Kalandraka nasce in Spagna il 2 aprile 1998, Giornata Internazionale del Libro per i Ragazzi, con lo scopo, soprattutto, di riempire un vuoto editoriale: pubblicare albi illustrati, sia per recuperare fiabe classiche e racconti tradizionali, sia per divulgare le creazioni artistiche di autori e illustratori contemporanei.
Quando è approdata in Italia, 10 anni dopo, era già forte di oltre 100 titoli, pubblicati in diverse lingue, valorizzando le culture rappresentate e sposando un atteggiamento fortemente interculturale.
In Italia i suoi libri hanno incontrato subito il favore del pubblico, sin dalle sue prime apparizioni alla Fiera del libro di Bologna, quando ancora non c’erano testi in italiano.
È facile appassionarsi ai libri di Kalandraka perché c’è una cura inverosimile sia nella scelta dei testi, sia nelle illustrazioni che le accompagnano: un connubio sempre perfetto che è una vera goduria per il lettore, sia esso bambino o adulto, uno dei rari casi in cui il libro è davvero “per tutti”.
Stimolare il senso estetico, oltre che essere sollecitati dalla magia delle parole è la missione principale di questa casa editrice e se, come dichiarò Kvetà Pacovska, «L’albo illustrato è la prima galleria d’arte che il bambino visita», Kalandraka ha centrato in pieno questo scopo: lo stupore creato dalla bellezza delle immagini è il primo passo per sensibilizzare i bambini al colore, all’iconico, al guardare, all’immaginare, al diverso da sé, coniugato sempre con la narrazione, strumento principe, per rielaborare in senso cognitivo e affettivo l’esperienza stessa.
Vi consiglio due albi usciti quest’anno, nuovi quindi, ma classici nello stile e nelle tematiche, due libri di cui vi innamorerete e che non potranno non essere presenti nella vostra biblioteca di vita.
Età di lettura: da 4 anni.
e due bambini abbandonati dai genitori (Hansel e Gretel?).
Fondamentale il ruolo del bosco nella fiaba, una presenza indispensabile, che rappresenta il momento dello smarrimento e del perdersi, luogo dell’inaccessibile, ma anche luogo dentro il quale, poi, ci si ritrova: è proprio nell’oscurità e nell’incognita della foresta che giunge un nuovo stimolo, una prova, un personaggio strano, o un animale, un’opportunità di una nuova relazione su un piano diverso, con una parte di noi, oltre alla possibilità di scoprire e cogliere i suggerimenti di un inedito e ritrovato alleato interiore.
Anthony Browne rende fredde, glaciali e paurose le immagini della foresta, in bianco e nero, per mostrare lo spavento e la preoccupazione del bambino che la attraversa, un lavoro fantastico nel trattare l’ansia dei piccoli.
Età di lettura: da 7 anni.
La perfezione del volo e il librarsi nel cielo sono state da sempre desideri dell’uomo, per superare i propri limiti, volare in alto per liberarsi dai timori, dalle riserve mentali, dai pregiudizi, dai condizionamenti della realtà.
Ma cosa avviene se chi può volare decide di sperimentare nuove tecniche di volo, cercando la comodità, la facilità, cadendo negli eccessi e desiderando l’impossibile?
Stormo sceglie i volatili per descrivere gli eccessi che nel mondo animale sono praticamente inesistenti: solo gli uomini sono capaci delle esagerazioni comportamentali narrate nel brevissimo testo di questo albo illustrato, parole che non volano, parole che pesano come macigni.
Ogni pagina, ogni illustrazione, uccelli atropomorfizzati, sono capolavori: favolose illustrazioni a matita pregne di dettagli e suggestioni, disegnate con grande eleganza e con riferimenti simbolici che invitano ad interrogarsi sullo sviluppo sfrenato del mondo e sui desideri senza limiti degli uomini, che portano spesso a guerre inutili e senza senso.
Un piccolo sollievo, uno spiraglio, nell’ultima tavola, nelle ultime parole, un lumicino di speranza che non dobbiamo mai far spegnere: «Per fortuna, da qualche parte, c’è ancora chi desidera aprire le ali e imparare a volare»... semplicemente.
Evocativi anche i risguardi, piume, simbologia ricchissima, l’essenza sacra di tutti gli uccelli: una bagnata in apertura, simbolo di pesantezza e staticità, leggere ed eteree quelle finali.
(Un omaggio ai lettori: la riproduzione di una tavola originale del libro).
Angela Articoni