Come comunicano i bambini?

Comprendere la comunicazione dei bambini è sempre molto difficile, ma il loro è anche un modo affascinante fatto di continue scoperte.

Una cosa utile da sapere è che tutti ci relazioniamo con il mondo attraverso i cinque sensi: vista, udito, tatto, gusto ed olfatto. A seconda però del canale che prediligiamo si possono distinguere tre categorie: i visivi che acquisiscono le informazioni OSSERVANDO, gli auditivi che invece hanno bisogno di ascolto ed EMOZIONI ed infine i cenestesici (che utilizzano gli altri tre sensi, prevalentemente il tatto) che necessitano di SENSAZIONI.

Per comprendere a quale categoria appartiene il vostro bambino è sufficiente che osserviate cosa predilige: osserva, guarda, nota i colori e i particolari, molto probabilmente come canale preferenziale userà la vista.

Se ascolta con attenzione, ama la musica, ha una buona capacità linguistica ha come canale preferenziale l’udito.
Se infine ha bisogno di fare, muoversi e sperimentare sensazioni allora è cenestesico.

E’ importante riconoscere queste caratteristiche perché utilizzare lo stesso canale comunicazionale aiuta a costruire fiducia ed autostima.

Facciamo alcuni esempi: un bambino visivo per sentirsi amato non necessita di molte coccole, anzi probabilmente non è molto portato per il contatto fisico.
Per il visivo il contatto si cerca attraverso lo sguardo e le immagini; pertanto sostenere il suo sguardo desideroso d’amore, fare insieme un disegno che rappresenti la famiglia, disegnare cuori sono piccole cose che però per lui hanno un enorme significato.

Il bambino auditivo ha bisogno invece di ascoltare ed essere ascoltato, di ricevere emozioni attraverso un racconto o una favola, di ascoltare una canzone che sia associata magari ad un particolare momento della giornata.

Il bambino cenestesico infine ha bisogno di sensazioni e quindi coccole, carezze, abbracci al posto di parole o immagini.

Questo naturalmente vale anche per gli adulti, ma nel caso dei bambini ha un maggiore significato; essi infatti sono nel momento maggiormente recettivo e anche di grande fragilità.
Una mamma che ama incondizionatamente il suo bambino ma non gli trasmette questo amore attraverso il giusto canale, probabilmente non riuscirà a dare al suo bambino la effettiva consapevolezza di tutto il bene che prova per lui.

Le indicazioni fornite sono un accenno alla tecnica di comunicazione denominata PNL (programmazione neuro linguistica) che aiuta adulti e bambini a relazionarsi meglio sviluppando al massimo le risorse di relazione a disposizione.

Provate a osservare i vostri bambini e mettete in atto alcuni dei suggerimenti forniti e, poi , se vorrete, fatemi sapere come è andata.

 

Nota: Articolo della Dott.ssa Ely Galante
www.elygalantecreazioni.it

Foto di Susanna Albertini

Ritratto di Redazione

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