Voi vi siete mai intromessi nei giochi dei vostri figli? A me, come mamma è, capitato tante volte, anche senza volerlo… ma sarà davvero la cosa migliore da fare?  

Diciamolo, spesso noi genitori, quando siamo in compagnia dei nostri pargoli e dei bimbi in genere, tendiamo, senza neanche accorgercene,  ad organizzare i loro momenti di gioco, per i più svariati motivi: primo tra tutti quello di evitare che ci distruggano la casa o la sporchino fino all’inverosimile; sono più le volte che gli leviamo dalle mani farina, zucchero, liquidi di vario genere, o anche colori per dipingere, piuttosto che quelle in cui permettiamo loro di impiastricciare con quello che  capita a tiro in ogni luogo della casa.

In altri casi invece li osserviamo intenti a giocare ma, quando secondo noi non lo fanno nel modo giusto e  stravolgono tutte le regole, o peggio ancora usano un giocattolo in modo improprio,  ci viene istintivo correggere i loro sbagli; chi di noi non ha mai detto ai propri figli: “ Non così tesoro… ti spiego io come fare!”

Altre volte i nostri bimbi scelgono delle attività rumorose e allora noi li rimproveriamo e spesso, alla fine, imponiamo loro di cambiarle, perché le nostre orecchie gridano aiuto.

Insomma noi genitori direzioniamo spesso il gioco dei nostri figli;  non ricordiamo mai che per loro è un istinto innato e spontaneo, presente sin dalla nascita. Per loro ogni forma di relazione con l’ambiente, con gli altri esseri viventi e con gli oggetti parte dal gioco e finisce nel gioco.

Difatti già nei primi mesi di vita il neonato gioca con il suo stesso corpo con le manine ed i piedini e con gli oggetti che lo circondano e, attraverso il divertimento, esplora, osserva, apprende e decodifica la realtà circostante e questo varrà poi per ogni tappa successiva della sua crescita.

Con l’acquisizione di maggiori  abilità motorie e competenze, il bimbo arricchisce anche i suoi momenti di divertimento di ulteriori significati; così, dopo il primo anno di vita, si può parlare di gioco simbolico; infatti il piccolo inizia a inscenare le situazioni, che vive e che vede ed ad interpretare i ruoli delle varie figure, con cui interagisce nel quotidiano, al fine di reinterpretare la realtà, per assimilarla ed apprendere le nozioni necessarie alla sua crescita.

Dai tre anni in poi grazie all’uso della fantasia egli, nell’attività ludica, rivive anche le sue frustrazioni quotidiane e si inizia a delineare il cosiddetto gioco drammatico, in cui il piccolo rivive momenti quotidiani in cui si è trovato a disagio, come nel caso di un rimprovero ricevuto.

Attraverso la finzione, egli  intenzionalmente impersona il ruolo di chi lo ha punito; sfoga così i sentimenti negativi e  riesce in questo modo ad assimilarli; questa dinamica fortemente liberatoria è essenziale per un sano sviluppo.

Quindi è chiaro che in ogni fase evolutiva dei nostri figli il ruolo del gioco è centrale, ai fini di un’ esplorazione libera del mondo circostante e del sé interiore. Se vissuto liberamente, con minime intromissioni degli adulti, permetterà loro di diventare autonomi ed equilibrati.

Detto ciò, ci accorgiamo  noi genitori di quanto limitiamo i nostri figli durante il giorno? Di quanti sbagli in questo senso commettiamo?

Basta pensare a quando richiamiamo i nostri bambini mentre si divertono o esplorano, con affermazioni del tipo: “Non toccare”, “Fermo!” “Non sporcarti!”, etc. A noi sembra di evitare loro dei pericoli e delle spiacevoli conseguenze ma, in realtà, trasferiamo ai nostri piccoli solo ansia e sfiducia nelle loro capacità,  andando ad alimentare le loro insicurezze e le loro paure, limitando la loro innata curiosità e necessità di scoperta fondamentali per lo sviluppo. Alla luce di questo non dovremmo dare più tanto peso al fatto che si sporcano o imbrattano le pareti; meglio sporchi che troppo fragili e insicuri!

E  quante volte ci arrabbiamo, se non usano un giocattolo in modo giusto o se, peggio ancora, lo lanciano o lo rompono; dovremmo invece permettere loro di capire cosa succede, se il gioco si rompe, ma in piena autonomia…avendo fiducia che, prima o poi, capiranno.

Un altro grande errore di noi genitori, secondo me, è quello di permeare di realismo i loro giochi, di voler a tutti i costi spiegare come si dovrebbe giocare; cosa di dovrebbe fare, negando la loro immaginazione e dimenticandoci che la loro realtà a questa età è frammista alla fantasia e che essi hanno un gran bisogno di quest’ultima per crescere.

Per rendere i nostri figli più liberi e felici, allora, da oggi, non chiediamo più  loro di adeguarsi alla nostra realtà di adulti; piuttosto decidiamo di immergerci  nel loro mondo fantastico, senza regole o schemi prefissati, tranne quelli non scritti della curiosità e della fantasia;ricordiamoci di farlo  almeno quando giochiamo insieme a loro!

 

Ilaria Sacchetti

Ritratto di Ilaria Sacchetti

Posted by Ilaria Sacchetti

Sono Ilaria, una mamma come tante; credo molto in quello, che possono fare i genitori per i propri figli e in generale in chi accudisce tutti i giorni i bimbi con amore e dedizione.
Nel mio piccolo, come mamma alle prime armi, cerco, tra esperimenti  a volte riusciti, letture di psicologia infantile e consigli chiesti ad esperti, di risolvere i piccoli e grandi problemi giornalieri. 
Tra le fasi più dure per me, come madre, c’è stata quella del famigerato “spannolinamento”; quando sono uscita dal tunnel, mi sono ritrovata  piena di appunti, presi dai libri e consigli utili, ricevuti dagli esperti nei momenti di panico e allora ho pensato:  “Perché non aiutare anche altre mamme o papà che non sanno che pesci prendere?”