Abbiamo appena analizzato in un recente articolo come Il Resveratrolo possa ridurre il rischio di malattie cardiovascolari attraverso “Il nostro Microbiota”.
Ora, in un piccolo studio randomizzato in doppio cieco, condotto su 34 giovani donne affette da PCOS, si è scoperto che le pazienti trattate con Resveratrolo per 3 mesi al termine dello studio avevano livelli di Testosterone totale e di Deidroepiandrosterone Solfato significativamente minori rispetto alle pazienti trattate con placebo.
Abbiamo anche già ampiamente spiegato come la Sindrome Dell'ovaio Policistico (PCOS) sia l’endocrinopatia più comune che colpisce le donne in età riproduttiva. Iperandrogenismo è la caratteristica centrale della PCOS.
Gli studi sulle cellule della teca-interstiziale ovariche isolate suggeriscono che il Resveratrolo, un polifenolo naturale, possa ridurre la produzione di Androgeni.
Lo studio è stato disegnato per valutare gli effetti sul sistema endocrino e metabolico del Resveratrolo sulla PCOS.
Questo studio randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo, ha valutato gli effetti del Resveratrolo per un periodo di 3 mesi (studio effettuato presso un ospedale accademico).
Le giovani affetta dalla Sindrome Dell'ovaio Policistico sono state individuate in base ai criteri di Rotterdam. Trentaquattro sono state arruolate e 30 altre hanno completato lo studio.
Le valutazioni sono state effettuate di base e ripetute dopo 3 mesi di trattamento.
Resveratrolo (1.500 mg PO) o placebo sono stati somministrati quotidianamente.
L'outcome primario era la variazione del totale del siero T.
I risultati:
Il Trattamento con Resveratrolo ha portato ad una riduzione significativa del totale T del 23,1% ( P = .01). In parallelo, il Resveratrolo ha indotto una diminuzione del 22,2% di deidroepiandrosterone solfato ( P = .01), con un decremento del livello di insulina a digiuno del 31,8% ( p = 0,007) e un aumento della sensibilità all'insulina Index (Matsuda e DeFronzo) dal 66,3% ( P = .04). I livelli di gonadotropine, il profilo lipidico, così come marcatori di infiammazione e la funzione endoteliale non sono stati significativamente modificati.
Conclusioni:
Il Resveratrolo ha ridotto significativamente la produzione ovarica di androgeni surrenalici.
Questo effetto può essere, almeno in parte, relativo a un miglioramento della sensibilità all'insulina ed un calo del livello di insulina.
L’esperto Risponde: Prof.Mauro Miceli
Mi preme fare un succinto commento al lavoro pubblicato circa le azioni del Resveratrolo nelle donne affette da PCOS. Da alcuni anni è stato stabilito come la Sindrome dell’Ovaio Policistico , comunemente siglata PCOS, è una situazione complessa tipizzata da una configurazione clinica che comprende determinate alterazioni endocrinologiche, come un iperandrogenismo, la presenza di disordini del ciclo mestruale, e anche alterazioni metaboliche (vedi un frequente obesità e resistenza all’insulina, una condizione di pre-diabete, acne o peli in eccesso sul viso e sul corpo) che si concretizzano in una particolare “sindrome dismetabolica” chiamata, appunto, Sindrome dell’Ovaio Policistico, che assume notevole importanza per la la salute della donna, specie dal punto di vista riproduttivo e metabolico.
Come accennato si determina una condizione di iperandrogenismo che determina una iperproduzione di gonadotropine ipofisarie, in particolar modo di LH, visto che la biosintesi di FSH è comunque bloccata dall’inibina, e che determina un incremento del rapporto LH/FSH che porta inevitabilmente ad una mancata maturazione del follicolo (anovularità) e una iperstimolazione delle cellule della teca con una iperproduzione di androgeni, quindi testosterone, che perciò alimentano di fatto una specie di circolo vizioso.
Nello studio pubblicato nel prestigioso Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism è emerso come il Resveratrolo, un importante composto naturale presente nel vino rosso, nell’ uva e nelle noci, appartenente alla classe chimica dei Polifenoli, può dare un significativo contributo nel ridurre lo squilibrio ormonale nelle donne affette da Sindrome dell’Ovaio Policistico , che ricordo essere una delle principali cause di infertilità, e che si stima riguarda circa quasi 6 milioni di donne negli USA.
Forse questo studio assume rilevanza anche perché è il primo a livello clinico idoneo a dimostrare che il Resveratrolo riduce in modo significativo i livelli di testosterone e deidroepiandrosterone solfato (DHEAS), un altro ormone che il corpo può convertire in testosterone, nelle pazienti affette da Sindrome dell’Ovaio Policistico e perciò può aiutare a controllare lo squilibrio ormonale che si verifica in queste donne.
Oltre al controllo della produzione di androgeni, le donne che hanno assunto il Resveratrolo hanno mostrato anche un miglioramento dei classici fattori di rischio del diabete, oltre che divenire più sensibili all’azione dell’insulina, quindi riducendo un possibile insulino-resistenza. D’altro canto questo era emerso anche in altro importante studio di metanalisi pubblicato da un gruppo di ricercatori cinesi nel 2014 e pubblicato sul famoso American Journal of Clinical Nutrition , dove gli autori hanno preso in analisi più di 130 articoli scientifici da cui ne hanno selezionati 11, clinici randomizzati e controllati, tutti corrispondenti ad un valido livello metodologico, condotti somministrando quantità variabili di Resveratrolo (circa 100 mg/die) per un periodo compreso fra le 2 e le 6 settimane in soggetti diabetici e/o sani con o senza sovrappeso e sindrome metabolica, dove risultava come il resveratrolo fosse efficace nella riduzione della glicemia a digiuno, dell’insulinemia, dei livelli di emoglobina glicata e dell’HOMA index (indice di insulinoresistenza) nei pazienti diabetici, indipendentemente dal grasso addominale.
Tuttavia ricordare che il Resveratrolo , come del resto molti polifenoli, pur possedendo una notevole efficacia per studi in vitro, presenta notevoli problemi di biodisponibilità che ne limitano enormemente la risposta in vivo, ovvero a livello clinico, ragion per cui è auspicabile la somministrazione in formulazioni specifiche che garantiscano un reale assorbimento in circolo al fine di poter esercitare la sua azione a livello dei siti cellulari . In questo contesto mi preme ricordare l’importanza che assume la composizione della flora microbica intestinale per la quale, proprio negli ultimi tempi, lavori di un certo impatto scientifico hanno evidenziato un ruolo cruciale nel miglioramento della biodisponibilità di molte sostanze polifenoliche dotate di notevole attività biologica presenti in alimenti funzionali, attività che si è dimostrata essere diversificata in soggetti con caratteristiche clinicamente simili ma con una netta differente nella composizione del cosidetto “Microbioma” , un argomento che la moderna biologia medica non può più permettersi di trascurare per le rilevanti implicazioni a livello fisiopatologico che stanno emergendo da crescente letteratura medico-scientifica.
Altre speranze per la cura e il sostegno a questa patologia “Multifattoriale” (PCOS)?
Alla prossima!!
LO STUDIO
http://press.endocrine.org/doi/10.1210/jc.2016-1858