Oggi si comprano, raccolgono e regalano mimose a tutte le donne.
In musica c'è chi ne ha fatto il titolo di una canzone toccante e sentita, "Mimosa" appunto, del cantautore Niccolò Fabi, che ho avuto l'onore di intervistare per la mia tesi di laurea diversi anni fa.
Ora è in una fase silenziosa della sua carriera ma, spero, non me ne vorrà se questa canzone la riporterò alla luce per questo articolo.
Il testo racchiude dentro un turbinio di emozioni, tra cui quelle del "momento in cui si sta per sparire", in una storia d'amore, che spesso coincide con quello in cui "si comincia a recriminare".
E quando ci si lascia, sottolinea amaramente Niccolò, "ogni uomo diventa così banale".
Per dirla con Ornella Vanoni, facendo un salto pindarico musicale tra due mondi diversi, bisogna "imparare ad amarsi" e "imparare a lasciarsi", perché in entrambi i momenti sta l'amore.
Non nella violenza e nell'offesa, quelle che siamo troppo abituati a trovare tra le notizie e nella vita reale.
Allora mimosa non è più soltanto il fiore di una giornata quanto il segno di un rispetto di un'intera vita, il rispetto che nasce dalla condivisione profonda che c'è o c'è stata, nel ricordo dei primi tempi in cui dominava
"quella esaltazione del presente,
di un amore che ancora non ti ha chiesto niente, niente da sacrificare".
e anche chi lascia può dedicarci ancora degli auguri, come nel ritornello dolce e struggente di Niccolò:
"Mimosa, bella, riposa, che il sogno ti dona".