L'insonnia in età pediatrica è uno dei temi più sentiti dalle mamme che spesso, nei primi anni, devono gestire in prima persona i tempi di sonno e i numerosi risvegli dei bambini.
I tempi del sonno, nei più piccoli, variano a seconda dell’età. A partire dai neonati, la maggior parte di loro si sveglia ad intervalli irregolari (tra i venti minuti e le sei ore) indistintamente di giorno e di notte.
Solitamente, dal terzo al sesto mese si instaura un ritmo circadiano per cui durante le ore diurne, il sonno è caratterizzato da qualche “pisolino” della durata di un’ora circa, mentre l’addormentamento inizia nelle ore serali e si protrae sino alle prime ore dell’alba; giungiamo, così, al decimo mese di vita periodo nel quale circa il 90% dei lattanti ha già un sonno organizzato. In generale si è osservato che l’insonnia è presente nel 20-30% dei bimbi nei primi due anni di vita e si riduce al 15% circa dai tre anni in su.
Tra i vari tipi di insonnia ricordiamo quelle”primarie” le cui cause vanno ricercate nell’ambito genitoriale e/o ambientale e quelle “ secondarie” che si presentano in seguito a problematiche organiche quali: coliche gassose, dentizione, otiti, tosse insistente etc, per le quali, eliminando la causa del disturbo fisico si ripristina il sonno.
Per quanto riguarda le insonnie primarie, invece, ricordiamo:
il disturbo da inizio del sonno per associazione, che si manifesta nel bimbo molto piccolo, il quale associa l’addormentamento a rituali fissi (che possono riguardare oggetti come ciuccio, biberon etc o determinate circostanze come la presenza dei genitori), per cui se si sveglia di notte non riprende sonno se non in presenza delle stesse condizioni esistenti all’addormentamento.
Il sonno problematico è, invece, un disturbo della fase sogno-sognante nella quale il bimbo può fare un sogno “terrifico” che può rivivere anche per alcune notti, come se si trattasse di una realtà che genera spavento e proprio per questo nei vari risvegli, piange e cerca la presenza dei genitori. A tal proposito, però, va fatto un distinguo tra l’incubo e il pavor nocturnus. Il primo si verifica più frequentemente nella seconda parte del sonno e si tratta di un sogno accompagnato da paura. Il bambino si sveglia e per qualche secondo continua a vivere il sogno, ma subito dopo è in grado di raccontare quanto accaduto.
Il secondo, invece, è caratterizzato da un risveglio improvviso accompagnato da paura e grida inconsolabili; gli episodi possono durare anche qualche minuto o pochi secondi e caratterizzati da sguardo assente e confuso, durante il risveglio il bimbo non è propriamente presente all’ambiente circostante e c’è totale amnesia riguardo a quanto accaduto.
Tale tipo di disturbo inizia intorno ai quattro- cinque anni, anche se potrebbe presentarsi prima in maniera occasionale; si verifica durante lo stadio 3-4 del sonno non Rem, cioè quando il bimbo passa dalla fase del sonno profondo ad una di sonno leggero, nella quale inizia a sognare.
I pianti da paura notturna, invece, sono caratterizzati da uno o più risvegli durante la notte alla ricerca della figura genitoriale per “ansia di abbandono”. Questo può accadere quando per vari motivi (lavorativi o altro) uno o entrambi i genitori non erano presenti al risveglio del piccolo nelle ore notturne; tale disturbo si può palesare dai primi mesi di vita sino all’età scolare.
Per quanto concerne la terapia, si devono valutare diversi fattori prima della prescrizione, ovvero: se il bambino vive dei disagi durante la giornata, se emotivamente ci possono essere delle situazioni stressanti per lui, se sono avvenuti dei cambiamenti nell’ambiente che lo circonda, che tipo di carattere ha il bambino e come vive le proprie emozioni e tante altre note caratteriali-comportamentali che ci possono condurre al rimedio omeopatico più indicato in questo contesto.
Ovviamente oltre a ciò va considerata la modalità dell’insonnia: se è occasionale o continuativa, se riguarda la fase dell’addormentamento o risvegli frequenti nella notte, se in questi risvegli il bimbo è vigile o scosso emotivamente, se sono presenti anche manifestazioni (parasonnie) come ad esempio il sonnambulismo o l’enuresi notturna etc.
ARGENTUM NITRICUM: bimbo emotivo e pauroso di affrontare nuove situazioni (sia che si tratti di luoghi che di persone). Durante la notte fa incubi, parla nel sonno e si sveglia anche più volte di soprassalto.
COFFEA: si utilizza in bimbi che non riescono a prendere sonno perché anche durante l’addormentamento continuano a fantasticare e ad ideare. Sono bimbi in genere ipercinetici e anche mentre dormono si muovono tanto e si risvegliano frequentemente sussultando.
STRAMMONIUM: elemento caratteristico di questo rimedio è la paura del buio. Sono bimbi che vogliono sempre un po’ di luce e hanno bisogno di una presenza rassicurante per potersi addormentare. I risvegli sono caratterizzati da incubi con visioni di mostri o fantasmi. Sono bambini agitati e indisciplinati.
IGNATIA: e’ un rimedio utilizzato in seguito a separazioni, lutti e/o traumi affettivi … Il non riposo è causato dall’angoscia che il piccolo prova.
HYOSCYAMUS NIGER: questo rimedio si prescrive quando si è di fronte ad un bimbo molto suscettibile e geloso con tendenza ai tic nervosi. Il sonno è altrettanto movimentato e i risvegli sono accompagnati da urla e confusione mentale, nel senso che il bimbo ci mette un po’ prima di riprendere il contatto con la realtà.
CYPRIPEDIUM: In bimbi molto vivaci e agitati durante il giorno. Si addormentano facilmente, ma si risvegliano nella seconda parte della notte e vogliono giocare.
CINA: è un bimbo che non ama essere guardato e toccato, butta gli oggetti e poi li rivuole. Il sonno risulta essere agitato e caratterizzato dalla presenza di bruxismo (talvolta associato alla presenza di parassitosi).
NUX VOMICA: in questo caso il sonno è inquieto e il risveglio avviene intorno alle 3-4 del mattino e ci si riaddormenta verso l’alba, per poi iniziare la giornata già stanchi e infatti c’è tendenza alla sonnolenza post-prandiale. Il bimbo nux vomica è autoritario e abbastanza suscettibile.
PULSATILLA: “dov’è la mia mamma? “ Pulsatilla trova difficoltà ad allontanarsi dai suoi affetti e la sera ha paura di stare solo per questo nei risvegli cerca sempre una figura genitoriale, soprattutto la mamma. Viene utilizzata soprattutto in bimbe timide e un po’ capricciose.
Di grande aiuto sono anche i complessi omotossicologici ( che contengono più rimedi omeopatici a basse diluizioni nello stesso composto) e i fitoterapici (passiflora, tillia tomentosa, escholtzia) che agiscono prevalentemente sul sintomo sempre in maniera naturale.
Fonti :
L’ALTRA FACCIA DELLA LUNA- Liguori editore, 1994
INSONNIA di Bruno Brigo, Edizioni Tecniche Nuove, 2002
LE MEDICINE NATURALI, www.quellochenonsai.com
TERAPIA OMOTOSSICOLOGICA DELL’INSONNIA IN ETA’ PEDIATRICA da: La Medicina Biologica, rivista Guna Editore, ott-dic 2003.