Jizo è il dio dei bambini che non sono nati, o che non sono vissuti abbastanza per diventare grandi. Quando uno di loro muore o non arriva a nascere la madre cuce un bavaglino e un berrettino e lo porta al piccolo dio, perché protegga il suo bambino.

Perché i bambini meteora, secondo i giapponesi, devono scontare una colpa: la colpa di avere fatto soffrire così tanto, morendo, i loro genitori. E questa colpa pesa come un macigno e li trattiene negli inferi, impedisce loro di salire verso la luce. 

Cercano, i bambini, di risalire l'abisso, ma ogni volta rotolano di nuovo giù.
Ed è solo Jizo che li può aiutare, costruendo torri di pietra che i bambini possono scalare per raggiungere finalmente il cielo.

 

In Giappone c'è un posto che si chiama Abisso di Kanmangafuchi.
Non è un abisso, in realtà, ma una valletta bellissima e verde, fitta di alberi, in cui scorre un torrente.

 

 

L'abisso di Kanmangafuchi è percorso da un sentiero, e lungo questo sentiero vegliano innumerevoli Jizo. 

Si dice che nessuno sia mai riuscito a capire quanti sono: perchè i piccoli Jizo sono burloni e di notte di scambiano di posto, quindi ogni volta il conto viene diverso.

 

 

 

I Jizo stanno lì da centinaia di anni, ad ascoltare il vento tra gli alberi e il suono dell'acqua nel torrente.
Ogni tanto una mamma porta un cappellino e un bavaglino rosso, o un piccolo dono. E a metà del percorso, subito dopo un piccolo ponte di pietra, un Jizo tiene tra le mani una cassettina, per le monete che i passanti vorranno regalargli.

 

 

 

Sono andata in quella piccola valle, ed è uno dei posti più belli che abbia visto in Giappone. C'è una grande pace lungo quel sentiero, che ho percorso fino in fondo passando sui ponticelli e arrampicandomi lungo scalette di pietra.

 

 

E sulla via del ritorno - mio marito e mia figlia ormai spariti tra gli alberi, la sera che scendeva, un tuono che brontolava lontano - non riuscivo ad andarmene, a staccarmi da quel posto. 

 

 

 

E alla fine ho capito perché, e ho messo anch'io la mia moneta nella cassettina di pietra del piccolo Jizo.

 

 

La mia moneta la vedete nell'ultima foto: l'ho messa per me, ma anche per voi.

 

E qualcuno degli altri Jizo che abbiamo incontrato in giro per il Giappone: ce ne sono di nuovi e di vecchi, di grandi e di piccoli, stanno in mezzo ai grattacieli o lungo le stradine di campagna, ma tutti hanno il loro cappellino e il loro bavaglino...