Basta. Basta manifesti con donne ferite, umiliate, piene di lividi, dentro le gabbie, mutilate nel fisico e nell'anima. A chi vogliono parlare queste immagini?
Un uomo violento è ciò che vuole, il viola di una pelle tumefatta è il colore della sua vittoria, una costola spezzata è il suo trofeo, una donna umiliata e dominata è il suo potere; non sarà un'immagine a impressionarlo, se non lo fanno le sue stesse insulse e miserabili azioni.
Mettiamo sui manifesti uomini miseri, emarginati e isolati, sgonfi e deboli, inetti, rifiutati, condannati dai loro simili.
E mettiamo su manifesti più grandi tutti gli uomini che dicono no, non "in mio genere".
Sono i volti e le idee degli uomini differenti che dovremmo far parlare e che dovremmo mostrare ai nostri figli e alle nostre figlie oggi.
Gli altri, i pezzenti, i codardi, gli assassini di donne, quelli che parlano con i pugni perché sono analfabeti dei sentimenti, perché sperano di compensare la scarsità fisica con l'energia cinetica, loro dovrebbero capire che l'unica forza che hanno è l'eco assordante del loro vuoto, che il loro essere è un non-essere e che la loro impronta nel mondo è quella di una scarpa sgualcita che ha pestato una merda.
Lorenza Gervasoni
in copertina l'immagine della campagna spagnola contro la violenza sulle donne "Non permetterti di mettermi le mani addosso, MAI. Contro il maltrattante, tolleranza zero"