Il Ginger o Zenzero può essere di aiuto alle donne in gravidanza che soffrono di nausea e vomito. Vediamo come e perché.
Lo Zenzero (Zingiber officinale Roscoe) è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae, coltivato soprattutto in Asia e nelle regioni tropicali, ed è uno delle più importanti e ampiamente consumate erbe in tutto il mondo. Coltivata per il suo commestibile stelo sotterraneo (rizoma), lo zenzero è stato utilizzato fin dall'antichità sia come spezia che come una medicina erbale per il trattamento di una varietà di disturbi principalmente di origine gastrointestinale, come nausea, vomito , diarrea e dispepsia, oltre che essere impiegata in diverse altre malattie o sintomi, tra cui l'artrite, dolori muscolari, e la febbre. Questa lunga e consolidata storia di uso medicinale ha stimolato studi clinici in corso per valutare scientificamente l'efficacia dello zenzero come terapia adiuvante o come medicina complementare e alternativa (CAM ) in una serie di indicazioni relative a nausea e vomito; i più studiati di questi includono nausea e vomito in gravidanza (NVP), nausea e vomito indotti dalla chemioterapia, nausea e vomito post-operatorio, e, in misura minore, nella cinetosi..
Lo zenzero è comunque considerato come erba sicura per il consumo umano ed è incluso nelle farmacopee di molti paesi occidentali.
Il British Herbal Compendium elenca lo zenzero come rimedio per il vomito in gravidanza insieme ad altre indicazioni.; infatti, capsule di zenzero sono disponibili nel Regno Unito da più di 40 anni come un rimedio per la cinetosi e come carminativo. Nel 2012, l'Agenzia Europea per i Medicinali (EMSA) ha pubblicato una relazione di valutazione da parte della Commissione dei Medicinali a base di erbe che descrive l'impiego di zenzero nella prevenzione di nausea e vomito, giungendo alla conclusione che esistono plausibili evidenze cliniche a supporto degli effetti benefici della polvere essiccata del rizoma su una serie di condizioni connesse alla nausea e al vomito.
Questa mia succinta recensione vuole ricordare gli studi clinici eseguiti sullo zenzero come antiemetico per NPV con l’impiego delle diverse preparazioni disponibili con note sulla posologia usata.
CHIMICA ED EFFETTI FARMACOLOGICI DELLO ZENGERO O GINGER
Il rizoma di zenzero contiene una grande varietà di sostanze biologicamente attive, tra cui si ricordano oli volatili e una oleoresina; l'odore caratteristico è di zenzero è dovuto a questi oli volatili, prevalentemente zingiberolo, che dà origine al caratteristico aroma di zenzero, e anche ai composti fenolici non volatili, che hanno proprietà pungenti.
La principale attività farmacologica dello zenzero sembra essere attribuita ai gingeroli, tra cui primeggia il 6-gingerolo, e agli shogaoli, quet’ultimi prodotti deidratati dei gingeroli: di conseguenza, i gingeroli sono i componenti principali del rizoma di zenzero fresco, mentre gli shogaoli, in particolare il 6-shogaolo, sono i più abbondanti costituenti polifenolici presenti nel ginger essiccato.
Preme ricordare che lo zenzero in polvere è collocato nei primissimi posti nella graduatoria dei prodotti alimentari con maggior contenuto di antiossidanti. Come detto, il principio attivo responsabile del gusto forte del rizoma fresco di zenzero è il 6-gingerolo, le cui proprietà antinfiammatorie e antiossidanti sono note ed emerse in studi in vitro e in vivo sull’animale da esperimento; in vitro è stata dimostrata anche la sua attività antitumorale.
Per quanto riguarda invece gli shogaoli c’è da segnalare che uno studio ben condotto ha messo in evidenza come questi composti proteggerebbero le cellule neuronali dallo sviluppo della malattia di Alzheimer.
In relazione alle sue proprietà antiemetiche, lo zenzero, con i suoi costituenti biologicamente attivi sopracitati, agisce perifericamente, all'interno del tratto gastrointestinale, aumentando il tono gastrico e la motilità previa una azione di tipo anticolinenergico e antiserotonergico ; questa combinazione di funzioni spiega la capacità ampiamente accettata dello zenzero di alleviare sintomi di disturbi gastrointestinali funzionali, come dispepsia, dolori addominali e nausea, che sono spesso associati con una diminuita motilità gastrica.
Lo zenzero è utilizzato in numerose forme, tra cui preparati freschi, essiccati, in salamoia, conservate, cristallizzato, candito, e in polvere.
Le preparazioni possono includere capsule, compresse, tinture, tè, e gli estratti liquidi. Evidentemente le concentrazioni di principi attivi (gingeroli e shogaoli) differiranno tra le diverse preparazioni e le fasi di lavorazione coinvolte. Infatti, i gingeroli sono termicamente labili e il grado di conversione da gingerolo a shogaolo probabilmente rappresenta un impatto significativo sulle proprietà medicinali poiché i due composti variano nella loro biodisponibilità e attività farmacologica.
Una recente analisi metodologica ha evidenziato che i prodotti di zenzero in polvere secca hanno una maggiore quantità di composti gingerolo-legati (7-14 mg / g), seguita da zenzero fresco (2-2,8 mg / g) e tè e prodotti polverizzati (~0.8-1 mg / g) .
Questo fa supporre che i tentativi di valutare l'efficacia dello zenzero in molti studi clinici potrebbe essere stata plausibilmente indebolita dalla inconsistenza delle forme o preparazioni di ginger utilizzate (fresche o secche) e anche dal regime di dosaggio impiegato.
EFFICACIA CLINICA DELLO ZENZERO IN NAUSEA E VOMITO GRAVIDICO
Come affermato in precedenza, l'uso più comune e consolidato di zenzero è senza dubbio il suo utilizzo per alleviare i sintomi di nausea e vomito.
In questo senso, è forse appropriato ricordare le differenze tra nausea e vomito. La nausea è un sintomo caratterizzato da una sensazione scomoda nella gola, a livello della faringe, e nell’epigastrio che può o non può comportare l'espulsione del contenuto dallo stomaco, mentre il vomito è l'involontaria e rapida espulsione forzata del contenuto dallo stomaco, alimentare o non, provocata dalla rapida contrazione involontaria dei muscoli dell'addome. Nausea e vomito possono verificarsi separatamente, anche se il vomito è quasi sempre preceduto da nausea e per questo sono spesso considerati componenti di un singola entità.
NAUSEA E VOMITO IN GRAVIDANZA
Nausea e vomito colpiscono una grande percentuale di donne nei primi mesi di gravidanza. Si pensa che fino all’ 80% delle donne soffrono di NVP in qualche modo durante il primo trimestre di gravidanza, e per la maggior parte di esse i sintomi di solito si risolvono entro le12-14 settimane di gestazione; la sintomatologia è nota come “malattia della mattina”, ma questo è chiaramente un termine improprio perché i sintomi possono verificarsi in qualsiasi momento della giornata.
Tuttavia in una ridotta percentuale di gravidanze (0,2%-5%), la nausea risulta persistente e possono verificarsi eccessivi episodi di vomito con conseguente disidratazione, squilibrio elettrolitico e perdita di peso (definito “iperemesi gravidica”) ed è una delle principali cause dei ricoveri ospedalieri durante la prima metà della gestazione.
Evidentemente questa condizione spesso debilitante può avere un impatto significativo sulla qualità della vita di una donna, sia personalmente che professionalmente, e può essere emotivamente traumatica.
La causa esatta della NVP rimane poco chiara e, probabilmente, dipende da diversi fattori: tra questi, una eziologia comunemente accettata è attribuita ai cambiamenti ormonali che si verificano durante la gravidanza, come l'elevazione serica della gonadotropina corionica , del livello di estrogeni, ma anche per infezione causata dallo Helicobacter pylori
Diversi farmaci sono attualmente disponibili per il trattamento della NVP. L’emesi può essere trattata con farmaci noti come antiemetici, in particolare antagonisti del recettore della serotonina (5-HT3); tuttavia, molte donne gravide sono ben caute nell’assumere medicinali per paura di danneggiare il feto, tanto più che la NVP di solito si verifica durante il periodo vulnerabile dell'organogenesi embrionale.
Molti studi hanno valutato l’azione antiemetica, ovvero la capacità di prevenire o diminuire il disagio di nausea e vomito, attribuito al rizoma dello zenzero. Studi iniziali avevano dimostrato che il consumo da 0,5 g a 1,5 g di zenzero in polvere (sotto forma di capsule) sarebbe stato efficace per trattare questi disturbi durante la gravidanza. Inoltre, 1 g di zenzero in polvere (sempre sotto forma di capsule) avrebbe dimostrato più efficacia del placebo per prevenire nausea e vomito dopo un intervento chirurgico.
Mi preme ricordare che, a titolo di paragone, una quantità pari a 1-2 g di zenzero in polvere equivale a circa 10 g di rizoma di zenzero fresco.
Il consumo di zenzero potrebbe prevenire anche la cinetosi (malattia da movimento, si intende quella serie di disturbi che sopravvengono a seguito di spostamenti o viaggi su mezzi di trasporto). Le prove però sono ancora insufficienti per affermare tale efficacia in maniera probante.
Dei 12 studi esaminati in una recente metanalisi sull'uso di zenzero in condizione di NVP, sono state descritte varie preparazioni, includendo biscotti allo zenzero, capsule di zenzero in polvere o di essenza di zenzero, capsule di estratto di zenzero e sciroppo di zenzero; anche la dose giornaliera variava da 600 a 2500 mg. Negli studi di metanalisi di NVP, 10 su 12 studi hanno utilizzato lo zenzero in forma di capsule.
Ricordo che la metanalisi è una tecnica clinico-statistica che permette di analizzare una serie di studi condotti sullo stesso argomento, consentendo una sintesi quantitativa dei risultati e che risulta utile quando i risultati dei singoli studi sono discordanti o gli studi sono stati effettuati su pochi pazienti e per tale motivo ritenuti scarsamente affidabili (si dice di “potenza ridotta”).
Gli autori della metanalisi hanno concluso che lo zenzero era una valida opzione non farmacologica, almeno rispetto ai composti di sintesi, efficace per il trattamento della NVP ed era migliore rispetto al placebo. Nella seconda revisione sistematica con una metanalisi, Viljoen et al. hanno studiato l'efficacia dello zenzero somministrato per via orale come trattamento per NVP in donne gestanti in qualsiasi fase della gravidanza e hanno eseguito una recensione degli studi randomizzati dal 1991 al 2011.
Da ben 302 records individuati attraverso la ricerca dal database solo 12 studi hanno soddisfatto i criteri stabiliti dagli autori, che hanno coinvolto 1278 donne gestanti, inclusi i sei studi esaminati da Thomson e coll.: in questi sei studi aggiuntivi sono state utilizzate capsule di zenzero di dosaggi differenti del tipo 125 mg quattro volte al giorno, 200 mg tre volte al giorno, 325 mg tre volte al giorno, e 500 mg due o tre volte/die.
L’efficacia del Ginger rispetto al placebo è stata valutata in 7 su 12 studi : i risultati individuali da tutti e sette gli studi hanno concluso che lo zenzero è stato sicuramente più efficace del placebo per alleviare l'intensità della NPV (nausea e vomito gravidico) e in generale; tuttavia, solo tre dei sette studi hanno concluso che le preparazioni a base di ginger erano più efficaci nel ridurre il numero di episodi di vomito (anche se c'è stata una chiara tendenza di miglioramento).
EFFETTI AVVERSI DA GINGER
Dopo l'ingestione di zenzero gli effetti indesiderati sono rari ma possono includere lievi complicazioni gastrointestinali, pirosi gastriche (bruciori di stomaco o reflusso) ed eruttazione.
In uno studio condotto su 27 volontari sani che hanno ricevuto una singola dose di orale di Zenzero (variabile da 100 mg a 2 g) solo minori disturbi gastrointestinali erano il principale effetto avverso.
Nonostante studi precedenti che indicavano che lo zenzero potrebbe interferire con l'aggregazione piastrinica e causare un eccessivo sanguinamento, in uno studio di cross-over randomizzato di 12 volontari sani cui sono stati somministrati 1,2 grammi di rizoma secco 3 volte al giorno per due settimane, lo zenzero ha dimostrato di non influenzare l'aggregazione piastrinica e non ha avuto effetti sulla farmacocinetica o la farmacodinamica di una singola la dose di 25 mg di warfarin assunta al giorno
Da segnalare che la metanalisi sopracitata di NVP da parte di Viljoen et altri ha inoltre esaminato la sicurezza di impiego dello zenzero come un obiettivo secondario : orbene gli autori hanno scoperto che lo zenzero di fatto non rappresenta un rischio per effetti collaterali o reazioni avverse durante la gravidanza".
Oltre a prove di Livello I, la sicurezza di impiego dello zenzero per il controllo di nausea e vomito in gravidanza è stato studiato in almeno due studi di livello II (non randomizzati o di “coorte”) . Nel primo studio prospettico, l'esito della gravidanza di 187 donne di Toronto che sono state esposte allo zenzero durante il primo trimestre di gravidanza è stato confrontato con le donne che erano state esposte a farmaci non teratogeni per episodi di aborti spontanei, aborti terapeutici, peso alla nascita, o l'età gestazionale, con alcuna differenza statisticamente significativa tra i due gruppi.
Si ricorda che uno “studio di coorte” è una forma di studio osservativo usato spesso in medicina che consiste in un'analisi dei fattori di rischio, che segue un campione di persone prive di malattia, e usa correlazioni per determinare l'assoluto rischio per un soggetto di contrarne. Gli studi di coorte riguardano soprattutto la storia e la vita di segmenti di popolazioni e degli individui che li compongono.
Per chiarire il concetto una “coorte” è un gruppo di persone che condividono una caratteristica o un'esperienza in comune all'interno di un periodo definito, come ad esempio dalla nascita, o durante l'esposizione ad un farmaco o ad un inquinante ambientale.
Un più recente e più grande studio di coorte basato sulla popolazione in Norvegia (68.522 donne) ha trovato che l'uso di zenzero durante la gravidanza (1020 donne, equivalente all’1,5%) non è stato associato con un aumento del rischio di malformazioni congenite, basso peso alla nascita, nascita prematura rispetto all’impiego di farmaci antiemetici consentiti e prescritti. Inoltre non ci sono state differenze significative tra i due gruppi in termini di nati vivi.
Considerazioni finali
In conclusione lo zenzero è un antica erba usata ampiamente nella storia per le sue numerose proprietà medicinali e in particolare come antiemetico.
La migliore evidenza disponibile dimostra che lo zenzero è un trattamento efficace e poco costoso per la nausea e il vomito ed è sicuro in termini di rischio tossicologico.
Comunque studi dose-effetto utilizzando vari estratti standardizzati dovrebbero essere intrapresi per determinare con precisione il dosaggio ottimale e il tipo di preparazione più idonea di zenzero in termini di efficacia.
I risultati di questi studi potrebbero essere utilizzati per ottimizzare la progettazione di studi clinici al fine di migliorare il profilo di l'efficacia dello zenzero o ginger nel controllo della nausea e del vomito, in particolare durante il periodo gestazionale ma anche nei pazienti sottoposti a chemioterapia antiblastica.
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