I cani e ancor di più i gatti, sono relativamente resistenti a questa malattia, se però la contraggono la loro vita è decisamente in pericolo.
Il tetano è provocato da un batterio anaerobio, il Clostridium tetani, che trova nel terreno il suo habitat ideale, ma lo si può reperire anche nella flora intestinale normale dei mammiferi.
Non è una malattia contagiosa, e ha una particolare predilezione per le ferite contaminate come: ustioni, fratture esposte, lacerazioni, congelamenti, abrasioni.
Le spore che vengono prodotte dal batterio si conservano per molto tempo nell’ambiente e quando una ferita viene colonizzata, esse producono una potente tossina, la tetanospasmina. I segni clinici possono comparire dopo alcuni giorni o settimane. La tossina riesce a risalire i nervi periferici fino a raggiungere il midollo spinale.
A questo punto inizia un processo a cascata che determina il blocco dell’attività dei neuroni inibitori, con il risultato che i muscoli estensori non possono più rilassarsi. Il tetano può essere localizzato, manifestandosi con una leggera rigidità di alcuni muscoli o dell’arto da dove è partita l’infezione. Può comparire una rigidità degli arti posteriori e incoordinazione. Questa forma può risolversi spontaneamente oppure sfociare in quella generalizzata.
La sintomatologia ora comprenderà spasmi muscolari, coda ritta, respiro difficoltoso, orecchie erette, prolasso della terza palpebra, difficoltà nell’aprire la bocca, retrazione della commessura labiale che determina il “riso sardonico”, fino alla tetania progressiva dei muscoli con arti rigidi e divaricati, con la classica posizione a “cavalletto”. La morte sopraggiunge per asfissia provocata dalla paralisi dei muscoli respiratori. Diagnosi differenziali. Alcune intossicazioni possono simulare il tetano come: l’avvelenamento da stricnina, da piombo, da convulsivanti; anche meningiti e rabbia debbono essere prese in considerazione.
Trattamento. Le ferite non medicate rappresentano una via di entrata delle spore quindi è essenziale pulirle con soluzione fisiologica e rimuovere tutti i tessuti necrotici. L’animale colpito da questa patologia verrà ricoverato e mantenuto in un ambiente buio e tranquillo per ridurre gli stimoli che possono scatenare gli spasmi. Le contrazioni muscolari possono essere tenute sotto controllo con dei sedativi inoculati per via endovenosa; le penicilline sembrano essere gli antibiotici di elezione contro il Clostridium tetani, ma nessun antibiotico riesce a inattivare l’effetto della tossina già legata ai nervi. La terapia antibiotica verrà comunque portata avanti per almeno due settimane. Contemporaneamente si faranno assumere liquidi per via endovenosa perché aiutano anche a rimuovere i sottoprodotti degli spasmi muscolari. L’inoculazione dell’immunoglobulina antitetanica umana o equina può essere di aiuto ma previo test intradermico per evitare reazioni da ipersensibilità che potrebbero complicare le già serie condizioni di salute del paziente. Il miglioramento, di norma, si osserva in una settimana. Un sintomo sfavorevole è la progressione veloce della sintomatologia.
Prevenzione: per prevenire le ferite cutanee sarà opportuno ripulire il cortile o il luogo dove vive il nostro amico a quattro zampe da fili di ferro, vetri ecc.
Ogni ferita dovrà essere detersa con acqua ossigenata e in tutti i casi di ferite profonde si consiglia di recarsi al più presto dal proprio veterinario di fiducia.
Articolo di Diego Manca, Medico veterinario.
Autore dei libri: "Le fiabe per...giocare con il corpo imitando gli animali" edito da Franco Angeli nel 2008 di cui è coautore, "Benedetti animali!" edito da Armenia editore nel 2010 e "Il camaleonte Argonte" edito da Armando editore sempre nel 2010.