Il 25 novembre 1960 le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio Militare di Intelligenza. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. L'assassinio delle sorelle Mirabal è ricordato come uno dei più truci della storia dominicana.*

Le donne sono facili vittime, sia in guerra che in pace. Stupri, violenze in famiglia, assassini, violenze psicologiche.

Il diritto internazionale dei diritti umani ritiene che tutti i governi hanno la responsabilità di prevenire, indagare e punire gli atti di violenza sulle donne in qualsiasi luogo si verifichino: tra le mura domestiche, sul posto di lavoro, nella comunità o nella società, durante i conflitti armati.

Di fatto, ben poche sono le azioni positive messe in atto, anche nel nostro paese. Con la crisi in atto i tagli che primi sono stati fatti dalle amministrazioni locali sono quelli ai centri antiviolenza.

Vi suggeriamo la lettura di alcune pagine che possono farci capire quali sono i percorsi da seguire al fine di raggiungere l'obiettivo di rendere giustizia alle donne e metterle in condizione di non subire violenza.

Nel sito NoiDonne: "Cosa è stato fatto e cosa c'è da fare" e il decalogo per la sicurezza delle donne.

Vi segnaliamo inoltre l'appello di Maschile plurale, perché gli uomini devono esserci compagni in questa battaglia. E La crisi della politica come questione maschile: La parabola politica di Silvio Berlusconi ha evidenziato quanto profondo sia il nesso tra potere, autorità e sessualità maschile nel tempo in cui la struttura simbolica dominante del patriarcato è sempre di più messa in discussione.

In tutto il mondo le donne sono vittime. E noi, cosa facciamo?

 

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