Mai stata particolarmente golosa, io. Almeno ne ero convinta fino a quando non ho affrontato i 9 mesi di gravidanza: dopo cinque abbondanti, passati in compagnia di una nausea atroce, ho scoperto che non potevo più vivere senza gelato (facendo caldo, ovviamente). Pensavo che dopo il parto il nuovo “vizietto” sarebbe scomparso così come era venuto, ma mi sbagliavo. Devo ancora capirne il motivo scientifico, ma dopo la gravidanza la mia istintiva propensione verso tutto ciò che è dolce è drammaticamente aumentata.
D’altra parte, con le dovute accortezze per non eccedere e danneggiare la salute, qualche dolcetto non ha mai ammazzato nessuno e con il repertorio culinario italiano c’è solo l’imbarazzo della scelta ;-) Di tutto, per tutti I gusti!
Peccato che, ad un certo punto, io abbia deciso di espatriare, trasferendomi di poco oltre frontiera. Beh, mi si dirà: “Ma sei in Svizzera!” Certo, la patria mondiale del cioccolato, dell’Ovomaltina, della panna, del latte (e derivati). Il fatto è che, in questi mesi, ho scoperto che le materie prime a volte non bastano: da qualcosa di buono per avere qualcosa di FANTASTICO occore sapere bene come fare, combinando gli ingredienti con grande sapienza pasticcera.
Confesso: i dolci svizzeri (cioccolato a parte) non mi piacciono per nulla, salvo rarissime eccezioni. Li trovo tutta apparenza e poca sostanza, eccessivamente zuccherosi, per lo più, con combinazioni di sapori che mi lasciano abbastanza perplessa. Fatico anche a trovare biscotti soddisfacenti, un croissant degno di questo nome, una pastafrolla che non ti ammazzi di burro al secondo boccone, o la classica “torta della nonna” per una colazione un po’ più golosa del solito, se non ho tempo di prepararla da me.
Certo, ci sono anche vantaggi: magari si mangiano meno “schifezze”, le torte che mi piacciono le cuocio nella mia cucina con gli ingredienti che scelgo e, soprattutto, quando torno in Italia ne approfitto alla grande. Però…