Quando si parla di allattamento al seno, sembra che ci siano due scuole di pensiero o due metodologie diverse e che le mamme debbano scegliere a quale “squadra” appartenere. “Tu sei per l'allattamento a orario o a richiesta? Metterai delle regole o sei senza regole?”sono le due domande più frequenti che vengono fatte alle mamme, a volte ancor prima della nascita del loro bambino!
Vediamo di fare chiarezza su questo discorso.
Allattare è una funzione fisiologica del nostro corpo, e una caratteristica che accomuna la nostra specie a tutti gli altri Mammiferi.
Se oggi siamo qui, è perché l'allattamento ha sempre funzionato, altrimenti non so come avrebbero potuto fare le nostre progenitrici che vivevano nelle savane africane 200.000 anni fa!
Così come accade per la respirazione, o la digestione, il nostro corpo ha delle sue regole ed evidentemente non era necessario che noi le conoscessimo, dato che il corpo ha sempre funzionato anche quando sapevamo fare appena qualche suono gutturale.
Ma da qualche decennio a questa parte sembra evidente che sia successo qualcosa per cui tante donne non riescono più ad allattare, il latte non basta più (o sembra non bastare), e molte sono costrette a dare il biberon di formula. Come mai? È successa una evoluzione (negativa) improvvisa della nostra specie? Improbabile non credete? O avrà mica qualcosa a che fare con il modo in cui allattiamo ora?
Infatti è proprio così.
Infatti, da un secolo o giù di lì un sacco di presunti esperti iniziarono a convincere tutte le neomamme che i bambini avessero bisogno di “regole” e che dare il seno senza limiti potesse essere sbagliato.
Applicarono anche all'allattamento le regole rigide che potevano andare bene al massimo per i latti artificiali dell'epoca, pesanti e difficili da digerire... ma non certo con il seno che funziona in modo totalmente differente!
Guarda il caso in Italia il boom di questo tipo di consigli arrivò nel secondo dopoguerra, in concomitanza con l'arrivo del benessere, delle case con una camera in più, e del latte artificiale, e le nostre mamme in massa non sono riuscite ad allattare proprio da quella generazione in poi.
Ora, non vi sto dicendo che in tutti i casi il motivo fosse questo, quindi per piacere non iniziamo a parlare del singolo caso, perché ovviamente non conosco le singole situazioni, ma sto parlando di grandi numeri e di ciò che realmente è successo in Italia in massa dagli anni '50 in poi.
Appare quindi evidente che fissare a priori regole rigide all'allattamento abbia fatto “saltare” la perfezione del sistema che aveva funzionato per milioni di anni.
È quindi possibile che ci siano due modi diversi di allattare, entrambi adeguati? Come dire... c'è chi è mancino e chi è destrorso?
No, non è così che funzionano le ghiandole in generale, e non funziona così neanche la ghiandola mammaria. E la storia delle nostre mamme lo dimostra.
Il seno – o ghiandola mammaria – produce latte sulla base della richiesta del bambino, cioè la suzione.
La suzione deve essere esclusiva al seno, e a richiesta.
Perché?
Perché solo in questo modo il bambino soddisfa tutta la sua necessità di suzione al seno, e il seno può adeguare perfettamente la sua produzione alle necessità di quel bambino.
Anzi, il sistema è talmente perfetto che è in grado di soddisfare all'istante (cioè senza farlo aspettare) quel bambino, in quel momento della giornata, in quel singolo pasto, in quel clima, a quella latitudine, in base a ciò che gli serve in quel preciso momento. Lo fa anche quando è alle prese con due o più bocche da sfamare (pensiamo ai gemelli o quanto facevano le balie...).
Quando i bambini poppano al seno fanno tante cose diverse:
- mangiare (e una volta sarà un “pranzo”, una volta una “merenda”)
- bere (e ad agosto a Milazzo magari ne avrà un bisogno diverso che a febbraio a Torino)
- prendere anticorpi (e d'inverno forse ne servono di più che d'estate, o un secondogenito ne ha maggior necessità di un primogenito)
- assumere fattori di crescita, vitamine, sali minerali, enzimi, cellule staminali e molte altre cose ancora (allo stato attuale sono state trovate nel latte materno più di 400 sostanze diverse e non si è ancora finito di cercare!)
- avere contatto, calore, protezione, compagnia, rassicurazione (che non sono vizi ma NECESSITA' della nostra specie!)
- interagire col mondo esterno con l'aiuto e la collaborazione della mamma
- e tante altre cose ancora...
Come faccio sapere di che caspita avrà bisogno il pupo in questo esatto momento?? Accidentaccio, potevano uscire dalla pancia con un libretto di istruzioni 'sti pupi, no?
Ma in realtà a noi non servono le istruzioni, basta fidarsi del bambino, che nasce con un sistema perfetto di autoregolazione, e della capacità del nostro seno di rispondergli perfettamente. Non abbiamo così bisogno di “capire” cosa vorrà ora, perché nel 99% delle volte, il seno è la risposta giusta. Se non lo è in quel frangente, il bimbo ancora ce lo farà capire, continuando a smaniare per esempio.
Dare quindi un tempo o una frequenza alle poppate significa che pur ignorando il bisogno del bimbo, decidiamo noi di cosa necessita in quel momento e fissiamo noi a priori un tanto che deve prendere e quando prenderlo. Ma per l'appunto lo facciamo senza sapere di cosa aveva bisogno il piccoletto.
E se lo facciamo aspettare? Ragazzi, ma non volevamo vederlo crescere e prosperare, il nostro pargolo? Potrà farlo se gli mettiamo i paletti? Io dovrei mettere de paletti alla mia alimentazione, fidatevi sulla parola, perchè devo perdere una buona decina di kg, ma il pupo i kg li deve mettere su!
Mettiamo i limiti all'accesso al seno, magari lo distraiamo facendolo succhiare ciucciotti o biberon di tisane, e il seno non viene più stimolato come si aspettava.
Così spesso ci ritroviamo in men che non si dica a non avere più abbastanza latte o che il bimbo non cresce a sufficienza, e iniziamo con l'allattamento misto.
Ogni tanto capita che nonostante i limiti più o meno rigidi, ci siano bambini che malgrado tutto riescono a crescere lo stesso, e mamme che mantengono la produzione a fronte di molte altre che "perdono il latte". Questi casi non fanno che rinforzare il mio convincimento nella superiorità e perfezione della Natura, che riesce a adattarsi anche in situazioni non ottimali, ma questo certo non significa che sto dando a quel bambino quello che gli serve veramente. Quel bambino deve adattarsi suo malgrado a una gestione non ottimale e non sappiamo quanto rispettosa delle sue reali necessità. Non sappiamo neanche quanto tempo il seno riuscirà ad arrancare e mantenere una produzione minima, infatti di solito in questo modo l'allattamento finisce precocemente!
Se invece io rispondo al segnale di fame (“ricerca” con la bocca, cercarsi le mani, ecc) offrendo il seno, sarà poi il piccolo a regolarsi sulla base di cosa gli serve in quel momento. Solo se allatto a richiesta so che sto rispondendo perfettamente alle sue necessità ed esigenze di crescita, e non solo.
Dato poi che al seno è lui (o lei) a regolare anche il flusso e la velocità di discesa del latte, ecco che è tecnicamente impossibile che possa “ingolfarsi” o mangiare troppo.
Come mai allora molte mamme anche allattando a richiesta hanno bambini che non crescono abbastanza o si ritrovano con dei problemi?
Oggi spesso accade che questo perfetto meccanismo si inceppi o non parta bene, spesso fin dai primissimi giorni o anche più in là per ragioni diverse. I motivi più frequenti per cui ciò si verifica, dipendono da diversi fattori che possono essere rimossi o evitati, per permettervi così di riprendere ad allattare serenamente.
Per fare questo va valutata la situazione nel suo complesso, da parte di un operatore competente e esperto in questo campo.
Ma sicuramente non può essere l'allattamento a richiesta la causa dei problemi, anzi spesso ne è la soluzione!
Se vuoi essere certa di dare sempre il giusto al tuo bimbo, ed avere sempre latte a sufficienza, il "sistema" è solo uno: butta l'orologio!
Martina Carabetta, IBCLC – Consulente Professionale in Allattamento Materno
Latte & Coccole – Roma
www.latteecoccole.it
www.consulenteallattamento.it
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