E’ un fatto noto che, nella Svizzera tedesca, i bambini siano incoraggiati a compiere da soli il percorso casa-scuola sin dalla più tenera età. Il Kindergarten (corrispondente alla scuola per l’infanzia) inizia a 4 o 5 anni, a seconda del mese di nascita del bambino, dunque in generale un po’ dopo rispetto all’età italiana. E’ anche vero che, nella generalità dei casi e salve rare eccezioni, il percorso per recarsi a scuola è davvero minimo e richiede pochi minuti a piedi, secondo la logica per cui agli scolari è assegnata la struttura più vicina a casa e alla distribuzione capillare delle stesse all’interno del quartiere.
E’ anche vero che a 4 o 5 anni, comunque sia, i bambini sono davvero piccoletti e che, con le dovute differenze di sviluppo da individuo a individuo, le loro capacità di attenzione alla strada e a tutto ciò che li circonda sono abbastanza limitate. Vengono fatti corsi di educazione stradale da subito e gli automobilisti sono abituati ovunque, ma a maggior ragione in prossimità delle scuole, a prestare la massima cautela e a fermarsi inderogabilmente in prossimità degli attraversamenti pedonali.
In questi cinque anni di permanenza a Zurigo non ho mai sentito notizie di incidenti relativi al percorso casa-scuola degli scolari, per i quali, tra l’altro, il raggiungimento dell’autonomia in questo ambito è considerato un obiettivo scolastico, pur se applicato con flessibilità diversa da scuola a scuola e da insegnante a insegnante.
Personalmente, nei primi mesi del Kindergarten, pure situato a pochi metri da casa e senza necessità di alcun attraversamento di strade, accompagnavo sempre mio figlio, così come vedevo fare da altri genitori, soprattutto di origine non svizzera, e nessuno mi ha mai detto assolutamente nulla.
So, invece, di altre situazioni in cui la scuola tende ad intervenire in modo abbastanza autoritario se il bambino viene visto arrivare accompagnato da adulti. Resta comunque da considerare che la responsabilità ultima dell’incolumità delle creature nel tragitto è della famiglia, anche se la scuola ha come prassi assodata quella di telefonare subito a casa, qualora il bambino non si presentasse a scuola senza che l’assenza sia stata comunicata prima dell’orario di inizio delle lezioni.
Ragionavo qualche tempo fa con alcune mamme svizzere sulla situazione, dicendo che in Italia il far andare da soli i figli a scuola a partire anche solo dall’età della primaria costituirebbe il reato di abbandono di minore. Mi hanno guardata con tanto d’occhi come fossi un’aliena.
E’ sicuramente vero che qui, al di là della questione casa – scuola, i bambini iniziano molto presto a muoversi in autonomia.
o, se da un lato apprezzo molto questo tipo di impostazione, dall’altro sono abbastanza frenata dalla mia cultura di origine e dal fatto che fossi abituata a vivere comunque in una grande città, in cui lasciare da soli bambini piccoli anche solo a giocare nel parchetto vicino a casa sarebbe impensabile.
Ciò che vedo intorno a me, in ogni caso, sono compagni di scuola di mio figlio (che attualmente ha 8 anni) che trascorrono nella bella stagione il pomeriggio fuori casa, in bicicletta, col monopattino, col pallone nel cortile della scuola senza nessun tipo di supervisione e controllo da parte dei genitori o di altri adulti.
Mi è capitato di vedere in estate anche bambini di 9-10 anni andare da soli a fare il bagno al fiume. E il fiume non è esattamente equiparabile, in quanto a pericoli oggettivi, ad una piscinetta gonfiabile.
E qui, secondo me, l’abbandono di minore ci starebbe tutto!