Durante la prima infanzia, l’essere umano reagisce con l’istinto a stimoli che portano al sopraggiungere della paura; con la crescita si è più preparati e si reagisce con maggiore razionalità. 

Il neonato ha delle paure innate dell’ignoto, che si possono contenere tenendo il bambino in braccio e parlandogli dolcemente per tranquillizzarlo; poi subentrano le paure che riguardano fondamentalmente gli sconosciuti e la separazione dalla mamma; in ultimo, tra uno e tre anni, subentrano le paure conseguenti alle nuove scoperte perché alcune di esse destano preoccupazioni: la paura degli animali, in questa fase, può superarsi osservando le tranquille reazioni degli altri e, in genere, sparisce naturalmente. 
 
Nella preadolescenza, i ragazzi possono aver paura degli insetti come degli animali esotici (in quanto esseri su cui non può aversi un controllo) anche se, magari, non mostrano paura verso un cane di grande taglia e questa si può superare con la conoscenza delle loro abitudini di specie e della loro etologia a meno che tale paura non ne nasconda altre più profonde.
 
Quando la paura non sparisce naturalmente, si può aiutare il bambino/ragazzo facendo particolare attenzione a non incutere timori, a non trasmettere la propria ansia, a non parlare di paure davanti a lui, a non proteggerlo eccessivamente perché tale atteggiamento rafforza il vissuto negativo, a dargli un esempio positivo di fronte all’oggetto della paura, a fargli superare la paura in step avvicinandolo gradualmente all’oggetto.
 
Se la paura persiste, ci sono metodi dolci da prendere in considerazione come la pet therapy che, parte dalla conoscenza dell’animale oggetto di paura senza la sua presenza fino, gradualmente, ad arrivare a toccarlo e ad interagire con lui. 
E’ importante ricordare, comunque, che la maggioranza delle paure infantili sono meno fissate rispetto a quelle degli adulti e quindi in grado di regredire con più facilità.
 
Dott.ssa Micaela Zucca
Psicologa dell’età evolutiva - Roma
 

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