La tua tata parla inglese?

Scegliere una babysitter non è mai un’impresa semplice. Se si è arrivati alla fase della selezione, vuol dire che prima di tutto abbiamo superato il primo grande ostacolo: l’idea del distacco.

Dopo tre mesi di simbiosi totale (e auspichiamo per le neo mamme anche qualche mese in più) per la mamma è il momento di tornare al lavoro. Non sentirà più i gioiosi versetti del suo bambino; non sentirà la morbidezza dei suoi piedini; non potrà ammirarlo mentre fa la nanna. Ma arriva per tutti questa scelta: chi ha la fortuna di avere i nonni a disposizione, chi opta per l’asilo nido, chi preferisce una babysitter fidata.

E le cose non cambiano molto se il bimbo sarà più grandicello. Affidarlo ad una persona che non fa parte della famiglia non è per tutto semplice anche se poi basterà poco per convincere anche i genitori più restii che una babysitter allegra, creativa, intraprendente, rassicurante sarà certamente un toccasana per grandi e piccini.

Il secondo punto è quindi ‘Come scegliere la tata’?
Il passaparola è certamente la via preferite dalle mamme, quella che le conforta maggiormente (come dar loro torto: se l’ha provata e apprezzata la sua migliore amica vuoi che non  piaccia a lei?). Ci sono però anche una serie di caratteristiche che ogni singola famiglia potrebbe richiedere in base alle specifiche esigenze.

- Se i figli sono piccoli piccoli sarà fondamentale che la tata sappia cambiare il pannolino, preparare le pappe, fare il bagnetto con le dovute accortezze…

- Se i bambini devono essere ritirati dall’asilo o da scuola e magari essere anche portati alle varie attività pomeridiane, fondamentale è che la babysitter abbia la patente e che sia disponibile ad effettuare il trasporto.

- Se i più grandi devono fare i compiti a casa, meglio verificare il livello di istruzione della potenziale tata.

- Altra caratteristica sempre più richiesta dai genitori italiani è la conoscenza delle lingue, dell’inglese in particolare, da parte della babysitter.

Non è un dato così inaspettato. Se è noto che gli italiani non siano dei veri campioni per quel che riguarda la conoscenza dell’inglese, il successo delle scuole bilingue (a partire dal nido) pare dimostrare come i genitori cerchino di rimediare a questa situazione insegnando le lingue straniere ai propri figlio. Questa tendenza è confermata anche dai dati raccolti su un campione di 500 genitori da Sitter Italia, sito specializzato nella messa in contatto di genitori e baby sitter.

Da questa recente ricerca è risultato che ben il 40, 9% dei genitori italiani vorrebbe una tata bilingue, valore equiparabile a quello spagnolo (42%). Nel nord Europa, invece, le percentuali scendono drasticamente: 17,65% in Norvegia, seguita dalla Finlandia con il 12,50% e dai Paesi Bassi, con il 6,25% dei genitori interessati a questo tipo di profilo. All'ultimo posto, la Danimarca con lo 0% .

Il che non significa, ovviamente, che i genitori del Nord Europa non siano attenti al bilinguismo: più che altro non è una priorità visto che i piccoli hanno mille altre possibilità di apprendere le lingue.

I vantaggi di avere una baby sitter bilingue non sono da sottovalutare: in primis il crescere con una conoscenza linguistica già superiore rispetto al livello medio.

Immagine di baby sitter con bambiniSecondo vari studi, per arrivare ad un linguaggio bilingue, almeno il 20% della comunicazione verso il bambino dovrebbe essere fatta nella seconda lingua. Se calcoliamo il numero di ore in cui il bambino è sveglio, circa 12, parlandogli una media di due ore e mezza/tre ore al giorno in inglese, questa stimolazione così individualizzata e personalizzata avrà un impatto notevole.

Nel caso in cui una tata nativa o bilingue non svolga un servizio continuativo presso la famiglia ma solo saltuario, certo il piccolo non imparerà la lingua perfettamente ma potrà cominciare ad entrare in contatto con una musicalità linguistica diversa  che lo aiuterà ad avvicinarsi allo studio vero e proprio negli anni successivi. Anche perché la capacità di apprendimento, linguistico e non solo, in un bimbo sia altamente maggiore di quella di un adulto. Quindi ben venga incentivare il processo.

Non secondario, è stato scientificamente provato che i bambini bilingui paiono acquisire una maggiore flessibilità mentale, una maggiore capacità di eseguire diversi compiti contemporaneamente, più attenzione, più strutture per imparare a leggere e scrivere e poi studiare altre lingue ancora.

Siete ora pronte a organizzare i colloqui con più candidati e poi fare la selezione che porterà ad un periodo di prova prima delle conferma definitiva? 

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