Adolescenza o adolescenti? E' possibile dare una definizione di adolescenza, è possibile sapere quando inizia per prepararsi in tempo? O forse è il caso di guardare i ragazzi ad uno ad uno per riconoscere il momento in cui non ci stanno più dentro la definizione di bambino? E' difficile dare un'età all'adolescenza. E per questo preferisco parlare di adolescenti, di persone reali...

ADOLESCENTI A CHE ETA'?

Domanda difficile. Difficile dare un'età all'adolescenza. Perché in effetti non ce l'ha un'età. E' una definizione vaga. Non esiste biologicamente: poiché una tredicenne prima del menarca è una bambina, ma una dodicenne sviluppata non lo è più! E' adolescente una diciassettenne al liceo ma la sua coetanea - mamma no, non più. Un tredicenne bambacione no ma il suo fighissimo coetaneo si... Quando inizia st'adolescenza ... e poi... quanto dura?

Difficile. E per questo preferisco parlare di adolescenti, di persone reali, di situazioni, fatti concreti, piuttosto che dare definizioni generiche dell'adolescenza; sono convinta che non c'è un'età ma piuttosto una condizione psicologica, sociale e culturale che rende un ragazzo o una ragazza "adolescente". Ci sono adolescenti di tante età. Ci sono adolescenti tristi e gioiosi, delusi e intraprendenti, simpatici e odiosi... E ci sono luoghi in cui non esiste neanche un'età dell'adolescenza. Se ci confrontiamo per esempio con la maggior parte delle culture nomadi, è facile cogliere come i ragazzi e le ragazze che noi chiameremmo adolescenti in realtà sono spesso già sposati, hanno figli, lavorano. Lo stesso accade in società semplici, circoscritte geograficamente numericamente: si passa più repentinamente dall'infanzia all'età adulta. Questo ci scandalizza anche, perché ai nostri occhi manca un tempo di libertà, di preparazione, di ricerca dell'autonomia... è forse proprio questo tempo, l'adolescenza? Forse si.

Forse l'adolescenza ha sostituito i riti, i riti di passaggio o di iniziazione (quelli che vediamo nei cartoni animati e in qualche reality). Nei riti di passaggio era la comunità adulta a decidere il momento esatto in cui un fanciullo o una fanciulla divenivano grandi. Ed un rito, una prova, una festa, una presentazione... segnavano pubblicamente questo passaggio immediato e definitivo (la prima Comunione, l'esame scolastico, la festa di diciotto anni, il fidanzamento ufficiale...). Ora la comunità adulta accompagna il bambino, lo guida, teoricamente lo sostiene durante questa ricerca della propria strada, lasciando però che il bambino trovi da solo l'adulto che sarà e decida lui stesso il momento in cui sentirsi e definirsi tale di fronte al mondo. Questo percorso lento, a metà fra dipendenza e autonomia, fra bambino e adulto sostituisce i rigidi e bruschi riti di passaggio del nostro passato e di tanti gruppi sociali che ancora oggi vi ricorrono. L'adolescenza ha sostituito i riti di passaggio? Forse si.

Quanti bambini assumono atteggiamenti più grandi di loro, e già solo per questo li chiamiamo adolescenti? Si, perché tante volte, per motivi che potremmo cercare insieme, il bambino ha bisogno di sentirsi grande prima del tempo, di superare la soglia in anticipo e lo fa dimostrando agli altri di essere forte, di non aver paura, di avere potere. Anche questa è adolescenza? Forse si.

E poi all'opposto c'è il bambinone che non vorrebbe mai varcarla quella soglia, rimane legato alla casa, alle abitudini, alla cameretta; pochi o niente amici, sesso neanche a parlarne; paura di prendere decisioni, paura di fare scelte decisive, da grandi. Si può essere adolescenti per tutta la vita? E' anche questa adolescenza? Forse si.

Perdonatemi tutti questi "forse", ma il dubbio è la mia unica certezza.

E fra tutti questi dubbi vorrei concentrarmi sul quel ragazzo, su quella ragazza che ci ritroviamo fra le mura di casa: sguardo incazzato, porta chiusa, "A ma' che palle" . Quello che noi abbiamo tirato su con tanto amore, tanto impegno, informandoci, leggendo, facendo anche corsi... e che ci cambierebbe subito col genitore del compagno di banco. Si, proprio sull'adolescente che abita il nostro immaginario e prima o poi – ahinoi!- la nostra casa!

Spero di poter contare sui vostri contributi, sui vostri racconti, sulle vostre domande, per offrire un aiuto concreto attraverso questo blog e trasformarlo in uno spazio vivo. Uno spazio nel quale incontrare e conoscere meglio l'adolescente innamorata e quella svampita, quello impegnato nel volontariato e quello imbottito di sostanze... quello serio e determinato e quello apatico ed egoista...tutti, ciascuno con la propria bellezza e con la propria fatica.

Vi aspetto su sonekant@inwind.it

Natalia

 

Ritratto di Natalia Forte

Posted by Natalia Forte

In cammino, a piedi nudi: fra terra e cielo, fra realtà e immaginazione, fra presente e sogno, fra necessità e desiderio, fra regole e ideali, fra attualità e realizzazione, fra cervello ed emozioni... Dove stanno questi ragazzi quando parliamo con loro? Dove stanno con la testa? Sicuramente lontani dai piedi, sicuramente altrove, laddove noi non possiamo arrivare, dove loro non ci vogliono portare.

Perché il loro mondo può essere solo ciò che stanno respirando in questo momento. E nessun altro lo deve capire... altrimenti non sarebbe più il loro mondo.