Questa sera la famiglia espatriata tornerà verso sud, una tappa a "casa" poi direzione mare, anche se solo per mamma e figlio, visto che i padri, si sa, a giugno lavorano. In Svizzera, poi!

In Svizzera a giugno non finiscono neppure le scuole, qui siamo ancora abbastanza lontani dalla fine dell'anno scolastico che termina, invece, verso fine luglio e prevede cinque settimane di vacanza (sì, un mesetto, non due e mezzo come in Italia).

La situazione dei bimbi piccoli, però, è un po' differente, visto che, anche in questo caso, il sistema scolastico svizzero è molto diverso da quello italiano e fino ai cinque anni di età non esistono strutture pubbliche equiparabili ai nostri asili. A partire dai cinque anni scatta l'obbligo scolastico vero e proprio che prevede, per un paio d'anni, la frequenza del Kindergarten (più o meno equivalente alla nostra scuola dell'infanzia), per poi arrivare all'inizio della scuola elementare verso i sette anni.

Ho scoperto, tra l'altro, che l'obbligo scolastico a cinque anni è stato introdotto in Svizzera solo in tempi recenti, per risolvere una situazione che stava diventando problematica dal punto di vista educativo: non essendo affatto scontato che un bimbo avesse frequentato altre comunità di suoi simili fino all'ingresso alla scuola elementare, erano abbastanza frequenti casi di grandi difficoltà di adattamento alla vita scolastica e sociale. Per questo motivo i due anni di "scuola materna" sono entrati a far parte del ciclo di istruzione obbligatoria, ma si continua a discutere della possibilità/necessità di equipararne l'ingresso all'età prevista nella generalità dei paesi europei, tra i tre e i quattro anni.

E i nidi, vi domanderete? La questione, agli occhi di chi proviene da altre culture, è abbastanza curiosa. Esistono migliaia di asili nido, in pratica uno ad ogni angolo di strada, sono per lo più strutture di piccole dimensioni, attrezzate ad ospitare bimbi dai tre-quattro mesi fino ai quattro anni (normalmente le classi sono "miste", cioè formate da piccoli di età diverse) e sono tutti privati.

Ciò comporta che, mentre la scuola pubblica svizzera è totalmente gratuita (anche per quanto riguarda libri di testo e strumenti didattici), i costi dei nidi siano elevatissimi. Motivo per cui le famiglie che possono optare per soluzioni alternative (ad esempio la mamma che non lavora, e qui è abbastanza normale non lavorare quando si hanno figli piccoli, oppure che lavora con part-time verticale) non mandano i bimbi al nido, oppure li mandano solo qualche giorno alla settimana per contenere i costi. 

Ma al di la di età, oneri economici e durata delle vacanze (molti nidi privati hanno periodi di chiusura estiva brevissimi, due-tre settimane al massimo, per agevolare il più possibile le esigenze lavorative dei genitori) ci sono altri aspetti curiosi per uno straniero, aspetti che, a prima vista, possono sembrare davvero "alieni".

Bambini a spasso sotto la neve - Svizzera

Ho già avuto occasione di dire che qui i bambini fanno vita all'aria aperta con qualsiasi condizione meteorologica.
Ciò significa che tutti i nidi, gli asili, le scuole sono attrezzate a portare fuori i piccoli ospiti e le attività all'aperto costituiscono parte importantissima dell'attività educativa.

Può trattarsi di una semplice passeggiata fino al parco di quartiere, oppure la visita allo zoo, la gita nel bosco con tanto di pic-nic e sonnellino in tenda, o il giro in tram per arrivare al parco piu bello.
I bambini, anche molto piccoli, anche se ancora non camminano, sono accompagnati fuori dalle educatrici quasi tutti i giorni.
Ed è strano, inizialmente assai curioso e anche un po' inquietante ai nostri occhi di madri italiche ed ansiose, vedere questi esserini minuscoli, dotati di pettorina gialla fosforescente, camminare in fila, per mano alle ragazze(ine) che li accompagnano ad esplorare il mondo. 
Ma è quando ti abitui all'idea che ti assale il dubbio che, dall'altra parte del confine, ci stiamo davvero perdendo qualcosa.

 

Immagine tratta dal sito picistore.com

Ritratto di Carlotta G

Posted by Carlotta G

Da sempre curiosa di altre culture e abitudini, mamma espatriata con famiglia a Zurigo dal (quasi) lontano 2013. Blogger a tempo perso, studentessa suo malgrado di lingua teutonica e insegnante di Yoga, dove finalmente è solo se stessa e prova ogni tanto a indicare anche agli altri la possibilità di essere solo se stessi.
Da secoli si ripromette di scrivere un libro, forse, prima o poi. Non sullo yoga, ma sulla capacità di "vivere altrove". Intanto scrivo della mia vita a nord delle Alpi anche sul mio blog personale La vita a modo mio