Oggi, frequentemente, noi adulti oscilliamo tra un eccessivo autoritarismo e un estremo permissivismo nei confronti dei nostri figli; finiamo spesso per dargliele tutte vinte, o impartiamo punizioni rigorose, in risposta alle loro bizze.
A conti fatti passiamo le giornate tra le urla, o a contrattare con loro anche sulle minuzie; ma non eravamo noi in famiglia che dovevano stabilire le regole e fissare i limiti da non superare?
Perché invece bastano dei capricci, per farci subito perdere la bussola?
Forse la causa è da ricercare nei nostri ritmi di vita.
Noi adulti dobbiamo sostenere giornate frenetiche, subiamo costanti pressioni e rispondiamo a richieste incessanti in tutti i settori: casa, lavoro, figli, famiglia; questo riguarda soprattutto noi mamme, sempre in corsa contro il tempo, per assolvere al meglio tutti i nostri doveri.
Il più delle volte, noi genitori non abbiamo più a disposizione neanche pochi minuti, per fermarci a ragionare con i nostri figli, o per ascoltare le loro rimostranze; la sera torniamo dal lavoro esausti e non abbiamo la forza di reggere l’ennesima prova di forza; così cediamo, pur di non sentire le urla assordanti dei nostri figli; vogliamo solo un po’ di pace e, accontentandoli, la otteniamo almeno per un po’, il risultato sarà lo stesso sgridandoli, o impartendo loro una bella punizione.
Così, spesso ci dimentichiamo che bisogna agire per il loro bene e pensiamo solo a come trovare il modo di azzittirli e ritagliarci dei minuti di tranquillità solo per noi.
Ma la nostra reazione ai capricci dei piccoli è sbagliata e dipende spesso dalla prospettiva dalla quale, noi adulti, li guardiamo; infatti siamo portati a considerarli come una manifestazione incontrollata, inspiegabile e senza un senso ben preciso; ma in realtà, il capriccio esteriore, più delle volte è il segno di un disagio più profondo insito nel bambino; egli prova in quel momento delle emozioni molto forti e, trovandosi in difficoltà nel gestirle, esplode in comportamenti incontrollabili; sostanzialmente le bizze sono un grido d’aiuto dei nostri figli e noi non dovremmo mai dimenticarlo.
Ecco perché, in questo frangente, diventa fondamentale il nostro ruolo di guida nei confronti dei piccoli; dobbiamo aiutarli a dare un nome al disagio, che provano e scoprirne insieme le cause, per trovare vie alternative al capriccio incontrollato e violento e per risolvere il loro dramma interiore.
Ma voi vi chiederete come riuscire a resistere alla tentazione di sgridarli, punirli, o cedere sfiniti ai loro capricci.
Dobbiamo avere chiara la consapevolezza che siamo noi genitori, il faro nella notte per i nostri bambini e che solamente noi possiamo guidarli verso un atteggiamento più sereno e diverso nei confronti di ciò che sul momento li turba, mantenendoci fermi e saldi nelle nostre posizioni e pazienti…
La gestione dei capricci, in fondo, non è poi così diversa da quella di altri problemi quotidiani che, come genitori, affrontiamo ogni giorno.
Ad esempio quando dobbiamo salvare i piccoli dai pericoli quotidiani, dal toccare la presa della corrente, o dai giochi inadatti alla loro età, inizialmente li proteggiamo noi, evitando fisicamente i rischi ed opponendoci con decisione diciamo loro: “non toccare questo o quello, non fare questo gioco non è adatto, attento alla strada e così via”…
Facciamo questo perché sappiamo bene a cosa vanno incontro i nostri piccoli; poi, dopo averli protetti, a freddo, superato il peggio, spieghiamo loro perché una cosa è più, o meno pericolosa, perché non si deve fare e come difendersi da soli dai rischi; quindi offriamo loro i mezzi per essere consapevoli della situazione di pericolo e difficoltà, per poi saperla gestire al meglio, cosa che riusciranno a fare sempre più, crescendo.
Ora, da quanto detto, appare chiaro che i nostri figli hanno bisogno di noi, per imparare a capire cosa è pericoloso e cosa non lo è; lo stesso vale per i capricci.
Allora prendiamo per mano i nostri figli e non scambiamo i loro malumori per trucchetti, o strategie; essi non sanno, come noi adulti, gestire le emozioni, che li pervadono; aiutiamoli noi giorno per giorno, caso per caso, a farlo .
Quando capiterà, se non è già capitato, di perdere la pazienza, di sgridarli, di urlare, reazione del tutto comprensibile, una volta passato il momento di nervosismo e ritrovata la calma, chiediamo scusa ai nostri piccoli e spieghiamo loro cosa ha prodotto la nostra reazione esagerata; capiranno così che anche gli adulti, a volte, non sanno gestire le emozioni; ma che se si superano i limiti, si può sempre tornare indietro ed è necessario farlo, per ritrovare la serenità e imiteranno, in caso di capricci, questo atteggiamento positivo.
Ricordiamoci sempre la cosa più importante: noi siamo i punti di riferimento più forti, per i nostri piccoli; allora facciamo sentire loro che non sono soli in questi momenti di disagio, che noi li aiuteremo sempre a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato; i nostri argini serviranno a far scorrere sereno il fiume della loro crescita… per evitare pericolose e inarrestabili alluvioni.
Ilaria Sacchetti
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