Febbraio 2014. Festeggio il compleanno dei miei due figli, Eugenio e Beatrice, gemelli atterrati in questo mondo il 20 febbraio di dieci anni fa e giunti alla vita anche grazie alla scienza, ai sei tentativi di fecondazione assistita che io e mio marito fummo costretti a fare per gravi problemi di infertilità suoi e miei.
Febbraio 2014. Un altro compleanno, sempre il decimo. Compleanno meno bello, più triste, compleanno che fa arrabbiare. Il compleanno della Legge 40/2004 in materia di Procreazione Medicalmente Assistita.
Una legge che, se fosse stata approvata prima, con le sue antiscientifiche regole, avrebbe reso molto più difficile il concepimento dei miei due bimbi.
Ricordo questi due parti di dieci anni fa.
Il mio gioiosissimo parto cesareo, esplosione di immensa, indescrivibile felicità, benché fatto in anestesia totale, benché fisicamente faticoso.
E il doloroso parto della Legge 40, preceduto da un lungo, sofferto travaglio. E ricordo il travaglio. Vissuto assieme alle amiche di mammeonline.net, immensa community femminile che si strinse tutta attorno ad un folto gruppo di aspiranti mamme, aspiranti ma obbligate da varie patologie, per diventarlo, a passare attraverso la procreazione assistita.
Queste donne, io tra di loro, usando come arma un forum ("Legge sulla fecondazione assistita") fecero di tutto per evitare che la Legge 40 fosse approvata, ben sapendo che costituiva una grave minaccia al loro più che legittimo desiderio di maternità.
Scrissero mail su mail ai parlamentari, Camera e Senato, mail accorate, mail personali, mail corredate da dati scientifici.
Mail a cui giunsero, contro ogni previsione, molte risposte.
Le aspiranti mamme fecero anche molto altro.
Andarono in TV, le loro facce, i loro nomi, le loro storie finirono sui giornali e nei convegni, a testimonianza di un problema, l’infertilità, ignorato e incompreso.
Organizzarono anche manifestazioni: ne ricordo una in particolare, Roma, Campo de’ Fiori, assieme ad un’associazione storica di pazienti infertili, Madreprovetta.
Ricordo tante e tanti di noi, donne e uomini con un solo desiderio in testa, desiderio in genere socialmente approvato tranne quando ostacolato da un macigno chiamato infertilità di coppia.
Ricordo solidarietà e colori, palloncini per i bambini, volantini per gli adulti, per raccontare di noi e della minaccia che incombeva su tante coppie italiane.
Ma, nonostante la nostra passione, nonostante i tanti medici italiani e stranieri che tentarono di spiegare ai nostri politici l’irragionevolezza scientifica e umana della Legge che stavano preparando, nonostante tutti gli sforzi di chi, professionisti e pazienti, viveva e conosceva davvero la problematica, la Legge fu approvata.
Da quel momento, il cosiddetto, mal detto, “far west della provetta”, che la Legge 40 si vantava di voler eliminare, in effetti nacque, crescendo, negli anni smisuratamente.
I divieti imposti dalla legge erano infatti tali da obbligare molte coppie italiane o a rinunciare al sogno di avere un figlio o a costringere chi poteva e può, chi ha i mezzi economici e culturali, ad andare all’estero per tentare di realizzarlo.
I divieti più penalizzanti erano questi:
• PMA limitata alle sole coppie infertili: chiusura alle coppie fertili ma portatrici di gravi malattie genetiche che avrebbero bisogno di Diagnosi Genetica Preimpianto dell’embrione, al fini di evitare traumatizzanti aborti terapeutici a gravidanza avanzata. Le coppie italiane, disperate, sono costrette ad andare fino addirittura in Turchia, paese musulmano, per accedere a questa tecnica terapeutica.
• Divieto di Fecondazione “eterologa”, con seme da donatore o ovulo da donatrice. Tutte le coppie con partner femminile o maschile affetto da assoluta sterilità sono quindi dal 2004 escluse dalla possibilità di tentare di curarsi in Italia, potendo però farlo in molti paesi limitrofi all’Italia, in primis Svizzera e Spagna. Il 63% dei pazienti che afferiscono ai centri spagnoli per ovodonazione sono attualmente italiani, così come il loro denaro.
• Divieto di fecondare più di 3 ovociti e obbligo a trasferire in utero, in un unico e contemporaneo impianto, tutti gli embrioni ottenuti. Questo divieto poi, come vedremo più avanti, per fortuna eliminato, ha, fino al 2009, gravemente penalizzato le donne più “anziane” riproduttivamente (over 35, ormai molte, per ragioni socio- economiche) costringendole spesso a concludere il tentativo con nessun embrione trasferito in utero, quindi con nessuna speranza di gravidanza, e quelle più giovani a correre il grave rischio di gravidanze plurigemellari, pericolosissime per la madre e per i bambini.
• Divieto di crioconservazione degli embrioni. Anche questo antiscientifico divieto è stato eliminato nel 2009, ma sino ad allora ha portato ad un grave calo delle nascite.
Nello stesso anno della brutta legge e dei miei figli, vide la luce anche un’altra bella creatura “figlia” mia e della mia cara amica e collega Fara Marabelli: il libro, un po’ manuale e un po’ vita vissuta di coppie infertili, “Volando con le cicogne”, ed. Mammeonline, ancora in voga tra le aspiranti mamme.
Dal 24 febbraio 2004 ad oggi, la Legge 40, in questi 10 anni, non è rimasta uguale a se stessa, per fortuna. Si è tentato di abrogarla con un referendum, nel 2005. Ricordo che anche in quell’occasione noi mamme e aspiranti mamme costrette alla Procreazione Assistita ci spendemmo senza riserve, raccontando, convegno per convegno, meeting per meeting, in interviste a giornali e a TV, le nostre storie, mettendo il privato delle nostre vite nelle mani dell’opinione pubblica, per far comprendere la bellezza, la naturalezza della nostra lotta, semplice, titanica lotta per un figlio.
“Le nostre storie per i tuoi sì”. Questo il titolo di un libretto edito dalla casa editrice Mammeonline che raccolse tutti i nostri sogni affinchè ci aiutassero a realizzare un sogno più grande: quello che tutti gli italiani ci aiutassero andando a votare “sì” ai quattro quesiti che ci riguardavano.
E invece no. Come spesso capita, gli italiani furono convinti ad andare al mare. E la legge restò in vita. Da allora, noi mamme e aspiranti, riunite in associazioni, la nostra, nata nel 2006, Sos Infertilità Onlus-Consultorioweb, Mammeonline.net e altre come Madreprovetta, Amica Cicogna, L’altra cicogna ecc., non abbiamo mai smesso di lottare.
Abbiamo lottato e lottiamo sostenendo e informando le coppie immerse nel “tunnel dell’infertilità”, attraverso i nostri forum, i nostri incontri, i nostri convegni, la nostra “Linea Verde Infertilità” (800097999).
E abbiamo lottato anche, assistiti da “angeli in toga” quali la Prof. Marilisa D’Amico, gli Avv. Mariapaola Costantini, Massimo Clara, Nello Papandrea e altri, per demolire questa brutta legge a suon di sentenze.
Per l’esattezza, sulla Legge 40, dal 2004 ad oggi, la Magistratura è intervenuta 32 volte, con un totale di 17 pronunce.
Indubbiamente il successo più grande e significativo per la vita di tante famiglie è stata la Sentenza del 1° Aprile 2009 della Corte Costituzionale che ha fatto a pezzi uno dei capisaldi di questa legge, cioè il divieto di fecondare in vitro più di 3 ovociti e di crioconservare embrioni, congiuntamente all’obbligo di trasferire in un unico e contemporaneo impianto tutti gli embrioni ottenuti.
Questo successo, per il quale, oltre ai nostri eroici giuristi, dobbiamo ringraziare le coppie che, invece di andare all’estero, hanno chiesto giustizia in Italia, ha ricondotto a curarsi in patria tante donne e uomini che nei cinque anni precedenti affollavano i centri esteri per vedersi riconosciuto il diritto di trattare la propria infertilità secondo gli standard scientifici internazionalmente riconosciuti.
E adesso, siamo in attesa di un’altra sentenza della Corte Costituzionale. Verrà pronunciata l’8 aprile di quest’anno e speriamo che abbatterà l’ultima roccaforte di questa legge: il divieto di fecondazione con seme di donatore o ovociti di donatrice, la cosiddetta fecondazione eterologa. Il ricorso a queste tecniche avviene in quei casi di gravissima sterilità in cui, per patologie molto serie – tumori, problemi genetici, menopause precoci ecc. – il proprio corpo non produce più gameti, cioè ovociti e spermatozoi.
E queste coppie, queste persone, questi cittadini, quelli afflitti dalle problematiche più gravi, sono a tutt’oggi esclusi dalle cure, in Italia, costretti a correre all’estero, verso paesi che della nostra legge hanno fatto un lucroso business.
Speriamo quindi che la giustizia ancora una volta vinca e ci liberi per sempre da una legge che ostacola il naturale anelito alla genitorialità di tante coppie che seri problemi di salute costringono alla procreazione assistita.
Rossella Bartolucci www.consultorioweb.net
Approfondimento: Il ruolo della giurisprudenza nel cambiamento della Legge 40/2004 in materia di procreazione medicalmente assistita di Maria Paola Costantini