L'inserimento è iniziato, anzi sarebbe già finito... e il bimbo piange ancora molto al distacco?
Iniziamo col dire che è "normale", fisiologico, il pianto. Il bimbo non ha ancora acquisito, rispetto al nuovo ambiente (nuovo anche se non si è al primo anno!), quella sicurezza che gli permette di vedere allontanarsi il proprio adulto di riferimento con serenità e fiducia rispetto al suo ritorno.
Dentro a questo pianto disperato, per gli adulti talvolta inconcepibile, si annida il concetto fondamentale di attaccamento che, rubando le parole a Bowlby, è "quella forma di comportamento che si manifesta in una persona che consegue o mantiene una prossimità nei confronti di un altro individuo differenziato o preferito, ritenuto in genere più forte e più esperto, in grado di affrontare il mondo in modo più adeguato".
Con Mary Ainsworth, poi, il concetto si arricchisce del ruolo del genitore-"care giver", colui che fornisce "una base sicura, da cui un bambino o un adolescente possa partire per affacciarsi sul mondo esterno e a cui possa ritornare sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato".
Come fare, allora, a consolidare la "base sicura" al momento dell'ingresso all'asilo?
Le letture di libri sull'argomento possono aiutare, ad es. trovo carino il libro "No, no, no... L'asilo no!" di Giunti Ed., con tante attività divertenti da svolgere.
Sicuramente anche la musica può aiutare a rendere meno traumatico il momento del distacco.
Ad es. la mamma può portare con sé un campanellino e dire al bimbo che ogni volta che lei lo suonerà, al lavoro o a casa o a fare la spesa, vorrà dire che starà pensando al suo bimbo.
La stessa cosa accadrà quando all'asilo suonerà la campana dell'inizio delle attività o del pasto o dell'uscita: significherà che la mamma lo sta pensando. Oppure, se le maestre saranno aperte a questa possibilità, il bimbo stesso potrà tenere con sé un campanellino e suonarlo tutte le volte che vorrà pensare alla sua mamma e sapere che lei pensa a lui.
E' importante rassicurare il bimbo sul fatto che lo si tornerà a prendere e gestire con il sorriso il momento dell'ingresso all'asilo, anche se il bimbo piange, rimanendo in empatia con lui e dicendo che "lo si capisce" ma dicendogli che la mamma è contenta perché sa che starà bene e quando lo andrà a prendere avranno tante cose da raccontarsi della giornata.
E poi, se si può, andare gradualmente: al di là dei tempi di inserimento dettati dalla scuola, andarlo a prendere alla prima uscita (magari anche prima del pasto, se si può), finché non lo si vede più sereno e rilassato.
La gradualità aiuta, sempre che la si possa applicare, lavoro permettendo.