Compito dei bambini, durante la loro crescita, è quello di imparare ad affrontare le paure come quella del buio, dell’allontanamento dai genitori, del temporale, di andare a scuola, degli animali, dei fantasmi, queste si declinano in modo soggettivo a seconda dell’età e delle caratteristiche del piccolo e della sua famiglia. Spesso questa forte emozione si intreccia con la novità e con lo sconosciuto, ciò che non è certo o sicuro. Iniziare la scuola, addormentarsi da solo, imparare a nuotare.

Le paure chiedono di essere superate così i bambini possono gradualmente costruire e rafforzare la fiducia che hanno di loro stessi e riconoscere le risorse che possono mettere in campo.

Alle paure fisiologiche e comuni in questo periodo si è aggiunta la paura inaspettata di un virus sconosciuto, che ha sconvolto la vita delle famiglie e che tutti stiamo imparando a conoscere. I vissuti delle famiglie sono amplificati dalla forte risonanza a livello collettivo che l’evento pandemia sta vivendo.

I bambini hanno iniziato a essere chiusi in casa prima che si potesse avere un orientamento su quello che stava accadendo, prima che il mondo dei grandi stesse realmente capendo cosa stava succedendo. Inizialmente questo ha portato i bambini a sviluppare un senso di paura che però non poteva avere un nome. Infatti sono stati osservati momenti di paura e di panico in bambini che non avevano mai avuto sintomi di questo tipo, mentre i bambini che manifestavano già alcuni timori hanno visto un acutizzarsi dei sintomi con una conseguente richiesta di attenzione.

La paura che i bambini stanno vivendo in questo periodo è una paura fisiologica, nomale, dettata dalla situazione ed è possibile che con rassicurazioni affettuose e una presenza dei genitori specifica e costante riescano ad affrontarla e superarla.  La paura conseguente al Covid-19 merita uno sguardo attendo dei genitori, ed eventualmente di un esperto, quando impedisce l’impegno nei compiti quotidiani di un bimbo, se diventa ostacolo alla sua maturazione oppure quando si protrae per molto tempo.
 

Identikit della paura. Come riconoscerla?

I bambini provano le loro emozioni nel corpo ed esplicitano ciò che sentono in modo diretto. In questi giorni in cui siamo costretti a rimanere a casa per il lockdown tanti bambini si sono sentiti impauriti, disorientati, stanchi e hanno espresso in modo evidente la propria preoccupazione. Poter vivere solo nello spazio della casa, per quanto accogliete, limita i movimenti del bambino che ha sempre bisogno di correre, saltare e impiegare tutto il proprio corpo per conoscere il mondo. Non potersi muovere ha significato anche non potersi esprimere totalmente come prima, e questo ha portato i bambini a manifestare alcuni disagi che spesso i genitori hanno potuto cogliere.

Quando un bambino ci consegna la sua paura attraverso i suoi comportamenti significa che si fida di noi e si aspetta che noi sappiamo mettere in campo le azioni necessarie per custodire la sua emozione e averne cura. Oggi i bambini si aspettano che i più grandi possano riconoscere insieme a loro che la situazione fa paura a tutti, senza vergognarsi senza frasi del tipo: “non c’è niente di cui aver paura”, “adesso mi sembra che tu stia esagerando”. Queste frasi impediscono al bambino di sentirsi ascoltato e di parlare ancora.

In questo momento è importante accogliere le emozioni del bambino perché le emozioni dolorose o ostili che non vengono espresse possono emergere ancora più intensamente con l’andare del tempo.

La paura, a volte, può essere silenziosa allora è importante che noi adulti ne cogliamo i segnali:

- una marcata mancanza di curiosità e di energia;

- forte attaccamento agli adulti con difficoltà ad allontanarsi anche solo nella stanza vicina;

- passività e apatia o al contrario irritabilità;

- problemi del controllo sfinterico come enuresi notturna;

- cambiamenti nelle abitudini alimentari.
 

La torta di coraggio. Ingredienti per aiutare i bambini ad affrontare la paura ai tempi del Coronavirus.

Se i genitori in questi giorni di pandemia colgono che il bambino sta lanciando il proprio S.O.S per annegamento da paura, c’è un salvagente speciale che lo mette subito in salvo: un abbraccio. Soprattutto in questo periodo di isolamento in cui i bambini non possono stare a contatto con gli amici, le maestre della scuola o i familiari lontani, incrementare il contatto fisico all’interno della famiglia aiuta a sentire e gestire il più possibile le emozioni forti.
Quando un bambino viene abbracciato si sente immediatamente al sicuro anche se è in mezzo alla sua tempesta emotiva.
Le braccia che avvolgono parlano più di mille rassicurazioni.
Un gesto semplice, puntuale che fa sperimentare al bambino di essere accolto, sostenuto incondizionatamente in quel preciso momento in cui si sente impaurito e fragile.

Inoltre è importante dar voce e significato al vissuto di paura che questo periodo può suscitare con frasi quali “mi sembra che tu sia spaventato in questi giornihai ragione ad aver paura perché questa situazione è nuova e strana, anche io sono preoccupato…” questo permette al bambino di sentire con chiarezza ciò che prova vivendolo come legittimo.

Inizia così a percepire la sua paura non come una ignota minaccia da sconfiggere, ma anche come un’amica da imparare a conoscere.

Ad esempio la paura può insegnare a prestare attenzione a sé stessi e agli altri, in un periodo tanto delicato in cui dobbiamo tutti prenderci cura di noi stessi e anche delle persone che ci stanno vicine. Oppure potrebbe far comunicare al bambino il suo bisogno di un sostegno e di avere a fianco una guida sicura.

Questi sono solo alcuni esempi, ma come possiamo aiutare i bambini a scoprire il significato della paura?

Un altro aspetto importante è quello della narr-azione, che è l’ultimo ingrediente segreto che completa la “torta di coraggio”! 

Il linguaggio di tutti i giorni non è il linguaggio che aiuta di più un bambino che ha bisogno di esprimersi in merito a come si sente. La fiaba, invece, ha un potere magico. Helga Dentale ci ricorda che “la fiaba aiuta il bambino a crescere, a compiere scelte, a conquistare la propria indipendenza (…).
La fiaba è anche un dono d’amore: raccontare fiabe significa stabilire uno scambio di sguardi, emozioni, percezioni che passano attraverso i sensi”.

Alla fine di questo testo troverete alcune fiabe o narrazioni che aiutano il bambino ad affrontare le paure.
Vi segnaliamo anche alcune narrazioni interessanti sul Coronavirus adatte a comunicare con i piccoli.

La paura Coronavirus infatti si può narrare leggendola, giocandoci, dipingendola. C’è un solo elemento essenziale: la passione e il divertimento con cui lo facciamo.

I bambini sono corpo pensante e pensiero corporale. Per esplorare sé stessi e il mondo necessitano di fare esperienza. La narr-azione permette al bambino di esprimersi attraverso una globalità di linguaggi espressivi proprio perché viene concepita come racconto attivo: la fiaba viene ascoltata attraverso la musicalità della voce narrante, prende vita attraverso la drammatizzazione, si trasforma in colori e forme attraverso la pittura gestuale. Una stessa storia può essere così vissuta con il corpo, con la voce, con i sensi, con la mente.

Creare spazi per narrare la paura permette al bambino di simbolizzarla attraverso un processo di identificazione con il protagonista della storia e ne rafforza la resilienza personale. La compartecipazione di tutto sé stesso all’avventura del personaggio principale rafforza nel bambino il sentimento di fiducia nella propria possibilità di affrontare e superare le paure.
 

Che occasione la paura!

La paura suscita domande che hanno un’origine profonda ed esistenziale, arriva a interrogare il senso della vita e della morte. Carica l’istante di densità. Rende fragili, disorientati. Inermi.

Sentimenti che noi adulti spesso soffochiamo e celiamo, in primis, a noi stessi. I bambini, invece, sono custodi di un dono: l’autenticità che permette loro di vivere una profonda sintonia tra sentire, pensare e agire. Non a caso si dice che siano “la bocca della verità”.

La paura che i bambini vivono oggi per il coronavirus e ci consegnano diventa così occasione per noi adulti di riconoscerci.  Di riscoprire il bambino che c’è in noi. Di fermarci e accogliere la nostra paura, la nostra vulnerabilità, le nostre domande profonde. Senza vergognarcene, senza reprimerle o dissimularle. Bensì ricomponendole in un orizzonte di senso più ampio come nell’antica arte giapponese del kintsugi in cui le fratture di un oggetto vengono riparate con l’oro, rendendolo unico e ancora più prezioso di prima.

La paura dei bambini ci permette anche di riscoprire la bellezza del giocare, dello stendere i colori, del cantare, del danzare, del lasciarci andare alla parte creativa che ciascuno possiede, che altro non è che “una intelligenza che si diverte” (Albert Einstein).

La bacchetta magica della paura che ciascun bambino impugna ci trasforma, sempre.

 

Sullo scaffale a portata di mano: libri, film e altri consigli per vincere le paure e la paura del Coronavirus

Concludiamo con qualche consiglio per imparare a conoscere e affrontare la paura diviso per età

Per i più piccoli

Ramadier & Bourgeau, Il libro che ha paura

Ramadier & Bourgeau, Aiuto arriva il lupo
 

Dai 3 anni ai 7 anni

Leffler, La zuppa del coraggio

Film: La carica dei 101

Canzoni per bambini @MelaMusicTV. La giostra delle emozioni

Frandino, Che Paura. Guida per fabbricare coraggio e affrontare ogni mostro

 

Dai 7 anni ai 12 circa

Dahl, Il GGG

Dahl, Le streghe

Moreau, A che pensi?

Film: La bella e la bestia, Rapunzel

 

Link per raccontare il Coronavirus ai bambini

https://youtu.be/tI1ZFsKPxac

https://youtu.be/9MI3LJipb1U

https://youtu.be/ucYEN-EPt9k

https://youtu.be/rQCS-HendhA

https://www.policlinico.mi.it/coronavirus-spiegato-a-bambini-e-adolescenti

http://www.tuttoscuola.com/content//uploads/2020/03/Coronello-1.m4a

Nicole Vascotto, Laila e il coronavirus, Scienza Express

 

Articolo di: Carlotta Ghironi, psicologa e psicoterapeuta VIDAS e Marta Scrignaro, educatrice VIDAS

Chi è Vidas?

Vidas difende il diritto del malato a vivere anche gli ultimi momenti di vita con dignità. È un’associazione di volontariato laica, fondata da Giovanna Cavazzoni a Milano nel 1982. Offre assistenza socio-sanitaria completa e gratuita ai malati con patologie inguaribili a domicilio e nell’hospice Casa Vidas: degenza e day-hospice. Un servizio garantito grazie all’intervento di proprie équipe socio-sanitarie, formate da figure professionali tutte specializzate in cure palliative, affiancate da volontari selezionati. Un percorso di 37 anni accanto a chi soffre e che ha raggiunto oltre 35.000 persone: anziani, adulti e dal 2015 anche bambini. Per loro nel 2019 è stata inaugurata Casa Sollievo Bimbi, primo hospice pediatrico della Lombardia per l’accoglienza di minori gravemente malati e il sostegno alle famiglie. L’attività di formazione per operatori e di sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza accompagnano da sempre quella assistenziale.

Sito: www.vidas.it

Blog: www.noidividas.it

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