Si pensa che lo psicomotricista sia lo specialista al quale ci rivolgiamo per problematiche esclusivamente motorie, se un bimbo corre con i piedini storti o sale le scale con difficoltà.
In realtà le possibilità di questa professione sono molto ampie, si parla di interventi di prevenzione quando nelle Scuole dell'Infanzia si attuano percorsi per rafforzare i prerequisiti per la scrittura e la lettura ( se ci pensiamo bene sono entrambe azioni motorie ma implicano aggiustamenti anche di tipo percettivo). Attraverso la psicomotricità si possono ottenere ottimi risultati anche in assenza di problematiche specifiche conclamate per tutta una serie di difficoltà che riguardano la sfera comportamentale nei bambini.
Percorsi che aiutano il bambino ad accettare le regole, ad aumentare i tempi di attenzione e a frenare l'istintività, ancora più efficaci se vengono intrapresi precocemente, prima dell'ingresso alla Scuola Primaria.
Un altro aspetto sul quale lo psicomotricista lavora è il processo di lateralizzazione fondamentale per un buon orientamento dapprima su di sè e successivamente sull'altro, conoscere la destra e la sinistra ci aiuta ad orientare lo spazio del foglio nel quale andremo a scrivere (la scrittura ha un'orientamento ben preciso).
Ci sono poi tutti gli aspetti più specificamente motori che riguardano la scrittura, l'impugnatura, la forza che si esercita (troppa o troppo poca) nell'atto dello scrivere. Anche la lettura ha in se molti aspetti sui quali anche lo psicomotricista può lavorare, la decodifica dei simboli in suoni e al contrario dal suono al simbolo (grafema) presuppone una buona capacità di rappresentare mentalmente, aspetto che molto spesso viene trascurato.
Per riuscire bene un intervento psicomotorio deve tenere alta la motivazione nel bambino, il quale si deve sentire accolto e accettato per riuscire a modificare le azioni che non risultano efficaci ed arricchire il proprio bagaglio esperenziale.
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Silvia