Con disturbi della nutrizione e dell'alimentazione si intende un gruppo di patologie psichiatriche con forte impatto sul corpo, caratterizzato dai disturbi della nutrizione caratteristici dell’infanzia e dai disturbi dell’alimentazione propriamente detti.

Che significa “con forte impatto sul corpo”?
Significa che si tratta di disturbi psichiatrici multideterminati che si esprimono in una via finale, ovvero sul corpo; non sono disturbi determinati solo da idiosincrasie sul cibo e sulla forma fisica; l’ignoranza in campo alimentare che porta a mangiare troppo o troppo poco o a fare uso di tecniche improprie per controllare il peso, è solo un piccolissimo aspetto di queste patologie, in ogni caso ben lontano dal primum movens.
Questo implica che si tratta di disturbi che devono arrivare al più presto all’attenzione di uno psichiatra, uno psicoterapeuta e un nutrizionista (equipe multidisciplinare) esperti di disturbi alimentari.

Il disturbo alimentare è una condizione multidimensionale: immaginate che diversi fattori devono concorrere per il manifestarsi di questa malattia: fattori predisponenti (genetici), fattori precipitanti (per esempio un trauma), fattori perpetuanti.

La bassa autostima, l’eccessiva preoccupazione per le forme fisiche e la dieta ferrea hanno sicuramente un peso molto importante nel mantenimento della malattia.
Noi, infatti, parliamo di disturbi alimentari in genere, in quanto ci basiamo sulla Teoria Transdiagnostica.
Secondo questa teoria, le categorie diagnostiche dei disturbi alimentari condividono la maggior parte delle caratteristiche cliniche, pertanto sarebbe più corretto parlare di disturbo alimentare che ha un movimento temporale da un disturbo dell’alimentazione all’altro.

Immagine grafico dei disordini alimentari

Mi spiego meglio con un esempio: Carolina nell’adolescenza ha avuto una diagnosi di anoressia nervosa, poi verso i vent’anni ha iniziato a sviluppare episodi bulimici che ha compensato con il vomito auto-indotto e infine, verso i 35 anni è passata ad avere episodi bulimici non seguiti dal vomito o da altri comportamenti di compenso.

Secondo la classificazione medica Carolina nella sua vita avrebbe avuto tre disturbi dell’alimentazione distinti (anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge eating disorder), mentre secondo il modello transdiagnostico a cui vi ho fatto riferimento poc’anzi, Carolina ha avuto un unico disturbo dell’alimentazione, le cui caratteristiche sono mutate nel corso del tempo.

L’American Psychiatric Association (APA) ha pubblicato nel maggio 2013 la quinta edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5 “Diagnostic and Statistical Manual for Mental Disorders), strumento di diagnosi descrittiva dei disturbi mentali, frutto di un processo di revisione di 14 anni. Per quanto riguarda i Disturbi Alimentari, il DSM-5 include le seguenti categorie diagnostiche che approfondiremo ad una ad una nei prossimi articoli:

  1. Pica - ingestione di una o più sostanze non nutritive e non alimentari;
  2. Disturbo di ruminazione - rigurgito di cibo, che può essere rimasticato, deglutito nuovamente o sputato;
  3. Disturbo da evitamento/restrizione dell’assunzione di cibo - l’evitamento o la restrizione dell’assunzione di cibo;
  4. Anoressia Nervosa (di cui abbiamo ampiamente discusso nel mio articolo di giugno)
  5. Bulimia nervosa - ricorrenti episodi di abbuffate seguite da condotte compensatorie inappropriate che si verificano entrambe in media almeno una volta alla settimana per 3 mesi;
  6. Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating)-  Ricorrenti episodi di abbuffate che si verificano in media, almeno una volta alla settimana per 3 mesi;
  7. Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con specificazione - sintomi caratteristici di un disturbo che però non soddisfano i criteri pieni per qualsiasi dei disturbi della classe diagnostica dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione
  8. Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione senza specificazione - come sopra ma mancano i criteri per fare diagnosi.

 

Il prossimo mese continueremo con la bulimia nervosa.

 

 

Referenze:

  • Fairburn CG et al, The Lancet Volume 361, No. 9355, p407–416, 2003
  • Freud S (1930) Il disagio della Civiltà. Torino: Boringhieri 1965
  • Mancuso SG, Newton JR, Bosanac P, Rossell SL, Nesci JB, Castle DJ. Classification of eating disorders: comparison of relative prevalence rates using DSM-IV and DSM-5 criteria. Br J Psychiatry. 2015 Jun;206(6):519-20. 
  • Cognitive behavioral therapy for eating disorders. Murphy R, Straebler S, Cooper Z, Fairburn CG. Psychiatr Clin North Am. 2010 Sep;33(3):611-27.

Immagine di copertina del libro Diagnostic and statistical manual of mental disorders

Ritratto di Monica Cimino

Posted by Monica Cimino

La Dott.ssa Monica Cimino è Nutrizionista, Specialista in Scienza dell'Alimentazione, Dottore di Ricerca in Biologia Cellulare e Molecolare.
Laureata in Scienze Biologiche cum laude presso l’Università degli Studi di Napoli nel 2000, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biologia Cellulare e Molecolare presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata nel 2003, ha frequentato il Corso di perfezionamento in Alimentazione e Prodotti Nutraceutici presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II.
Ha inoltre conseguito la specializzazione in Scienza dell'Alimentazione cum laude et plauso presso la Seconda Università di Napoli SUN, dove svolge attività di ricerca nel dipartimento di Psichiatria nel campo della neurobiologia del comportamento alimentare e dei disturbi Alimentari.
Esperta di obesità infantile e disturbi alimentari svolge la sua attività a Napoli.
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