Ultimamente potreste averla vista ospite il venerdì sera a Matrix Chiambretti o chiacchierare nel salotto di Casa Signorini. Lei è Melanie Francesca, un personaggio poliedrico: artista e scrittrice, si trasferisce nel 2006 a Dubai per amore di un businessman locale, che sposa e da cui ha due figli. Sulla vita di una donna italiana a Dubai, Melanie scrive due libri per Cairo l’Occidentale (2017) e La donna perfetta (2018).
Melanie, in entrambi i libri emerge questo sentimento di oppressione per la vita a 5 stelle che offre Dubai. Perché?
Io ho un temperamento irrequieto e provocatorio e, dopo essermi trasferita, ho iniziato presto a sentirmi intrappolata in una gabbia dorata, perché la vita di agi e lusso della scintillante Dubai si paga a suon di rinunce. Una donna occidentale, infatti, abituata all’autonomia, alla spontaneità e all’intraprendenza, deve sottostare a delle regole di comportamento che spesso stridono con la nostra idea di libertà. Ad esempio una donna non può essere libera di dire la sua in privato, figuriamoci in pubblico.
Mi hanno chiesto spesso di rinunciare al mio ruolo di mamma e di delegare a tate, maids e babysitter, cosa che non ho fatto incontrando spesso il disappunto di mio marito. Insomma, vivendo in Medio Oriente ti rendi conto che il vero lusso non sono le macchine, le piscine e tutti i megalomani comfort di Dubai, ma vivere in una società che ti dia la libertà di esprimerti e di realizzarti. Oltretutto non è nemmeno una questione di lusso o non lusso, il problema è l’attaccamento.
Ci possono essere ricchi non attaccati a quello che hanno, o poveri non attaccati, e questo è il vero lusso: la libertà dalle cose materiali. Cosa che così sintetizzata non mi ha risparmiato la battuta divertente di Chiambretti nel suo show: “Scusi, ma lei pubblicizza il Bostick?” Ma che in realtà è semplicissima: per essere davvero nobile e ricco devi vivere passando attraverso mondi ricchi e lussuosi come se non ti interessasse di quel vestito, macchina o hotel a mille stelle, esattamente come James Bond, che viveva in mondi lussuosi ed era libero.
Libero di sfasciare ferrari aerei o palazzi in onore di una missione superiore che era il bene del pianeta. Salvare il pianeta, come ogni eroe in fondo fa, da Gesù Cristo a Batman, (sì, anche Gesù Cristo viveva circondato di persone ricche che lo riempivano di servigi e ospitalità) e Bruce Wayne che dalla sua reggia semisotterranea parte con macchine superbilionarie come un paladino al servizio dell’umanità.
Parliamo de La donna perfetta e diciamo subito alle nostre lettrici che a discapito del titolo, la protagonista è una donna e una mamma meravigliosamente imperfetta. Con le sue paure, le sue insicurezze e i suoi momenti di rabbia. Parlaci di Anna.
Anna è una ex giornalista italiana sposata a un ricco uomo d’affari emiratino, alle prese con Amir, il loro primo figlio e una gravidanza a rischio. E’ amica della bellissima ragazza russa Oxana, che ha a volte i tratti di una spietata arrampicatrice sociale, pronta a tutto pur di garantirsi un futuro e una posizione a Dubai, ma che in realtà è una donna molto fragile e delicata.
Anna, costretta a letto dalla gravidanza difficile, diventa spettatrice esterna della dorata e plastificata vita a Dubai, le cui cronache mondane arrivano dalle chiacchiere con l'amica Oxana. Confinata tra casa e ospedale, Anna lotta contro l’indifferenza del marito, che anzi le chiede di abortire per non avere “problemi a casa”, e lotta contro un perenne senso di colpa e inadeguatezza, come se fosse lei la responsabile di questa gravidanza difficile.
Anche Oxana è piena di incertezze. E’ prima di tutto una donna sola, con una famiglia alle spalle che l’ha allontanata. Aveva visto nel figlio che aspettava una possibilità di riscatto, ma ha abortito spontaneamente e su di lei cade sempre l’ombra di questo lutto, un lutto che per la maggioranza delle persone è qualcosa di secondario, inesistente, incompreso.
Anna partorisce la sua seconda bambina con un cesareo d’urgenza alla 30 settimana. I capitoli che descrivono il parto, la nascita della piccola Aya e tutta la degenza in terapia intensiva neonatale sono molto forti e ricchi di Pathos. Credo che ogni donna che abbia vissuto un’esperienza simile possa riconoscersi in Anna, che passa dal terrore più buio alla felicità assoluta in pochi attimi, solo seguendo i progressi della sua piccola.
I capitoli sulla gravidanza, la nascita prematura della bambina al sesto mese e la lunga degenza in terapia intensiva neonatale sono assolutamente autobiografici. Ho voluto affrontare questo tema, come quello dell’aborto spontaneo e della malattia della madre di Anna, perché sono temi ancora tabù.
A mio avviso alle donne serve sapere di non essere sole, serve sapere che tantissime altre persone hanno affrontato le stesse sofferenze, hanno condiviso le stesse speranze e hanno pregato allo stesso modo. E serve sapere che non sono le uniche a sentirsi imperfette o addirittura colpevoli per un aborto o una nascita prematura. Credo che la condivisone sia il primo passo per affrontare questo grande dolore, spesso inascoltato.
Lasciami aggiungere un messaggio per le donne che in questo momento si trovano di fianco al loro piccolo prematuro: la mia meravigliosa bambina ha 7 anni, è un tornado, un maschiaccio, energia pura e da grande, lungi dall’aspirare a una noiosa vita di principessina, vuole fare la Rock Star!
Parlaci dei tuoi figli e di cosa vuol dire essere madre a Dubai.
Essere madre occidentale a Dubai è una cosa molto difficile. Per cultura le donne medio orientali benestanti tendono ad affidare la cura e l’educazione dei bambini a maids e tate, tutor e insegnanti. La donna deve essere prima di tutto una moglie, dove per moglie intendo una impeccabile e sempre perfetta accompagnatrice silenziosa.
Io invece ho voluto fare la mamma a tempo pieno. Per me era inconcepibile che qualcuno mettesse a letto i miei figli al posto mio, che qualcuno potesse accompagnare loro a scuola o ai giardinetti, visto che avevo la possibilità di farlo. E così come Anna si è trovata osteggiata da suo marito, che l’accusava di essere troppo mamma e poco moglie, così anche io ho vissuto questa specie di “condanna sociale” per il mio attaccamento ai figli, come se fosse un demerito volersene occupare.
Ovviamente mi rendo conto del grandissimo privilegio che io ho avuto nel poter decidere di essere madre a tutto tondo, perché in Italia non sempre una donna può permettersi il lusso di scegliere, a causa di deboli politiche sociali che sostengono la maternità. Ho tante amiche che sono rimaste in Italia, con cui mi confronto spesso. Chi è fortunata ha l’aiuto dei nonni, chi non ha più i genitori o li ha lontani, non ha altra scelta che decidere se mettere i bambini al nido, affidarli a una tata o non rientrare al lavoro, con il rischio di perderlo e il gravissimo interrogativo di non riuscire più a inserirsi nel mondo lavorativo in futuro, quando i bambini saranno più grandi e autonomi. È una cosa avvilente. Come se questi bambini e la loro crescita non riguardasse il futuro di questo Paese!
I tuoi bambini sono figli di un uomo musulmano. Sono musulmani? E tu, per sposarlo, ti sei convertita all’Islam?
Assolutamente no. Io sono cristiana e praticante. I miei bambini seguono la religione musulmana del padre ma sono stati anche battezzati e pregano assieme a me. La multiculturalità e il pluralismo religioso sono il nostro presente e il nostro futuro. I miei figli sanno che si può stare assieme nelle diversità e soprattutto sanno che dalle diversità non deve mai nascere un conflitto ma un confronto sereno e un dialogo costruttivo.
Un giorno eravamo a Venezia (la Venezia vera, non l’imponente copia della “Floating Venice” di Dubai!) e ho fatto notare loro come una città tanto incantevole sia l’incontro perfetto tra Oriente e Occidente, proprio come loro!
Cosa significa per te essere scrittrice?
Scrivere è come respirare, non posso vivere senza scrivere. Una catarsi? Una missione? Scrivere per me vuol dire metter ordine al caos della vita e cosi facendo spero di aiutare anche chi legge a fare lo stesso. Non siamo mai soli a scrivere: diamo voce a turno a un percorso umano che alla fine è comune a tutti.
Un progetto per il futuro
Uno solo?! In cantiere c’è un nuovo libro, un’esposizione d’arte, continuare con le mie collaborazioni in tv in Italia e, ovviamente, seguire con gioia la crescita dei miei meravigliosi bambini…
ABSTRACT
Anna, una ex giornalista italiana sposata a un ricco businessman emiratino, vive tra agi, jet set e serate glamour, persa in un universo di donne sofisticate che combattono nel mare insidioso della spietata concorrenza delle “altre” e di uomini fatti con lo stampino: onnipotenti, complici, affascinanti ma traditori. Un mondo che sembra la giostra di un gioco crudele dove brilla Oxana, bellissima modella russa, uscita dal paginone centrale di Playboy ed entraîneuse.
Due donne e due storie che si intrecciano: Anna, costretta a letto da una gravidanza a rischio e alle prese con un parto prematuro, diventa spettatrice esterna di questo mondo dorato e plastificato, le cui cronache mondane arrivano dalle chiacchiere con l'amica Oxana.
Confinata tra casa e ospedale, Anna lotta contro l’indifferenza del marito, contesta i ruoli e combatte contro un ingiustificato senso di colpa di fronte alla sua bambina tanto vulnerabile.
Oxana, meraviglioso cocktail di innocenza e seduttiva aggressività, arrampicatrice sociale pronta a tutto pur di garantirsi un futuro e una posizione in questa cinica Dubai, si rivela fragile e umana grazie ai flashback sul suo passato e alle confessioni fatte ad Anna.
Una favola moderna per farci sognare e per capire i meccanismi di una società che non è poi così diversa dalla nostra. E anche quelli di un matrimonio tra due culture, tra Islam e Occidente, in cui le dinamiche dell’amore sono quelle universali: la crisi di una gravidanza difficile, l’impotenza della coppia di fronte a un destino che ti fa uno sgambetto.
Una saga di donne da copertina, belle e impossibili, ma vicine nella loro sofferenza, ingenuità, e nella ricerca di una felicità che sembra sempre ad un passo.
L’AUTRICE
Melanie Francesca è artista, scrittrice e personaggio televisivo. Dopo la maturità classica e l’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha cominciato a esporre a Parigi e in Medio Oriente e ha pubblicato tredici libri che spaziano dal romanzo alla poesia.
Da qualche anno si è ritirata a Dubai, dove vive con la sua famiglia.
Per Cairo ha pubblicato nel 2017 L’Occidentale.
La trovate su www.melaniefrancesca.com
Melanie F., LA DONNA PERFETTA, Cairo Editore, 352 Pagine, 16 Euro.