Settembre è arrivato.. così le vacanze ci salutano, almeno per il momento ed ecco che, come ogni anno, noi genitori ci faremo in quattro per far divertire i nostri figli e stimolare la loro intelligenza; finiremo così per iscriverli ai corsi più disparati, da frequentare dopo la scuola, ma siamo sicuri che sia questa la scelta più giusta per il loro benessere?.
C’è da dire che le possibilità di scelta, che offre il mercato ogni anno sono davvero tante; si spazia tra le più svariate discipline; dal teatro, alle lezioni di canto, al nuoto, al karatè e spesso, per scacciare la noia dalla giornata dei nostri bimbi, si finisce per combinare più corsi diversi tra loro; così la settimana diventa decisamente movimentata.
Spesso poi sono i nostri stessi piccoli, che si mostrano davvero entusiasti riguardo le nuove discipline; vorrebbero, nello stesso giorno, pattinare, nuotare, giocare a calcio; diciamolo vorrebbero sperimentare tutto lo scibile umano.
Del resto non è del tutto fisiologica questa curiosità nei bambini?
Ora il problema sopraggiunge dopo l’iniziale periodo di entusiasmo e di grande coinvolgimento, che i bambini mostrano per i corsi, che abbiamo scelto per loro e con loro.
Molto spesso i piccoli protagonisti dopo, poche settimane di frequenza, si rifiutano di tornare a pallavolo, a nuoto, alle lezioni di danza, dopo averci magari trascinato per tutta la città giorni prima a scegliere il tutù.
La nostra reazione del tutto comprensibile è solitamente di disappunto; allora scattano il più delle volte immediati i rimproveri ai piccoli e, con le buone, o con le cattive tentiamo in tutti i modi di costringere loro a tener fede agli impegni presi; questo perché nel mondo dei grandi le cose girano così: i doveri non si prendono alla leggera.
Il problema pero è che i nostri figli non sono ancora grandi e non lo diventeranno certo più in fretta attraverso le nostre minacce, o i ricatti.
Forse è arrivato il momento di chiedersi perché tentiamo di organizzare la giornata dei nostri bambini in modo cosi razionale e schematico, assicurandoci che ogni momento sia dedicato a qualche attività produttiva e stimolante, che li veda coinvolti in un processo di continuo e proficuo apprendimento.
Certo, dopo esserci posti questa domanda, noi genitori risponderemo che tentiamo tutti i giorni di fornire stimoli nuovi ai nostri figli, affinché possano sviluppare al meglio la loro intelligenza e un domani possano essere degli adulti più equipaggiati, forniti di mezzi migliori, rispetto ad altri magari più sprovveduti e così possano affrontare al meglio le difficoltà, che la vita presenterà loro.
Questa è una preoccupazione naturale per ogni genitore, ma l’errore, io credo, è quello di guardare il mondo dei nostri figli da una prospettiva adulta.
Dovremmo considerare che, anche se il loro cervello a questa età è estremamente ricettivo e dunque si presta facilmente a diventare terreno fertile, per l’acquisizione di nuove competenze, il gioco libero e spontaneo, dettato dalla fantasia di ogni singolo bambino, rappresenta ancora un fattore predominante sopra tutti gli altri, ai fini di una crescita equilibrata ed armoniosa .
Questo perché il piccolo, attraverso il gioco, l’interpretazione di ruoli e di situazioni fantastiche non solo si prepara alle esperienze, che dovrà vivere, ma elabora e archivia nella sua mente il vissuto quotidiano.
La fantasia e il gioco quindi svolgono una funzione vitale nella crescita del bambino; da questi elementi infatti egli trae la sicurezza per affrontare l’ignoto, che lo spaventa e allo stesso tempo assimila e fa suo il vissuto, che ha sperimentato operando una precisa selezione tra gli elementi, che sono utili al suo sviluppo cognitivo e quelli che potrà per il momento accantonare.
Ora, se i nostri figli, che, sappiamo, non sono dotati di tempi d’attenzione cosi lunghi come noi adulti, sono sottoposti ad una successione di stimoli continua, non solo verrano colti da una fisiologica stanchezza, ma diventeranno anche insofferenti, perché non avranno mai il tempo, nel corso della giornata, di digerire tutte quelle immagini, quelle sensazioni emozionanti, che gli abbiamo offerto. Proprio come succede, quando si mangia troppo; alla fine, viene il mal di pancia.
Allora come possiamo evitare la sovraesposizione agli stimoli a cui sono normalmente sottoposti i nostri pargoli? la risposta è in quel detto popolare che recita: “ meglio pochi ma buoni!”
Stimoliamo sì i nostri figli; farà loro un gran bene, ma nel frattempo, alleggeriamo le loro spalle dai troppi impegni quotidiani; iscriviamoli solo a quei corsi, che a loro piacciono davvero e che vogliono per primi frequentare mostrandosi entusiasti.
E se non vogliono seguire nessun corso extrascolastico, non c è da farne un dramma; permettiamo loro di riposare dopo la scuola già tanto impegnativa; concediamo loro di svagarsi come credono; se si annoieranno troveranno poi da soli il modo di divertirsi e sarà bello osservare i prodigi, che compie la loro fantasia.
Ilaria Sacchetti
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