Anelli, catene e reti... alimentari. L'alimentazione in natura e negli animali. Parlando di alimentazione, spesso il pensiero dei bambini è rivolto agli animali. Nell’immaginario infantile, infatti, il concetto di preda e predatore affiora fin dai primi momenti di gioco. Pensiamo a quando, con una serie di animali di plastica in mano, i bambini imitano scene di caccia, di inseguimento, di nascondigli per sfuggire al predatore, ecc.
Un po’ meno immediato è invece il concetto di animale erbivoro anche se, richiamandolo, è facile che i bimbi citino animali classici che brucano l’erba come la mucca o la capretta.
Se il puro concetto delle reti e delle catene alimentari viene introdotto a partire dalla classe seconda della Scuola Primaria (elementari), fin da più piccoli si può fare un accenno a ciò chiedendo ai bimbi di nominare ad esempio tutti gli animali che conoscono e che brucano l’erba o mangiano frutti (gli erbivori, appunto), così come tutti quelli che mangiano altri animali (i carnivori).
Gli zoologi per stabilire la presenza di una specie si basano sul fatto che essa costituisca un anello della catena alimentare o meglio un elemento della rete. Una catena alimentare è qualcosa che lega un animale al tipo di cibo che ne consente l’esistenza. La catena alimentare, che in realtà come vedremo è una rete, ci permette di dare un quadro generale dell’ecosistema, visto che delinea una serie di rapporti di dipendenza reciproca tra le specie che coesistono nello stesso ambiente.
Per lo studio delle catene alimentari si può partire dall’osservazione diretta degli animali incontrati in ambiente. Essi saranno soprattutto dei piccoli invertebrati (api che succhiano il nettare, chiocciole che rosicchiano foglie, ragni che catturano moscerini). La cosa più semplice per introdurre nel bambino il concetto di catena alimentare, cioè di dipendenza trofica di una specie da un’altra, è quella di chiedergli, davanti all’animale osservato: “Chi o che cosa mangia?”.
In molti casi non si vedrà l’animale nell’atto di nutrirsi, ma la domanda potrà essere fatta lo stesso, invitando i ragazzi a guardarsi in giro nell’ambiente circostante (con molta probabilità la risposta è lì) o facendo loro pescare nel bagaglio personale delle conoscenze che già possiedono. Con i bambini più grandi si potrebbe anche far esaminare l’apparato boccale dell’animale, che può già fornire preziose indicazioni (rapporto tra struttura e funzione).
Durante un’uscita in ambiente, dunque, dall’osservazione degli animali si possono costruire piccole catene alimentari come quelle proposte nella scheda sottostante (da “PERCORSI DI CONFINE – LE 100 SCHEDE DI SERINO”, Studio Walden, Genova).
Un altro esercizio piuttosto simpatico e divertente, se vorrete continuare a far fare ai vostri bimbi i piccoli zoologi e scienziati, può essere quello di sguinzagliare tutti (meglio se si è in tanti!) in un ambiente tipo un bosco, un prato, ecc. e, a seguito di quanti animali sono stati ritrovati (senza necessariamente catturarli e semmai liberandoli subito dopo l’osservazione da vicino), fate loro compilare la scheda qui sotto (da “PERCORSI DI CONFINE – LE 100 SCHEDE DI SERINO”, Studio Walden, Genova).
Come verifica didattica, se a leggere è un insegnante, eccovi un elenco di animali (frequenti in ambienti collinari e di campagna) che potranno essere inseriti nella colonna (della scheda soprastante) che indica il loro tipo di dieta.
CINGHIALE
LUMACA
PIDOCCHIO
ZANZARA
LOMBRICO
PASSERO
VOLPE
MILLEPIEDI
GHIRO
RAGNO
LUCERTOLA
FORMICA
PICCHIO
CAVALLETTA
ZECCA
FARFALLA
MOSCA
MERLO
SERPENTE
FALCO
PORCELLINO DI TERRA
FORBICINA
RICCIO
LEPRE
Una precisazione, in gergo scientifico e cui abbiamo già accennato, riguarda il concetto di rete alimentare. Partiamo da un esempio. Con una classe seconda della scuola Primaria è stata svolta la seguente attività. Vennero disegnati degli animali su dei cartoncini, si trattava di animali facilmente osservabili in zona collinare/di campagna. Poi si chiese ai bambini di posizionare uno sopra all’altro gli animali, attaccandoli su una parete, in modo che si evidenziasse il loro rapporto trofico. In basso fu posto un fiore, sopra una farfalla, sopra un pettirosso. Tuttavia, un bambino si accorse che a mangiare la farfalla era non solo il pettirosso, ma anche la rana: non potendo posizionare la rana dove già era stato messo il pettirosso, il bambino fu costretto a metterla di fianco. Il risultato fu che laddove il docente voleva dimostrare l’esistenza delle catene alimentari, il bambino gli dimostrò l’esistenza delle reti. Seguendo la logica appena descritta, si arriva con facilità alle reti alimentari, la cui rappresentazione ci mostra la complessità dei rapporti all’interno della componente animale.
E LA NOSTRA ALIMENTAZIONE?
LA DIETA VEGETARIANA
Molto varie le teorie sull’alimentazione umana, ma sono sempre di più gli adulti che adottano per i propri figli un’alimentazione che non prevede cibi di origine animale. Naturalmente, ci sono i pro e i contro in tutte le scelte. Secondo gli ultimi dati dell’Eurispes la schiera dei vegetariani supera il 7%. Spesso è una scelta salutista, ma anche legata ad una notevole sensibilità animalista. Una scelta di questo tipo è adatta ai nostri figli? Secondo gli esperti, essere vegetariano per un bambino può essere valido, ma sotto stretto controllo medico. Questo perché significa escludere dalla dieta carne e pesce. Sono invece ammessi uova e latticini. Seppur in un regime sano perché si dà la priorità a cibi nutrienti quali cereali, legumi, frutta e verdura, tutto ciò va impostato in modo equilibrato. Non mangiare carne e pesce, può portare, soprattutto nei più piccoli a carenze di vario genere: esempio quella della vitamina B12, fondamentale per il funzionamento del sistema nervoso e per la produzione dei globuli rossi; quella del ferro con conseguente anemia. Si può pertanto pensare di introdurre integratori alimentari adatti e bisogna senz’altro introdurre gli acidi grassi omega-3 di norma assunti con il pesce, nonché aumentare le fonti vegetali ricche di questi grassi, per esempio la frutta secca. In pratica, i bambini possono seguire una dieta vegetariana, purché siano seguiti dal pediatra e da un nutrizionista che verifichi i corretti e i vari apporti di sostanze proteiche alternative a carne e pesce. Il consiglio è quello di privilegiare i legumi rispetto ai latticini e alle uova per garantire un regime leggero, nutriente e senza eccessivi grassi.
LA DIETA VEGANA
Questo tipo di dieta è carente di sostanze nutritive, esclude tutte le proteine animali, compresi latte e derivati. Gli esperti la sconsigliano ai bambini, in quanto è fortemente carente in calcio e vitamina B12, senza cui si possono avere danni per la salute. In più, tutti i cibi ricchi di proteine vegetali sono uguali e tutti noi sappiamo che una dieta deve essere ricca e varia. Alcuni vegetali, poi, come la soia, sono spesso geneticamente modificati e non ci sono dati scientifici sull’impatto di questa sostanza sull’organismo dei piccoli. Infine, data la totale assenza di proteine animali, si rischia, per saziarsi, di introdurre troppi grassi e cereali.
Fonte: www.progetto-eat.it
CONCLUSIONI
In conclusione, una dieta sana deve essere molto varia ed equilibrata e, come ci dice la dottoressa Roberta Carini, biologa e specialista in Scienza dell’Alimentazione all’Ospedale San Matteo di Pavia, il “primo nemico a tavola è l’eccesso”. Sempre per Carini, la dieta mediterranea è completa di tutti gli alimenti, sia di origine vegetale sia animale, ma né vegetariani, né onnivori sbagliano, a patto di non avere pregiudizi in materia. Gli studi su diete vegetariane e vegane dimostrano che rinunciare alla carne significa ridurre la pressione, il pericolo di infarti, la mortalità, e le ricerche sulla dieta onnivora “sana”, cioè la dieta mediterranea, dimostrano che quest’ultima è indicata per prevenire malattie quali ictus, diabete, tumori ed è dichiarata “patrimonio culturale immateriale dell’Umanità” dall’UNESCO nel 2010, è, insomma, un elisir di lunga vita: secondo l’OMS regala quattro anni di vita in più rispetto ad una dieta di “tipo americano”.
Infine, ecco una serie di consigli utili.
Ingrassano di più: patatine fritte dei sacchetti, patate, salumi, carne grassa, bevande zuccherate, farine raffinate, dolciumi commerciali.
Quantità: anche un cibo “sano”, se mangiato in eccesso, ingrassa.
A scuola: si vedono sempre più distributori automatici che contengono bibite zuccherate, dolcificate, patatine e cibo spazzatura. Da evitare!
Appello: introduciamo l’educazione alimentare nelle scuole, coinvolgendo anche i genitori!
Latte: sì, ma italiano. È testato, controllato e fa bene, è un alimento con importanti proprietà nutrizionali. Mezzo litro di latte al giorno (circa due bicchieri) sono l’ideale per stare bene!
Articolo a cura di Alessandra Gentile www.studio.ag.it
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