Uno dei primi segnali della gravidanza, di solito molto prima della pancia, è il seno che cambia.
Arrivate al parto, a seconda di come eravate prima, potreste essere moderatamente felici, estremamente felici, o guardare al vostro decolté con ansia: dipende da che taglia portavate prima e da che rapporto avete con il vostro seno!
Così se prima avevate una taglia prima, forse ora vi guardate con sorpresa e piacere il nuovo reggiseno finalmente un po’ riempito, oppure invece potreste non trovarvici proprio con “quelle due cose là”! Ma se prima avevate già una quinta abbondante o più, può darsi che la vostra reazione sia un po’ diversa…
Con la montata, in particolare col primo figlio, spesso il seno diventa turgido, aumenta di volume, e “sgocciola” più o meno, in alcuni momenti oppure incessantemente.
Il fatto però è che di per sé questo non significa “ho tanto latte”, così come se il seno non vi è aumentato di 3 taglie e non consumate una scatola di coppette assorbilatte al giorno, non equivale a dire che non avete abbastanza latte.
Si tratta solo di manifestazioni transitorie di un processo di adattamento del vostro corpo alla nuova funzione che la ghiandola mammaria è chiamata a fare: allattare.
Fare quindi confronti con le vostre compagne di camera, o con le amiche a casa, non ha alcun significato. La diceria “seno grosso farà tanto latte” dimostra una totale ignoranza dell’anatomia: la dimensione e la forma del seno sono fondamentalmente dovute alla massa grassa di cui è formato. Solo alcune rare situazioni corrispondono a una vera ipoplasia (cioè insufficienza della ghiandola), che va fatta valutare da un esperto, e in ogni caso abbiamo tantissimi casi di donne che hanno felicemente allattato anche con un seno ipoplasico. Come sempre, ogni situazione particolare va valutata insieme a un operatore specializzato e non bisogna lasciarsi spaventare da impressioni, amici o parenti.
Ma torniamo alla stragrande maggioranza delle donne, quelle che subito dopo il parto hanno il seno che perde più o meno facilmente latte, o è teso, pieno, pesante, e magari dopo un paio di ore se il pupo ancora dorme, si riempie di “sassi” e sembra che “scoppi”.
Dopo qualche settimana o mese (non è uguale per tutte, perchè siamo tutte molto diverse e ogni situazione anche è differente), ecco che il turgore comincia a diminuire, i “sassi” non si sentono più, le coppette assorbilatte sono molto meno necessarie.
Il solito fantasma appare: mi sta andando via il latte??????!!!!!!!
E così inizia uno degli sport preferiti dalle neomamme: il palpeggiamento. Quando le mamme sentono il seno “moscio”, si toccano e tastano e iniziano a guardare con ansia crescente a ogni “nghè” del bambino. Se il caso vuole che il bimbo pianga o si agiti nel momento in cui i seni sono “flosci”, i peggiori timori sembrano avverarsi: aveva ragione zia Mariuccia, mi è andato via il latte!
Ma può essere davvero così?
Pensiamoci un attimo: il seno è una ghiandola, può esserci un motivo logico per cui dovrebbe funzionare a singhiozzo? Tipicamente, per esempio, sembra che non ci sia più latte il pomeriggio e la sera, il momento in cui il seno è più “svuotato”.
Ma può essere davvero che il seno funzioni part time? Nessun altro organo del corpo ha questo comportamento stravagante…
Però allora come mai Giacomino piange e si "attacca e stacca" ripetutamente proprio all’ora in cui vi sentite il seno sgonfio?
Forse reagisce proprio alla nostra preoccupazione… l’ossitocina, l’ormone che serve a “portare” il latte al capezzolo e quindi in bocca al bambino, può risentire molto della nostra stanchezza o ansia. Quindi questo non significa che alle 7 di sera il latte non arrivi, ma che potrebbe fluire con minore prontezza che alle 7 della mattina. Il bambino chiaramente può protestare un po’, ma se si insiste il latte arriva!
Allora per piacere, smettete di tastarvi i seni :-). Il seno morbido è una benedizione, significa che non avete più ingorghi, che il meccanismo di domanda-offerta funziona perfettamente, e che il bambino sarà facilitato ad attaccarsi proprio grazie alla sua morbidezza. Risparmierete finalmente un sacco di soldi di coppette usa-e-getta o di lavatrici di coppette o pezzette lavabili. Il latte arriva quando il piccolo chiede, non prima, non dopo: solo quando serve. Fidatevi del vostro corpo. Se il seno funziona alle 10.23, funziona anche alle 22.23.
E poi, proviamo a pensare a quando le mamme allattavano in condizioni molto meno ideali: senza tutto il cibo e l’acqua potabile che abbiamo noi a disposizione, senza un tetto caldo sulla testa, tra guerre o pestilenze varie. L’allattamento è un processo estremamente efficiente, solo che noi lo abbiamo dimenticato. Quando vi fate prendere dai dubbi o dallo sconforto, ricordatevi due delle cose fondamentali per superare i momenti difficili: la suzione del vostro bambino, e un sostegno competente e di incoraggiamento.
Martina Carabetta, IBCLC
Ambulatorio per l’allattamento Latte & Coccole www.latteecoccole.it