Grazie ad un’idea del caposervizio della redazione locale del quotidiano per cui lavoro, abbiamo messo su una serie di servizi, nelle principali città della provincia di Cuneo, per mostrare problemi e buone pratiche che una mamma di gemelli incontra muovendosi in città

Perché se vai in giro con un bimbo in passeggino e caso mai non riesci ad entrare con il trabiccolo in un negozio, un ufficio pubblico o una banca, prendi in braccio il pupo e prosegui. Ma se di bambini ne hai due, non lo puoi fare e ti trovi bloccato. 

Ho sempre associato il concetto di “barriere architettoniche” alle disabilità motorie. Poi quando ho iniziato a muovermi con il passeggino gemellare  ho capito che scalini, porte strette, ascensori piccoli sono un problema di tutti.  A me è capitato di avere problemi all’ufficio postale perché, per far sbloccare le porte automatiche del cosiddetto accesso disabili bisognava entrare dentro, superare la fila allo sportello e chiedere che per favore fosse aperto. Il tutto lasciando i due bambini fuori! Altro luogo top che non riesco a raggiungere da sola è lo studio del nostro medico pediatra: pur essendo al piano rialzato, c’è una rampa di scalini insormontabile. C’è da dire che sul sito della nostra Asl, nell’elenco dei pediatri di libera scelta, c’è scritto se gli studi presentano difficoltà di accesso. Insomma, mamma avvisata, mezza salvata.

Non mi dilungherò sull’infinità di scalini che s’incontrano agli attraversamenti pedonali, all’ingresso di negozi e uffici, sulle porte troppo strette o sugli ascensori non sufficientemente capienti. Fortunatamente gli edifici progettati di recente e quelli appena ristrutturati sono, per legge, rispettosi delle norme che consentano l’accesso a tutti: porte larghe almeno 90 cm, rampe e scivoli in alternativa alle scale, ascensori capienti.

Nella carrellata di situazioni incontrate, però, ci sono anche alcune buone pratiche: come le aree gioco del comune di Cuneo dove lo scivolo di può raggiungere percorrendo una comoda rampa. A volte i problemi si possono risolvere davvero facilmente.

Riporto i link alle fotogallery che documentano i reportage e che contengono esempi positivi e negativi incontrati.

Cuneo. Passerelle nei musei e alle giostrine. I musei accessibili sono dei luoghi in cui le mamme possono trascorrere qualche ora insieme ai loro piccoli.

Savigliano. Stazione "vietata" ai passeggini e auto sulle strisce pedonali. Ai problemi strutturali delle città, spesso si sommano quelli culturali: auto parcheggiate sulle strisce pedonali, fioriere o cestini della spazzatura che ingombrano i marciapiedi.

Bra. Marciapiedi da dimenticare. Qua e là si risolvono gli scalini con un piccolo getto di asfalto, ma soltanto una revisione complessiva (e più costosa) della viabilità pedonale risolverebbe i problemi in modo radicale.

Alba. Città premiata per il turismo accessibile. Uffici del turismo che offrano indicazioni su itinerari "passeggino o baby friendly" sono molto apprezzati.

Fossano. Uno scivolo per ogni negozio. Alcuni progetti possono essere discutibili dal punto di vista estetico, ma molto efficaci per la mobilità "a rotelle"

Saluzzo. Nella città vecchia, si fa il possibile. Negli edifici antichi e nei centri storici, spesso è oggettivamente difficile rimuovere tutte le barriere architettoniche.

Mondovì. Modello di accessibilità e una funicolare da sogno. Un sindaco lungimirante, a contribuito a progettare una città sempre più "accessibile per tutti".

 

Foto di Costanza Bono

 

 

Ritratto di Erica Asselle

Posted by Erica Asselle

Giornalista e mamma di due gemelli, maschio e femmina, nati a febbraio del 2013. Vivo e racconto gioie e dolori di essere diventata all'improvviso una supermamma, senza superpoteri