Suggestioni, evocazioni, metafore, un delicatissimo connubio di parole ed immagini.
Riaffiora alla memoria la deliziosa “featuretteˮ di Albert Lamorisse, Le ballon rouge, un raro esempio di cinema a misura di bambino, denso di sensibilità e preziosa leggerezza, pellicola di poesia, pregna di citazioni. Nel mediometraggio del 1956 il piccolo Pascal, taciturno e solitario, diventa amico di un palloncino rosso, creando un rapporto di simbiosi che ha incantato il pubblico di ogni età per la sua tenuta elegiaca e la sua escursione poetica finale, quando il bambino vola via aggrappato ad una miriadi di palloncini colorati.
Nelle illustrazioni di Anna Curti il palloncino rosso si trasfigura in cuore, un respiro intimo e suggestivo, il dono de l’uomo dei palloncini, l’uomo dei sogni, visione rievocativa e allusiva, fiabesco e magico coprotagonista di questo ammaliante albo.
«Bisogna far prendere aria ai propri sogni e crederci tanto tanto...» e Uori ci crede. Pagina dopo pagina, con la cadenza e il ritmo del cuore rosso che batte, si dischiude la realizzazione onirica dei suoi desideri reconditi, volare tra gli sbuffi di panna montata e nuotare tra le pieghe di un manto blu: perché, nel mondo dei sogni, le catene possono spezzarsi.
Jung interpreta il simbolo del volo come desiderio di liberarsi da ogni tipo di restrizione che la vita ci impone. Volare è uno dei sogni più consueti e che arreca maggiore gioia. Spesso legato a sentimenti di libertà o euforia, colma il sognatore di felicità e lo mette in contatto con ciò che incredibilmente riesce a “fareˮ. Il volo fantastico compensa allora, con facilità e levità, tutta la gravezza e gli affanni della realtà. «Il sogno è come una bolla di sapone... si muove nell’aria senza nome, silenziosa e lieve, libera di andare, nessuna la può fermare» – racconta la mamma alla piccola Uori.
Riecheggiano le parole del poeta Bruno Tognolini che disquisisce sulla “Poesia con cinque Esseˮ, Senso, Suono, Segno, Sogno, Sorte. Il Senso dice ed è il significato che dà l’autore. Il Suono canta quando il poeta (in questo caso l'autrice) prende il Senso e lo mette in Suono. Il Segno mostra poiché i libri per bambini sono illustrati. Il Sogno cambia, perché la poesia può portare in posti che assomigliano ai sogni. La Sorte sceglie, è il caso, il destino, il fato. È grazie al battito equilibrato di due ali, Senso e Suono – sostiene Tognolini – vola bene la poesia: una sorta di logica affettiva regge la metafora lirica, creando una trasformazione dal senso nozionale al senso emozionale.
Sandra Dema, con il suo testo morbido, tenue, soave, sposa mirabilmente le metafore e le suggestioni di Tognolini. La scrittrice narra di questa bambina con estrema semplicità, esente da pietà, commiserazione, compatimento. «Due perle trasparenti si rincorrono sulle guance» di Uori nella seconda tavola, mentre i suoi fratelli corrono sulla spiaggia, ma solo alla fine della lettura possiamo associarle, forse, alla sua inabilità. È l’unica nota triste, subito cancellata da un cuore rosso, come la gioia, la passione, la voglia di vivere, l’ardore, l'entusiasmo, l’estro che pervade la bellissima fanciulla dai capelli neri, dagli occhi grandi e dalle gote rosse.
Nelle interviste Anna Curti afferma spesso che il fascino di questa flora e le fioriture cromatiche che fluttuano in fantastiche connessioni sulle tavole, derivano da Vittorio Accornero, illustratore, pittore, scenografo costumista e scrittore italiano e, io aggiungerei, particolarmente dalla luminosità dei suoi “giardini di setaˮ.
Riferimenti e rimandi che nulla sottraggono all’originalità della nostra artista ma che, in realtà, la svelano come unica nel suo genere: il suo tratto flessuoso e arioso, l’aria trasparente, nitida e cristallina dei suoi acquerelli, rendono leggiadro e luminoso il suo disegno. Un efficace uso delle nuances, mai troppo accese, seppur brillanti, richiama ancora la lezione di Kandinsky, soprattutto nei colori della profondità, come l’azzurro, rafforzato da forme tonde: l’armonia finale si sublima nell'efficace contatto con l’anima.
Un libro scritto e illustrato, quindi, con grande maestria e ispirazione idillica, che affronta un tema forte in modo quasi evanescente e impercettibile, un concerto intenso di pathos e vibrazioni, un sogno, un volo e il viaggio, approfondimento della conoscenza di sé e delle proprie potenzialità.
Non sono tristi le persone che vivono “prigioniereˮ di una “conchiglia con le ruoteˮ: mordono gli attimi della loro esistenza e ne sanno godere con assoluta pienezza.
Una bambina disabile non è solo portatrice di limiti, ma anche di risorse immense: si può non avere l’uso delle gambe, ma lottare e sognare di tornare a volare, come le rondini a primavera, perché nessuno è inabile alla felicità.
Postfazione di Angela Articoni a
[1] Vasilij Kandinskij, Lo spirituale dell’arte, Milano, SE, 1989, p. 46.
[2] Walter Fochesato, Anna Curti, in «Andersen», n. 307/2013, pp. 6–9.