Sono molti i luoghi comuni, più o meno noti, sulla Svizzera: il cioccolato, gli orologi (una volta a cucù), le Alpi ricoperte di neve, le banche e le industrie farmaceutiche. Certo, possono sicuramente rappresentare uno sguardo panoramico interessante su un piccolo paese incastrato nel centro dell’Europa, senza sbocchi sul mare, nel quale meno di 9 milioni di abitanti utilizzano ben quattro lingue ufficiali e in cui, nelle le zone di confine tra una maggioranza linguistica e l’altra, è probabile che ci si parli più facilmente in inglese per l’impossibilità di comprendere i reciproci dialetti (che, attenzione, si sommano alle lingue ufficiali!)

Immagine che rappresenta la suddivisione della Svizzera nelle sue regioni linguistiche

Altri luoghi comuni sono rappresentati dall’ordine, dal rispetto delle regole e dalla sicurezza, nonché dalla puntualità maniacale che, sicuramente e salvo rare eccezioni, costituiscono l’essenza della struttura pubblica e sociale del Paese.

Un altro luogo comune, forse non così noto al grande pubblico, ma sicuramente popolare tra gli stranieri che vivono in Svizzera, è la proverbiale chiusura degli abitanti, tanto che spesso, nelle classifiche internazionali stilate dagli expats a livello mondiale, il paese si trova ad essere additato quale fanalino di coda per caratteristiche di accoglienza, facilità di conoscere nuove persone e di fare amicizie, ben al di sotto di realtà che, per aspetti, definiremmo “da terzo mondo”.

Naturalmente tutto è relativo e soggettivo, così come ben diverso può essere, da questo punto vista, vivere in una grande città (per quanto queste non siano davvero così numerose in territorio elvetico) rispetto che in un piccolo paese in mezzo alla campagna o ai piedi delle montagne.

Ci sono però altri aspetti meno noti della tipicità svizzera, soprattutto non avendo contatti diretti con la popolazione o vivendo lontani dai confini dello Stato. Uno è sicuramente il ruolo che alcune istituzioni del Paese rivestono a livello mondiale per la ricerca e sviluppo soprattutto a carattere scientifico: basti pensare che ben due politecnici (Losanna e Zurigo) compaiono regolarmente nei primi posti in classifica delle migliori università del mondo.

Un altro, decisamente più “old fashion” è il ruolo ancora abbastanza preponderante che la corrispondenza scritta via posta (con busta e francobollo) occupa nella vita quotidiana di chiunque, anche per attività altrove ormai da tempo “smaterializzate”, quale quella di fissare un appuntamento medico.

Infine, è opportuno ricordare l’elevato livello di formalità ancora presente nella comunicazione interpersonale, che praticamente esclude al 99% la consuetudine del “dare del tu” a persone sconosciute, salvo casi eccezionali e adeguatamente formalizzati. Non sentirete mai nessuno darvi del tu entrando in un negozio o in un ufficio, neppure se siete giovani, neppure se magari avete già avuto modo di incontrare l’interlocutore.

Differenza enorme, questa, nonostante l’assoluta prossimità geografica con la confinante Germania, dove ti dicono “Ciao” anche i funzionari della dogana!

(Immagine www.plurilingua.admin.ch)

Ritratto di Carlotta G

Posted by Carlotta G

Da sempre curiosa di altre culture e abitudini, mamma espatriata con famiglia a Zurigo dal (quasi) lontano 2013. Blogger a tempo perso, studentessa suo malgrado di lingua teutonica e insegnante di Yoga, dove finalmente è solo se stessa e prova ogni tanto a indicare anche agli altri la possibilità di essere solo se stessi.
Da secoli si ripromette di scrivere un libro, forse, prima o poi. Non sullo yoga, ma sulla capacità di "vivere altrove". Intanto scrivo della mia vita a nord delle Alpi anche sul mio blog personale La vita a modo mio