L’aumento dell’incidenza di obesità severa nel mondo indica che la popolazione mondiale è sull’orlo di una catastrofica epidemia di diabete.

Quando mangiamo troppo, un’eccessiva quantità di zucchero arriva nel sangue. Dovete sapere però che il sangue non tollera che i livelli di zucchero salgano o scendano troppo; infatti ci sono altri organi che fanno in modo che i livelli di zucchero nel sangue restino costanti.

Pertanto quando, dopo un pasto luculliano, la glicemia (=livelli di zuccheri) sale, il pancreas viene in aiuto producendo una sorta di chiavi (=insulina) che aprono le porte delle cellule in modo da fare uscire lo zucchero dal sangue e quindi da abbassare la glicemia a livelli normali.

Diabete: sintomi e complicanze

A lungo andare, la frequenza di pasti che fanno innalzare spesso e bruscamente la glicemia sottopone ad usura il pancreas, che comincia a produrre chiavi malfunzionanti, che non sono ben capaci di aprire quelle porte. Questo è il motivo per il quale la glicemia resta alta insieme all’insulinemia, espressione del fatto che quelle chiavi, essendo difettose, spingono il pancreas a produrne altre nel disperato tentativo di abbassare i livelli di zucchero nel sangue. Ecco che si viene a creare quella situazione che viene definita prediabete o intolleranza al glucosio.

Una sana e corretta alimentazione ha l’obiettivo di mantenere più o meno costante nel tempo il valore della glicemia evitando brusche e continue oscillazioni dopo i pasti. Eppure uno degli errori alimentari più diffusi ma purtroppo poco considerati per la gravità delle sue conseguenze cliniche, consiste nel consumare pasti senza considerare la loro influenza sulla glicemia.

In caso di glicemia alta o borderline, infatti, il trattamento dietetico è la prima terapia: l’obiettivo è quello di limitare le variazioni glicemiche e i livelli di grassi circolanti e raggiungere e mantenere il peso corporeo desiderabile. Insomma quando si imbocca il tunnel della glicemia alta occorre imparare un comportamento adeguato e compatibile con la prevenzione del peggioramento catastrofico che una alimentazione sconsiderata può determinare. Ma torniamo sempre al nodo cruciale: siccome non sempre basta sapere che è sbagliato mangiare tanto per non farlo, dobbiamo aiutare i nostri pazienti ad arrivare gradualmente e consapevolmente ad uno stile di vita equilibrato.

Alimenti che contengono la stessa quantità e tipo di carboidrati non danno la stessa risposta glicemica, cioè non hanno gli stessi effetti sulla glicemia.  Questa risposta, infatti è influenzata sia dalla quantità che dalla qualità dei carboidrati e quindi dalla struttura fisica più o meno intatta dell’alimento, dal tipo di cottura, dal tipo di amidi presenti, dalle eventuali manipolazioni tecnologiche, dalla presenza di fibre e di antinutrienti, e dalla composizione generica del pasto in cui vengono consumati.

Pertanto è opportuno conoscere in linea generale il significato dell’indice glicemico degli alimenti al fine di imparare a distinguere in maniera corretta quelli che possono essere consumati anche a stomaco vuoto da quelli il cui consumo limitato è consentito solo all’interno di un pasto ricco di fibra.

Sono alimenti favorevoli (a basso IG):

  • tutta la verdura (tranne le patate, le carote e la zucca),
  • quasi tutta la frutta (tranne cocomero, melone e banane),
  • alcuni cereali (orzo, avena).

 

Sono invece sfavorevoli, e quindi da limitare:

  • tutti i carboidrati raffinati, quindi attenzione al consumo di pasta (anche gnocchi e tortellini),
  • pane (scegliere pane integrale),
  • crackers,
  • corn-flakes,
  • riso (anche gallette di riso, pertanto scegliere quelle integrali),
  • dolci, biscotti, zuccheri in generale.

 

Referenze:

The worldwide diabetes epidemic  -Lam DWLe Roith D.

Curr Opin Endocrinol Diabetes Obes. 2012 Apr;19(2):93-6. doi: 10.1097/MED.0b013e328350583a.

Type 2 diabetes: A 21st century epidemic. - Jaacks LMSiegel KRGujral UPNarayan KM.

Best Pract Res Clin Endocrinol Metab. 2016 Jun;30(3):331-43

Obesity epidemic: impact from preconception to postpartum. - Moussa HN, Alrais MA, Leon MG, Abbas EL, Sibai BM.

Future Sci OA. 2016 Aug 19;2(3):FSO137

Ritratto di Monica Cimino

Posted by Monica Cimino

La Dott.ssa Monica Cimino è Nutrizionista, Specialista in Scienza dell'Alimentazione, Dottore di Ricerca in Biologia Cellulare e Molecolare.
Laureata in Scienze Biologiche cum laude presso l’Università degli Studi di Napoli nel 2000, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biologia Cellulare e Molecolare presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata nel 2003, ha frequentato il Corso di perfezionamento in Alimentazione e Prodotti Nutraceutici presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II.
Ha inoltre conseguito la specializzazione in Scienza dell'Alimentazione cum laude et plauso presso la Seconda Università di Napoli SUN, dove svolge attività di ricerca nel dipartimento di Psichiatria nel campo della neurobiologia del comportamento alimentare e dei disturbi Alimentari.
Esperta di obesità infantile e disturbi alimentari svolge la sua attività a Napoli.
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