cosa differiscano!!!) non ho ancora incontrato cibarie assolutamente raccappriccianti. Gli svizzeri, poi, sembrano persone mediamente salutiste. E' molto raro incontrare adulti sovrappeso e non mi è ancora capitato di imbattermi in bambini obesi, cosa che in Italia, purtroppo, da qualche tempo sta diventando un piaga abbastanza seria. Si trova ovunque frutta e verdura, delle più diverse specie e qualità, alcune delle quali non mi era mai capitato di vedere da noi.

In estrema sintesi posso dire, quindi, che fare una buona spesa a Zurigo non è affatto un'impresa ardua, anche se è senz'altro un'esperienza meno "goduriosa" che nei negozi di casa nostra. Con qualche eccezione ovviamente: il cioccolato e le famose caramelle balsamiche che, guarda caso, sono state acquistate non da me, ma dal marito ;-)

L'unica vera nota dolente dello shopping elvetico (non solo di generi alimentari!) è data dai prezzi: il costo della vita è estremamente elevato rispetto ai livelli italiani. In media i prodotti e i servizi costano il doppio o il triplo che dall'altra parte delle Alpi, tanto è vero che, chi può, e coi limiti imposti dalle tabelle doganali, si reca spesso nei Paesi confinanti (non solo Italia, ma anche Francia e Germania) a fare spesa alimentare e non solo!

 

 

Ritratto di Carlotta G

Posted by Carlotta G

Da sempre curiosa di altre culture e abitudini, mamma espatriata con famiglia a Zurigo dal (quasi) lontano 2013. Blogger a tempo perso, studentessa suo malgrado di lingua teutonica e insegnante di Yoga, dove finalmente è solo se stessa e prova ogni tanto a indicare anche agli altri la possibilità di essere solo se stessi.
Da secoli si ripromette di scrivere un libro, forse, prima o poi. Non sullo yoga, ma sulla capacità di "vivere altrove". Intanto scrivo della mia vita a nord delle Alpi anche sul mio blog personale La vita a modo mio