Tutti mi dicono che sono bravissimi. Insomma, vivaci, carini, simpatici, ma bravi. Lo dicono le nonne, le zie, le maestre dell’asilo, i passanti. Le altre mamme, invece, di solito capiscono. E compatiscono.
Ma volete vederli quando è ora di prepararsi per uscire? Che quando uno è finalmente tutto vestito, dopo una battaglia con tanto di inseguimenti per tutte le stanze, su e giù da letti e sofà, comincia a togliersi una scarpa e poi l’altra e le calze?! Il berretto neanche ci proviamo a infilarlo. Aspettiamo che nevichi. Anche cambiare il pannolino è una battaglia, un po’ per gioco, un po’ per presa di posizione, ma a 21 mesi due gemelli possono sembrare due puledri indomabili.
Ci sono stati già altri periodi così, penso, ad esempio, ai sandali all’inizio dell’estate, che per digerirli c’è voluta una settimana, o alla fase no-doccia. Adesso è così con le ciabattine da casa. Non ne vogliono sapere. E tra una guerra e l’altra con i vestiti e con la pappa, con la nanna o con tutte le cose insieme, dipende dai momenti, ci sono i giochi e le diavolerie quotidiane. Perché ne combinano di ogni colore. L’ultima proprio ieri: il contenuto di un’intera scatola di pastelli appena introdotta nel ring dei giochi (l’intero salotto) è completamente sparito. Ho cercato sotto i mobili, sotto il tappeto, sotto il divano. Niente. Finché ho avuto un lampo di genio e ho ricordato di aver visto bimba armeggiare con i pastelli vicino alla cassa dello stereo.
Et voilà. Appena l’ho sollevata, effetto maracas: piena di pastelli, ma assolutamente inapribile.
Nel novero delle marachelle, comunque, c’è molto altro: come rompere una caraffa di plastica scagliata al suolo a con violenza inaudita, frantumare lo schermo dell’Ipad (colpa della mamma, comunque), riempire di graffiti a pastelli a cera il pavimento (per i muri provvederemo al più presto, credo), fare pipì sul tappeto, colorare il divano con un evidenziatore.
E poi ci sono i combattimenti corpo a corpo per i giochi, per stare in braccio alla mamma, per detenere il controllo del telecomando. Le guerre per i giochi, spesso, finiscono a suon di morsi e spintoni e strilli. Le battaglie per stare i braccio alla mamma finiscono con la schiena (della mamma) perennemente a pezzi, quelle per la tv, con il telecomando che sparisce per giorni perché non ricordo dove lo nascondo.
Insomma gemelli fa rima con monelli. Provate a dimostrare il contrario.