Esprimere le proprie emozioni è molto difficile. Ma anche a casa non sempre è facile confrontarsi con i propri familiari: il dialogo tra genitori e figli conserva spesso dei filtri che riportano a situazioni non risolte, a condizionamenti pregressi, a limitazioni e suggestioni di origine familiare.
Trovarsi di fronte a un figlio, di qualsiasi età, e aprirsi completamente raccontando di sé, aspettandosi lo stesso dal bambino o ragazzo non è una cosa semplice, ma ci si può riuscire con una giusta “educazione alle emozioni”. Bisogna infatti riportare le emozioni al loro equilibrio naturale, trovare un modo per canalizzarle e portarle fuori. Saper esprimere le proprie emozioni in modo giusto e bilanciato è fondamentale sia a livello personale che sociale.
Lavorando con i bambini tutti i giorni, mi rendo sempre più conto che ancora si insegna loro, fin da molto piccoli, a reprimere e controllare le proprie emozioni, basti pensare a come sia denigrato il bambino/il ragazzo/l’uomo che mostra apertamente il suo stato emotivo, soprattutto relativo alla tristezza.
Un “maschio” che piange non è degno, non è rispettato, è preso in giro, screditato davanti al gruppo. La repressione delle proprie emozioni è una modalità certamente fallimentare perché le emozioni e i sentimenti sono spontanei, e reprimere la loro libera espressione è un gravissimo errore, fa male sia alla psiche che alla salute in generale (quante volte sentiamo parlare di malattie psicosomatiche?) e soprattutto può portare a modificare l’esternazione delle emozioni facendole diventare negative e irruente, senza un controllo.
L’empatia, invece, può essere affinata e sviluppata affinché ogni relazione che intrecciamo e ogni incontro con l’altro possa risultare alla fine un confronto positivo e possa favorire un giusto contatto con le proprie emozioni.
È una battaglia che porto avanti, silenziosa e discreta, ma che voglio coinvolga tutti, bambini, ragazzi, adulti, anziani, di ogni parte della città, della mia regione, d’Italia.
Con la mia associazione Tante Storie, ho come obiettivo quello di riportare le emozioni al loro equilibrio naturale, organizzando, con persone di tutte le età, laboratori ed eventi, anche di formazione e con spunti didattici, nei Comuni, nelle scuole, in enti pubblici e privati, attraverso diverse attività e differenti metodologie, un modo per canalizzarle e portarle fuori.
Il progetto COLTIVA - ESPRIMI - CONDIVIDI EMOZIONI include momenti di approfondimento, di didattica ma soprattutto di gioco e creatività, riportando grandi argomenti, magari troppo difficili da affrontare vis-à-vis in maniera usuale, ad un momento ludico condiviso tra piccoli e grandi.
L’obiettivo che ho è di sensibilizzare le persone d goni età, dai bambini in età prescolastica agli anziani, e dotarle degli giusti strumenti emozionali per affrontare e individuare momenti in cui le emozioni assumono valenza e modalità negative e violente, sperimentando così una nuova strategia anche verso episodi di bullismo.
I materiali che ho creato e che utilizzo per il progetto delle Emozioni sono differenti e adatti a tutte le età. Per bambini 0-3 anni, le emozioni le racconto attraverso le fiabe con il gioco in legno EmozionInFiaba: 64 tessere in legno con cui poter giocare, raccontare, imparare colori, fiabe, nomi, abbinare elementi e volti delle protagoniste femminili delle storie più conosciute. Con queste tessere di legno i bambini avranno modo di riconoscere, mimare, raccontare tante emozioni, riconoscerle e farle proprie.
Per bimbi dai 4 anni in su invece utilizzo Il Labirinto delle Emozioni (incluso nel mio libro “Scrittura Creativa per bambini”, edizioni Didattica Attiva), e disponibile in formato da tavolo o gigante da usare sul pavimento. È un Gioco dell’Oca sulle emozioni, i ricordi, le passioni, in cui si chiede scusa, si parla apertamente, ci si racconta di sé. Nessuno vince, ma alla fine del percorso, l’ultima casella dice “Quest_ sono io!” per rimarcare il fatto che noi siamo fatti di emozioni, ricordi, pensieri, paure, momenti di rabbia, giorni felici e non.
Praticare atti di gentilezza riduce l’ansia e permette di vivere meglio nella società: questa è la conclusione a cui sono giunte due psicologhe americane, Trew e Alden, in uno studio del 2015 e secondo un altro studio del 2013, la psicologa Fredrickson, a partire da analisi mediche, ha scoperto che l’altruismo e la gentilezza hanno effetti positivi anche sulla nostra salute e ci rende addirittura più longevi!
Chiedere scusa, dire ti voglio bene, fare un complimento, regalare un oggetto a cui si tiene molto… sono tutte azioni gentili non facili da compiere ma che a volte necessitano un “allenamento” delle emozioni.
E così, sulla stessa scia del Labirinto delle Emozioni, è nato il gioco Il Labirinto della Gentilezza: un percorso attraverso piccoli gesti quotidiani di gentilezza come l’ascolto, il perdono, l’innaffiare una piantina, il leggere una storia a qualcuno, il rendere colorato ciò che non lo è.
A supporto delle emozioni, io pongo sempre il coraggio.
Il coraggio è fondamentale per esprimere i propri sentimenti, per riuscire ad aprire il proprio cuore ad altri, per riuscire anche solo a guardarsi e a capirsi, per essere gentili in un mondo di violenti, felici in un mondo di arrabbiati. Il coraggio però non si può insegnare ma si può infondere, si può certo dimostrare con l’esempio, con piccoli gesti d’amore e di rispetto.
Ogni giorno, possiamo insegnare piccoli atti di coraggio, come non gettare una carta in strada, allacciarsi le scarpe da soli, praticare la gentilezza.
Il coraggio serve a credere fermamente nelle grandi azioni, nei propri sogni. Educare al coraggio significa imparare a cambiare quello che non ci piace di noi e di ciò che ci circonda, significa aver voglia di riprovarci dopo un fallimento.
Per parlare di coraggio con i bambini, utilizzo i libri ESERCIZI CREATIVI PER BAMBINE E BAMBINI CORAGGIOSI e PAURA CHE AVEVA PAURA DI AVERE PAURA, scritti proprio con l’obiettivo di esercitarsi a essere coraggiosi e capire che le paure devono essere superate.
Per concludere la carrellata sulle emozioni, ho creato un gioco che si chiama Il Saliscendi della Felicità da utilizzare insieme a un libretto pubblicato per l’associazione Per Bimbi dal titolo Che cos’è la felicità? Una domanda a cui è impossibile trovare una risposta unica perché ognuno di noi avrà una spiegazione diversa e infinite motivazioni per essere felici in modo diverso.
Il gioco prende spunto dalla Philosophy for Children e, come il gioco “Scale e Serpenti” fa camminare i giocatori lungo un percorso in cui si affrontano domande, prove creative, in cui si può salire e scendere giù, provare a rivedere in maniera diversa episodi della propria vita, trovare lati belli degli altri giocatori. Insomma, portare positività nella vita propria e di chi ci circonda.