Venerdì 23 settembre, in un incontro presso lo stand in Largo La Foppa a Milano, Kaspersky ha presentato il progetto “Kaspersky  Safe Kids:  una soluzione che aiuta i genitori a proteggere i figli”, alla presenza di un gruppo di mamme blogger e di un papà blogger, invitati per l’occasione. L’iniziativa è stata lanciata anche su Twitter con #inattaccabile.

Il nuovo servizio multipiattaforma si basa su un’indagine condotta a livello mondiale da Kaspersky Lab in collaborazione con iconKids&youth, che in Italia ha coinvolto 540 famiglie con figli di età compresa tra 8 e 16 anni, e vuole essere un aiuto per noi genitori nella gestione delle attività in rete dei nostri figli e figlie.   

Kaspersky non trascura di sottolineare l’importanza di un dialogo sempre aperto, di una condivisione continua che renda lo strumento stesso un supporto e non un sostituto della famiglia e delle relazioni. Kaspersky Safe Kids, in sostanza, intende  creare e organizzare nuovi metodi sicuri che consentano ai bambini di esplorare e scoprire il mondo digitale in sicurezza. Anche i più esperti nell'uso dei dispositivi informatici - sappiamo che spesso anche i più piccoli lo sono più dei genitori - non  sempre sono in grado di riconoscere i cattivi usi di Internet in cui potrebbero incorrere.

Conoscere il comportamento virtuale di bambini, bambine e adolescenti  è il primo passo per attuare una protezione efficace. Dai dati emerge che un genitore su tre non è in grado di controllare ciò che i figli visualizzano in Internet.  Per contro, l’indagine ci dice che il 36% dei giovani internauti italiani sa occultare ai genitori le proprie attività online potenzialmente pericolose e il 45% di ragazze e ragazzi tra i 14 e i 16 anni non informerebbe i genitori di incidenti e problemi incontrati durante la navigazione. Lo stesso approccio, anche se in percentuale minore (25%), riguarda bambine e bambini tra gli 8 e i 10 anni.

Il ruolo che i genitori hanno nell’educazione dei figli, intesa come accompagnamento nella crescita, non può quindi prescindere dall’attenzione per la loro vita in rete, in modo che non ne restino negativamente impigliati. Anche i più piccoli (da 1 a 3 anni) utilizzano sempre più dispositivi per l'accesso a Internet, ed è bene che lo facciano in sicurezza.

L’indagine rivela anche che il 30% dei genitori è convinto che Internet allontani da loro i propri figli, mentre un sesto indica Internet come causa di tensioni famigliari. Spesso questo succede perché non comprendiamo il loro bisogno di restare connessi alla rete (il 63,5% del campione intervistato ha dichiarato di non poter vivere senza smartphone).

Non serve vietare; il digitale è ormai parte integrante del mondo dei nostri figli, dalla scuola ai momenti di svago. E’ più produttivo avvicinarsi al loro mondo, conoscere e condividere la loro vita virtuale così come facciamo con quella reale, per poi affrontare con loro a 360 gradi i problemi a cui possono andare incontro:  da quelli generali di salute, a quelli legati all’autoalienazione, i rischi, dall’incontro con sconosciuti ai furti di account, senza tralasciare, per quanto possa essere doloroso pensarlo, che i nostri figli possono diventare essi stessi il pericolo per altri, adottando comportamenti di cyberbullismo.

L’installazione stessa di questi strumenti di gestione della navigazione dovrebbe essere condivisa, diventando occasione di dialogo, aprendoci all’opportunità di crescere insieme digitalmente.

Proteggiamoli in modo intelligente, dunque, uscendo dal bisogno di controllo, che serve più a noi che a loro, verso una gestione condivisa della sicurezza, senza frenare la loro curiosità e le loro attività, per mantenere i giusti confini tra protezione e controllo, per non negare loro il diritto alla privacy pur mantenendo alta la soglia di attenzione e di ascolto per ogni campanello di allarme, avendo a disposizione strumenti che ci consentano, se necessario, di intervenire tempestivamente. 

 

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