Sembra che tutto sia già stato conquistato, che resistenza e libertà siano parole d'altri tempi. La prima non serve più perché la seconda ce l'abbiamo.
Se ci soffermiamo a pensare a quanto le donne prima di noi hanno combattuto per consegnarci diritti e libertà e se riflettiamo su quanto aspra sia la lotta per la supremazia sulle donne e quanto questo si traduca in violenze fisiche o psicologiche.
Se ci soffermiamo sul terribile dato che l'Italia è stata dichiarata un paese dove i diritti civili vengono negati non solo agli immigrati ma anche alle stesse donne italiane.
Se pensiamo alla disparità di trattamento nel mondo del lavoro, al mancato riconoscimento del maggior valore e impegno profuso nello studio, nella ricerca, negli obiettivi raggiunti dalle donne.
Se riflettiamo su quanto anche il legislatore manchi nel considerare le necessità delle donne, che chiedono leggi per essere difese dalle violenze fisiche e psicologiche e quanto invece egli si premuri di voler legiferare sul corpo e a danno del corpo delle donne, come con la vituperata L. 40/2004, allora ci renderemo conto che è necessaria una nuova Resistenza delle donne, ma non la vogliamo una resistenza solitaria, vogliamo una resistenza solidale, chiamiamo al nostro fianco gli uomini, quelli che sanno che riconoscere il valore delle donne non è riduttivo del loro essere uomini.
Resistenza, da questo 8 marzo 2013, per tutte noi unite al fine di costringere la politica ad occuparsi delle donne e dei bambini, le parti più deboli ma quelle su cui non si può non contare per garantirci un futuro degno di essere vissuto.
Foto: Il 3 marzo di 100 anni fa a Washington (USA), ebbe luogo una storica marcia per chiedere che il diritto di voto fosse esteso alle donne. Nella foto della Libreria del Congresso USA appaiono sei partecipanti alla marcia.