Quest’anno ho capito perché c’è la festa della mamma, quella del papà, quella dei nonni, quella delle famiglie, ma nel calendario non c’è mai la festa dei figli. E scrivo questo post da figlia (unica) perché è la mia mamma, in qualità di nonna dei gemelli, che devo festeggiare.
La mia mamma che, da quando è diventata supernonna, dorme poco, stira tantissimo, entra ed esce furtivamente di casa per non svegliare nessuno, cucina per quattro (quattro cose diverse), cuce pantaloni su misura (ogni due mesi nuovi per adattarli ai twins crescenti).
La mia mamma ha passato notti a preparare biberon (per lasciarmi dormire), a cullare un bimbo con le coliche.
La mia mamma consola sempre chi piange, percorre chilometri e chilometri spingendo il passeggino per darmi il tempo di fare la doccia o andare dal parrucchiere.
La mia mamma, in quanto mamma di una mamma di gemelli, sopporta tutti i miei scazzi, fa le cose senza che gliele chieda, capisce dal tono della mia voce al telefono se i bambini sono malati o hanno mal di denti, se ho litigato con qualcuno o se ho un problema sul lavoro.
Sono grata, anche se a volte non lo dimostro, alla supernonna dei miei gemelli.
E sono fortunata perché la mia mamma è sempre al mio fianco in quest’avventura difficile e tanto gratificante: qui la festa dei figli, quelli amati e rispettati, come tutti dovrebbero essere, non ha bisogno di essere fissata sul calendario: è tutti i giorni.