Gaia, tu sei fatta per partorire. Ogni singola porzione del tuo corpo, in questo momento sincronizzata con il vortice di ormoni nella perfetta chimica del parto, sa cosa fare.
Non avere timore di lasciarti andare, di lasciare che, per una volta, il tuo lato primitivo prevarichi il razionale. E non lasciare che questo timore ti induca a cercare aiuto altrove, quando il giusto sentiero è già stato tracciato in te e vede già una nuova vita percorrerlo.
Respira. In questo atto così ovvio e naturale c’è il soffio della vita. Il primo respiro ci introduce al mondo, non è un caso che respiro e nascita, atti ed eventi naturali, siano così intimamente intrecciati tra loro. Col tuo respiro dai respiro a un’altra vita e nuovo ristoro al tuo corpo affaticato, al tuo spirito stremato. Chiudi gli occhi e lascia che le acque di vita fluiscano in te, non molto lontano c’è un vascello in cerca di un porto sicuro, un faro che illumini la via per il posto migliore che esista: l’abbraccio di mamma!
Accogli il tuo dolore, non mandarlo via; il tuo grido è il grido del tuo bambino che vuol dirti: mamma, aiutami a trovare la strada per raggiungerti. Il dolore esiste perchè tu possa ascoltarlo, perché possa indicare a te e al tuo bambino la giusta via.
Ascoltati e abbi fiducia nelle tue forze, lasciati percorrere, non irrigidirti e il tuo corpo e il tuo bambino, quando saranno pronti e lo riterranno giusto, lavoreranno in perfetta simbiosi, perché sapranno cosa fare. Il corpo lavora, ma la mente dirige: se credi di non sapere cosa fare, di non riuscire a vedere uno spiraglio di luce, probabilmente il tuo corpo si irrigidirà, il tuo profondo vortice si chiuderà, sentendosi minacciato, credendo tu non sia pronta. Probabilmente interverrà qualcun altro a dirti ciò che devi fare e come ti devi comportare o, ancor peggio, la scienza medica lo farà al posto tuo. Ma prova a chiudere gli occhi, a scavare a fondo lontano dalle sensazioni passeggere e dai pensieri limitanti, pensa a quanta forza sei in grado di sprigionare, portatrice e custode di un mistero che è ancora complicato svelare.
Stai con il tuo partner, lasciati coccolare, massaggiare, amare. Pensa al bambino che non vede l’ora di nascere, pensa ai suoi dolci lineamenti, alle sue piccole mani, al suo buonissimo profumo di vita; parlagli, come avrai certamente fatto sino ad ora e lasciati inondare dai pensieri d’amore. L’amore stimola l’ossitocina, l’ormone del parto. L’ormone che fa aprire il cuore e la cervice. E così, il parto diventa amore, non dolore. E quando sarai completamente pronta, lascerai che il tuo corpo faccia ciò che deve fare, senza inibizioni; ti aprirai alla vita che fluttua in te, tendendole idealmente la mano in un paradossale salto nel buio…verso la luce!
Ora apri gli occhi Gaia. Stringi tra le braccia il tuo miracolo, stringilo nel suo porto sicuro. E’ proprio qui, l’amore più grande che esista. Ora sai che puoi dare la vita, anche se il tuo corpo l’ha sempre saputo; e insieme ad essa rinasci con nuova forza, ma hai già dimenticato tutto l’affanno, tutto il dolore…e il mistero è ancora complicato da svelare…
Gaia sei tu che leggi, qualunque sia il tuo nome, dea madre che reggi il mondo. Ad ogni vita che nasce il miracolo della creazione si rinnova, perciò cerca la forza nelle tue radici, perché tu sai cosa fare, perché tu sei fatta per dare la vita.
Daniela Santoro
Immagine tratta da https://www.facebook.com/pages/MotherRoots-Healing-Arts