La nascita: l'evento più naturale che esista al mondo. Oggigiorno, qual è il limite tra rispetto della natura e ricorso alla tecnologia? Occorre riappropriarsi della propria istintualità per (ri)scoprire come dare alla luce il proprio bambino... naturalmente!
Uno dei motivi che mi ha spinto a fare di questa professione la mia scelta di vita, è l’opportunità di vivere da vicino la cosa più naturale che esista al mondo: la nascita. Non capita spesso di soffermarsi a pensare che non ci sia niente di più naturale e primordiale del percorso che ci ha portato ad essere, gradualmente, un gruppetto di cellule, una masserella in via di definizione, un individuo.
A volte sarebbe opportuno soffermarsi sul come, sommersi dall’era della tecnologia e delle scienze mediche, abbiamo quasi dimenticato il limite sottile e delicato tra natura ed intervento umano, tra rispetto della prima e le reali necessità di imposizione del secondo.
La gravidanza e il parto sono l’espressione suprema di una necessità reale e naturale: la prosecuzione della specie. Lungi da una sterile definizione scientifica (e tralasciando, naturalmente, situazioni patologiche), la verità è che siamo perfettamente in grado di procreare a partorire, nella misura in cui i nostri bambini sono in grado di nascere.
Siamo fatte così dalla notte dei tempi: tutta la sapienza, la conoscenza, l’esperienza,la sicurezza sono scalfite in ognuna delle nostre cellule, incise nel nostro dna, tramandate di generazione in generazione. Eppure, spesso questi non sono sentimenti che appartengono alla donna che sta per mettere al mondo suo figlio, dominata altresì da insicurezza, paura, desiderio di cedere ad altre persone (tanto più se si tratta di un medico) le redini del proprio parto rischiando di diventare spettatrice estranaea dello spettacolo più bello che si possa mettere in scena: la nascita del proprio bambino e la propria trasformazione da donna in madre.
Tante sono le donne insoddisfatte del proprio parto o, in casi estremi, così traumatizzate da non volerlo neanche ricordare. Sono forse questi i sentimenti che dovrebbero scaturire dall’evento più naturale e più grandioso che esista?Non è forse tutto questo sintomo di una società malata e stanca, che potrebbe trovare ristoro riascoltando l’eco dei propri passi, riscoprendo e valorizzando quanto di più naturale esista?
Riflettiamoci.
Daniela Santoro
immagine tratta dal sito: www.risvegliodellacoscienza.com