Com'è complicato l'amore! Quella sensazione che ti spinge, a volte anche inconsapevolmente, a cercare la vicinanza della persona amata. Faremmo qualsiasi cosa per avere la sua attenzione, anche diventare qualcosa di diverso da quello che siamo veramente, per ottenere la sua ammirazione, il suo sguardo.
L'autore, con una successione di brevi frasi in prima persona, come piccoli battiti, ci conduce al pensiero del protagonista, o meglio, al suo cuore. L'ha vista il primo giorno di scuola e se ne è innamorato: quella sensazione di formicolio nella pancia che ti fa dimenticare tutto il resto e ti fa disegnare cuoricini.
Candela è appassionata di ornitologia, osserva volatili tutto il giorno e li cura quando sono feriti. Così il nostro protagonista ha una grande idea: dal momento che ha occhi solo per i pennuti, quale modo migliore per attirare la sua attenzione se non trasformarsi in uno di loro? Ma essere un uccello non è facile e, attraverso delicati tocchi di umorismo, ci viene narrata l'inevitabile odissea di chi cerca di essere qualcosa di diverso dalla sua essenza.
Il colpo di scena finale della storia dimostra che il modo migliore per amare è farlo con la semplicità di ciò che siamo, senza sotterfugi, senza falsare la nostra individualità, la nostra persona.
«Non sono più un passerotto, ma adesso posso volare»
Semplice, essenziale, pulito, sia nelle parole che nelle immagini, Il giorno che sono diventato un passerotto è una profonda e tenera storia d'amore. Guridi ci porta nel mondo del bambino con un registro sottile, senza clamore, senza eccessi, con questo strano potere che hanno alcuni libri illustrati, dove non è possibile distinguere dove inizia l'illustrazione e dove solo il testo.