Ogni donna vorrebbe dare alla luce il proprio bambino in totale tranquillità, intimità e riservatezza, ogni donna desidera un parto a propria misura, nel pieno rispetto dei reali bisogni della triade madre-bambino-padre. Per questo motivo moltissime donne pensano al parto in casa, cercano la loro ostetrica, si informano a dovere e valutano questa ipotesi. Ma il dubbio più grande che preoccupa i futuri genitori è essenzialmente uno: il parto in casa è sicuro?

Sono ormai lontani i tempi in cui partorire in casa era la regola ma anche un rischio, a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie, della lacunosa formazione delle ostetriche, dell’assenza di una assistenza e un costante monitoraggio in gravidanza, per evidenziare i casi a rischio: oggi è possibile partorire nell’intimità della propria casa in tutta sicurezza, difatti sono rigidi i parametri “di accesso” a questa opportunità: una gravidanza completamente fisiologica e a termine, un travaglio insorto spontaneamente, la presentazione cefalica (bambino a testa in giù!), una placenta normalmente inserita e il completo benessere di madre e feto; inoltre il luogo del parto non deve distare più di 20-30 minuti da un ospedale (non è invece necessaria la presenza di un’ambulanza dedicata per tutto il tempo del travaglio e del parto).

Dunque il parto in casa è sicuro, nella misura in cui madre e bambino stiano bene: nel 90% dei casi, infatti, gravidanza e parto sono eventi assolutamente fisiologici e e le complicanze sono rare, proprio perché la donna che partorisce in casa è stata “selezionata” e risponde ai criteri di ammissione al parto in casa. Per questo motivo il parto extra-ospedaliero del duemila non ha nulla a che vedere con il parto in casa di cinquanta anni fa! In ogni caso, al minimo campanello d’allarme, il trasferimento in ospedale verrà predisposto, quando possibile, in totale tranquillità, con la vigile sorveglianza dell’ostetrica, perfettamente in grado di  fronteggiare la prima emergenza e di stabilizzare la situazione in attesa di interventi più specialistici.

La maggior parte delle donne che rifiutano l’idea di un parto in casa sostengono che il parto in ospedale sia più igienico, oltre che più sicuro; ma ciò è solamente un timore infondato, derivante dal luogo comune e dai retaggi del passato: l’ambiente domestico viene infatti opportunamente predisposto, bisogna poi tener presente che in casa sono presenti i medesimi batteri con cui il bambino è già venuto in contatto mediante la madre e verso cui sicuramente avrà anche sviluppato immunità anticorpale ( mentre l’ospedale è pur sempre un ricettacolo di batteri e virus resistenti a cui né la mamma né il bambino sono abituati, responsabili delle cosiddette “infezioni nosocomiali o ospedaliere”); inoltre il parto non è un evento che necessita di assoluta sterilità, al pari di un intervento chirurgico (basti pensare che la vagina di ogni donna sana è colonizzata da milioni di batteri!)e le ostetriche sono comunque in possesso dello strumentario sterile per l’assistenza al parto.

Oggi numerosi studi ed enti internazionali sostengono la sicurezza del parto in casa e, anzi, ne promuovono la scelta, primo tra tutti il Nice (National Institute for Health and Care Excellence), organo britannico, secondo cui i rischi sono indipendenti dal luogo del parto e le donne con gravidanza fisiologica devono essere anzi incoraggiate a partorire in casa o casa maternità assistite esclusivamente da un’équipe di ostetriche. Tutti gli studi sono concordi circa un’unica evidenza: il parto in casa è sicuro quanto quello in ospedale e presenta dei vantaggi indiscutibili, tra i tanti una riduzione di tutti quegli interventi medici divenuti ormai in alcuni ospedali routine nell’assistenza alla nascita (e non sempre scevri di rischi), spesso inutili perché effettuati su una donna sana durante un parto fisiologico.

Ogni donna dovrebbe aver diritto di scelta, indipendentemente dalle sue condizioni sociali ed economiche. Il parto è l’evento più naturale che esista, l’esperienza più importante nella vita di una donna e un Paese libero e democratico, con un sistema sanitario che è tra i primi migliori al mondo perché abbraccia l’ideale di diritto alla salute per tutti i cittadini, indistintamente, dovrebbe garantire libero accesso a quella che è un’opportunità ma spesso anche una necessità (quante donne vorrebbero partorire naturalmente, senza interventi medici, con i propri cari accanto, senza mai separarsi dal proprio bambino?) sulla scia di altri Paesi europei, come l’Olanda, la Francia,l’Inghilterra, in cui la maggior parte delle donne con gravidanza fisiologica partorisce in casa e in cui i costi del parto in casa sono a carico della spesa pubblica (che va a risparmiare notevolmente sui costi ospedalieri e quindi personale, strutture, attrezzature, degenze). In alcune regioni italiane (Piemonte, Emilia Romagna, Marche, provincia di Trento e Bolzano e recentemente Lazio) è previsto il rimborso parziale dei costi per il parto in casa, e tante nuove regioni si stanno attivando su specifica richiesta di un numero sempre crescente di donne che rivendicano il loro diritto di scelta. Il parto in casa o casa maternità non dovrebbe più essere quindi “un lusso” per i più benestanti ma un servizio a cui ogni famiglia dovrebbe avere libero accesso, quale tutela della maternità consapevole e della libertà di scelta del luogo del parto.

Il  6 Giugno ricorre la Giornata internazionale del parto in casa, per sostenere una scelta possibile e sicura, informare e incoraggiare le donne che vorrebbero usufruire di questa opportunità, riconoscere il valore sociale del parto in casa, che non è una scelta irrazionale, “da folli” o fuori moda, ma un bisogno scaturito dalla profonda consapevolezza che la nascita merita rispetto e che il primo gesto d’amore verso il proprio bambino è garantirgli un’accoglienza serena, nel modo più naturale possibile.

Daniela Santoro

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Immagine dal sito: www.belliesbirthsandbabies.blogspot.com

 

Ritratto di Daniela Santoro

Posted by Daniela Santoro