I corsi in gravidanza sono una importante opportunità per tutte le donne e le coppie in attesa di un bambino.
La necessità di “prepararsi alla nascita” è sempre esistita, ma nel corso degli anni questa esigenza è mutata di pari passo ai cambiamenti sociali e culturali. All’epoca delle grandi famiglie patriarcali, delle comari di paese, delle matrone e delle balie, le donne giungevano alla maternità con un ricco bagaglio di informazioni (pur sempre limitate al sapere popolare) ereditato sin dalla tenera età, quando gravidanza, parto e cura del neonato erano “affari da donne”, spesso si assisteva in prima persona, tra le mura domestiche, alla nascita di un bambino e questi eventi erano vissuti con naturalezza e con il costante sostegno di altre donne. Con il tempo il concetto di preparazione al parto si è modificato, assumendo come filo conduttore la necessità di conoscenza e il bisogno di far fronte all’elemento più temuto del parto: il dolore. Così nei corsi “pre parto” di qualche decennio fa, si sono fatte strada teorie, metodiche di rilassamento, movimento corporeo allo scopo di informare e preparare essenzialmente al momento del parto.
Oggi i corsi hanno subìto un ulteriore, profondo mutamento, a partire dalla denominazione “Corsi di accompagnamento alla nascita (CAN)”, a sottolineare la natura sempre meno “puramente didattica” degli incontri, ma interattiva e improntata verso la consapevolezza e la buona informazione che consente di operare delle scelte sane per sé e per la propria famiglia. I CAN accompagnano quindi i futuri genitori nel percorso della gravidanza e della genitorialità in attesa dell’evento nascita, in un percorso improntato sul dialogo, le emozioni, la libera espressione e la condivisione.
Che significato ha prepararsi alla nascita?
Sebbene nascita e cura del bambino siano esperienze naturali e radicate da sempre nell’istinto di ogni donna, ai nostri giorni, dominati dalla medicalizzazione e dall’industrializzazione, c’è un vivo bisogno di recuperare l’aspetto primordiale ed emozionale di queste esperienze e di essere guidati nel percorso della maternità, vissuto in maniera diversa rispetto a qualche anno fa e molto più complesso e poliedrico ai nostri giorni, perché riflesso dei mutamenti sociali e culturali. L’ospedalizzazione della nascita, con le sale parto blindate e contornate da cartelli rossi di divieto, ci ha allontanato sempre più dal comprendere cosa accade in quel momento; oggi pare che tutto ciò che concerne il momento del parto sia diventato un tabù: basti pensare ai telefilm e ai numerosi programmi in voga sulla nascita, in cui si vede solo la mamma che soffre e tutto ciò che accade viene oscurato! Comprendere ciò che accade è il primo passo per provare ad abbattere la paura (che enfatizza il dolore), per vivere in maniera più consapevole e migliore il percorso nascita.
Da chi sono tenuti i CAN?
La professionista più indicata a condurre un corso di accompagnamento alla nascita è l’ostetrica, da sempre in prima linea nella gestione del percorso nascita e in grado di condurre la mamma e la coppia verso la consapevolezza e l’informazione pura e disinteressata che permette di fare delle scelte in autonomia. L’ostetrica può essere affiancata da altre figure come psicologi, altri professionisti sanitari o consulenti specializzati. I corsi si tengono presso consultori, ospedali, centri ostetrici, associazioni o privatamente, a cadenza settimanale e, preferibilmente, a partire dal secondo trimestre.
Che caratteristiche dovrebbe avere un buon corso?
I corsi non hanno uno schema fisso e rigido, ma sono strutturati da chi li conduce e spesso “modellati” di volta in volta in base alle esigenze delle donne/coppie, che vi partecipano attivamente. Un buon corso dovrebbe affiancare alla parte teorica una parte pratica di lavoro corporeo, movimento, rilassamento, visualizzazioni e respirazione. Inoltre non dovrebbe “imporre” un rigido metodo di preparazione (negli anni scorsi, per esempio, è stato molto diffuso il metodo RAT, training autogeno respiratorio) bensì offrire alla donna un ventaglio di opportunità che ella possa scegliere per vivere l’esperienza del travaglio e del parto come meglio crede. In linea generale un buon corso dovrebbe trattare di gravidanza (modificazioni anatomiche, fisiologiche, emozionali, consigli pratici), travaglio e parto (fisiologia, come riconoscere l’inizio del travaglio, luogo del parto, ausili per il dolore, posizioni) cura del neonato, allattamento, modificazioni fisiologiche e psicologiche del puerperio, genitorialità. Inoltre il corso dovrebbe prevedere alcuni incontri riservati al papà o anche ai nonni: anche loro si preparano all’arrivo del bambino ed è importante che sappiano come approcciarsi e comportarsi e soprattutto come sostenere adeguatamente la neomamma. Le informazioni trasmesse dal corso devono assolutamente essere fondate sull’evidenza scientifica e giustificate: se, ad esempio, vi si dice che occorre partorire in posizione supina “perché si fa così”, oppure che “l’episiotomia è necessaria perché si fa da sempre”, non abbiate timore di chiedere ulteriori spiegazioni o informarvi approfonditamente: se qualcosa non vi torna probabilmente non è un corso adeguato!
Niente dovrebbe essere imposto o elevato a sapere universale: il modo corretto per informare e favorire la consapevolezza sta nell’illustrare in maniera oggettiva e bilanciata e lasciar spazio alla libera espressività e alla libera scelta.
I corsi di accompagnamento alla nascita servono davvero?
I CAN sono raccomandati da tutti gli organi e le linee guida per il percorso nascita nazionali ed internazionali poiché individuati come strumento di promozione della salute e del benessere. Dai dati su larga scala è emerso che le donne che frequentano un CAN sono più soddisfatte e vivono in maniera diversa l’esperienza della maternità, perché sono più consapevoli, si sentono più sicure e più pronte ad affrontare il percorso nascita e della genitorialità. Molteplici studi hanno evidenziato che le donne che frequentano i corsi in gravidanza sono a minor rischio di un taglio cesareo o di ripeterlo dopo un primo intervento, richiedono meno frequentemente l’analgesia farmacologica (epidurale) mentre dimostrano un sapiente uso delle alternative non farmacologiche per il dolore, si recano in ospedale in travaglio attivo (poiché ne sanno riconoscere perfettamente i segni), allattano al seno precocemente a con successo, scelgono consapevolmente il luogo del parto, sono a minor rischio di incorrere in disagi emotivi dopo il parto, rifiutano le pratiche sanitarie inutili e soprattutto ingiustificate, vivono in maniera più profonda il legame con il proprio bambino.
Perché frequentare un corso di accompagnamento alla nascita?
Purtroppo sono ancora tante le donne che non frequentano un corso di preparazione al parto per diversi motivi: mancanza di tempo, voglia, non conoscenza di questa possibilità o per l’assenza di servizi sul territorio. Alcune donne, inoltre, ritengono che i corsi siano inutili, perché pensano erroneamente che “insegnino” a partorire (come se la donna non sapesse già farlo!) o hanno sentito l’esperienza negativa di parenti o amiche. Altre, pensano che oramai l’informazione necessaria si trovi tranquillamente e in totale libertà su internet o sulle pagine delle riviste; anche questa è una importante opportunità, soprattutto per le madri lavoratrici che non hanno la possibilità di frequentare un corso, ma questo tipo di preparazione ha dei limiti: oltre al fatto che l’informazione si riduce a semplici nozioni e viene a mancare l’aspetto di condivisione e soprattutto di guida, occorre appurare la veridicità di questo tipo di informazioni(quindi occhio a ciò che leggete, verificate sempre che sia scritto da un esperto del percorso nascita!)
Perché quindi frequentare un corso?Oltre a quanto già detto (e quest’ultimo è forse l’aspetto più importante), i corsi nascita inducono a prendersi le proprie responsabilità, delegare meno, riappropriarsi del proprio percorso per viverlo in maniera consapevole e dar voce ai propri desideri e alle proprie aspettative.
L’esperienza della maternità e della genitorialità è forse la più importante nella vita di una donna e merita di essere vissuta nel migliore dei modi. Spesso si è così occupate a preoccuparsi del lato “medico” della gravidanza che si sacrifica il lato emozionale e di crescita che questo percorso comporta, ma soprattutto l'importanza di una adeguata preparazione, intesa come predisposizione mentale e fisica a questi eventi così particolari e unici che, in un modo o nell'altro, segneranno per sempre la propria vita.
Prepararsi all’evento nascita implica profonde riflessioni, ma la natura ci dà tutto il tempo di cui abbiamo bisogno: nove mesi per generare un cambiamento, maturare consapevolezze, riordinare la propria dimensione, per prepararsi ad accogliere al meglio un bambino e una nuova vita.
Daniela Santoro
Immagine dal sito www.stvenworldnow.wordpress.com