Ma quanti compiti per i nostri figli! Eccovi i 10 consigli e piccoli trucchi per non perdere la calma e scongiurare pianti disperati.

Quando i nostri figli tornano a casa, dopo le ore trascorse a scuola, stanchi e desiderosi solo di riposo, si ritrovano spesso ulteriori  compiti da svolgere per il giorno seguente.

Noi genitori, impietositi, saremmo tentati di esonerarli da questa ennesima fatica o, peggio ancora, di svolgere quei fastidiosi doveri, per sgravarli del peso eccessivo.

In realtà le cosiddette “consegne”, tanto contestate e mal viste dalle famiglie, hanno molte valenze per i piccoli alunni e concorrono significativamente alla loro crescita psicofisica.

Permettono loro di:

  • Rielaborare in modo autonomo e consapevole quanto imparato in classe, senza avvalersi, nello svolgere i compiti, dell’aiuto corale del gruppo classe.
  • Pongono in evidenza eventuali carenze, o il mancato raggiungimento di un obiettivo, permettendo così agli insegnanti di poter eseguire un intervento di supporto, mirato ai bisogni dei singoli alunni.
  • Danno modo ai piccoli di sperimentare il dovere, dimensione che farà ampiamente parte della loro vita adulta.
  • Concorrono ampiamente ad accrescere l’autonomia dei piccoli, che a casa hanno modo di imparare ad organizzare i propri tempi di studio.
  • Infine solitamente vengono assegnati in rapporto alle capacità dei bambini e mettono quindi in grado i piccoli di eseguirli, superando delle sfide quotidiane e ciò accresce la loro autostima.

A questo punto abbiamo capito che dai compiti non si scappa; sono come la medicina: è amara ma guarisce! Affinché il dovere quotidiano non si trasformi in una tortura, i genitori, o chi per loro si occupi dei bambini, possono aiutarli davvero molto.

Certamente non sgridandoli, né sostituendosi a loro, né tantomeno pretendendo la precisione o la velocità di esecuzione ma piuttosto supportandoli e dirigendoli nell’organizzazione della giornata, garantendo sempre la propria affettuosa presenza.

Ecco pochi consigli pratici, che possono tornare utili, per non farsi prendere dal panico:

1) Specialmente nei primi anni di scuola, fino a quando i bambini non saranno in grado autonomamente di ricordarsi di fare i compiti, indirizzarli con fermezza nello svolgimento del dovere. Questo perché i piccoli non hanno, specialmente nei primi anni delle elementari, la percezione dello scorrere del tempo e della divisione in ore, giorni. 
Ecco perché sarà utile fissare un momento  dedicato al dovere scolastico, che sia sempre il medesimo; un esempio di suddivisione della giornata può essere: un po’ di svago appena tornati a casa, una bella merenda, lo svolgimento dei compiti e di nuovo il gioco o le varie attività piacevoli scelte dai piccoli.

2) Cercare il luogo idoneo allo svolgimento dei compiti, considerando che richiedono la massima concentrazione dei bambini; questo vuol dire niente distrazioni, o giochi a portata di mano; tenere la tv spenta e la scrivania sgombra; se in casa è presente un fratellino più piccolo, che magari gioca  nella cameretta, scegliere un altro luogo più silenzioso che favorisca il lavoro degli alunni.

3) Essere a disposizione dei bambini,  ma non sostituirsi a loro quindi, se hanno necessità di supporto o spiegazioni, essere sempre pronti a fornirli ma allo stesso tempo  incoraggiarli e lodarli quando eseguono bene un compito o comprendono un concetto. 

4) Fondamentale sarà  mostrarsi entusiasti dei loro successi; sarà l’ingrediente essenziale per accrescere l’autostima dei piccoli. Bandire le urla e i rimproveri, che sviliscono i bambini e generano solo frustrazione; al contrario l’atteggiamento costruttivo, da parte del genitore, invoglierà i figli allo studio. Soprattutto quando sbaglieranno portarli a ragionare e correggersi da soli ma mai intervenire in senso negativo, sarebbe davvero controproducente!

5) Inizialmente, soprattutto durante il primo anno di elementari, sarà necessario accertarsi che i bambini si ricordino di fare i compiti e di portare a scuola il materiale necessario; ma, man mano che crescono,  dovrebbe aumentare anche la loro indipendenza e lentamente bisognerebbe lasciare che da soli preparino la cartella per il giorno seguente e controllino il diario; ovviamente i tempi e i modi per raggiungere la capacità di autogestione non saranno uguali per tutti, ecco perché i genitori, con sapiente vigilanza, dovranno seguire i piccoli, per poi lasciarli far da soli al momento giusto. 

6) I genitori devono essere i primi ad avere fiducia nel corpo insegnante e nei metodi da questo applicati; opporre resistenza non farà altro che produrre nei figli disinteresse per lo studio e la scuola.  Va sempre ricordato che a quest’età noi siamo gli occhi dei nostri bambini e le loro sensazioni, positive, o negative che siano, derivano direttamente dalle nostre stesse emozioni; ecco perché, se la mamma critica la maestra e non la stima, i suoi figli faranno lo stesso.

7) Non nutrire grandi aspettative nei nostri piccoli alunni, non pretendere la perfezione da loro,lasciare che siano i soli  protagonisti del processo di apprendimento, non bisogna sostituirsi a loro, alla ricerca del voto migliore, o del compito impeccabile; lo studio non è una gara da vincere a tutti i costi e noi genitori non dobbiamo sentirci sotto esame, come se fossimo tornati a scuola!

8) Non riempire le giornate dei piccoli di mille attività extrascolastiche; impariamo a rispettare i loro ritmi e ad ascoltare le loro necessità di riposo; la vita scolastica assorbe già  molte delle loro energie e dovrebbero esistere ampi spazi per il gioco spontaneo, che dà loro modo di rielaborare il vissuto quotidiano e di  ritemprarsi dopo una lunga giornata di fatiche, per poter affrontare ciò che li aspetta domani.

9) Se i vostri piccoli mostrano un’ ostinata resistenza ai compiti, è inutile e dannoso ricorrere a urla, ricatti, o punizioni; solitamente quando i bambini manifestano così apertamente e ripetutamente un rifiuto, dietro a tale atteggiamento si nasconde sempre un disagio; sarà utile  parlare con i piccoli e cercare insieme a loro le motivazioni e chiedere anche un colloquio con le insegnanti, per poter agire di concerto e insieme superare il momento di difficoltà e anche valutare se il carico di lavoro sia adeguato al singolo bambino;conservate sempre la massima fiducia nel corpo insegnante. 

10) Ultimo consiglio, ma forse il più importante: non dimenticate mai, nel momento dello svolgimento dei compiti, di dare massima importanza alla dimensione affettiva: fate prevalere le iniezioni di stima e di incoraggiamento verso i vostri figli; non fate mai mancare i momenti di scambio partecipativo nel rapporto con i vostri piccoli; è un percorso questo, che richiede molta pazienza ma dà grandi frutti, soprattutto duraturi.
Le minacce e i ricatti, invece, sono scorciatoie , che si ritorcono contro di voi e indurranno i piccoli, alla lunga, ad odiare la scuola.

Allora tutti a fare i compiti, ché poi si torna a giocare di nuovo!

Ilaria Sacchetti

Sito web: http://ilariasacchetti.jimdo.com/

 

Ritratto di Ilaria Sacchetti

Posted by Ilaria Sacchetti

Sono Ilaria, una mamma come tante; credo molto in quello, che possono fare i genitori per i propri figli e in generale in chi accudisce tutti i giorni i bimbi con amore e dedizione.
Nel mio piccolo, come mamma alle prime armi, cerco, tra esperimenti  a volte riusciti, letture di psicologia infantile e consigli chiesti ad esperti, di risolvere i piccoli e grandi problemi giornalieri. 
Tra le fasi più dure per me, come madre, c’è stata quella del famigerato “spannolinamento”; quando sono uscita dal tunnel, mi sono ritrovata  piena di appunti, presi dai libri e consigli utili, ricevuti dagli esperti nei momenti di panico e allora ho pensato:  “Perché non aiutare anche altre mamme o papà che non sanno che pesci prendere?”